Molti rimpiangono figure pubbliche come quella di Enrico Berlinguer. E non di rado ciò viene motivato sulla base dei suoi tratti umani e della sua onestà. Eppure, per certi versi, egli era un uomo totus politicus. Non regge, dunque, la distinzione tra il Berlinguer politico, che avrebbe commesso tanti errori, e l’ethos che lo caratterizzava.
Egli piuttosto, così a me sembra, ancora ci interroga su cosa davvero sia la politica: mediocrità o visione, pensieri lunghi o piccolo cabotaggio?
Il fatto è che la politica comprende un insieme variegato, composito e mutevole di elementi. È l’arte del possibile, certo, ma prima ancora l’arte della convivenza. Dobbiamo convivere, ecco l’imperativo; convivere fra diversi, nel quadro della polis e della politéia (la Costituzione, ecco la traduzione più pertinente, anche rispetto alla Repubblica, nome con il quale è per lo più conosciuta la relativa opera di Platone). E ciò richiede anche capacità e attributi «prepolitici» e «parapolitici», in realtà costitutivi del «politico» correttamente e integralmente inteso.
Lo stesso Niccolò Machiavelli, del resto, nel porre la priorità dei fini, rispetto ai mezzi, evocava la più generale condizione umana, senza limitarsi a riferirla allo Stato o alle fazioni. Detto altrimenti: la politica, il «politico» si situano nell’umano, non possono trascenderne.
Così, al cospetto di tanti, troppi politicanti del suo tempo e del nostro, la figura del leader comunista continua a brillare. La miopia di quelli, con i loro spazi e i loro tempi angusti, stride, per dirne una, con la percezione nitida, ariosa, direi, da parte del «dolce Enrico», della centralità della questione femminile.
Egli, insomma, non è stato solo una «brava persona»; piuttosto, è, e resta, un esempio di acume e di lungimiranza. Ha compiuto degli errori? Come tutte e tutti, e come tutti i grandi.
Lungimiranza?
In una conferenza stampa del 15 dicembre 1981 affermò:
“Quello che mi pare si possa dire in linea generale -forse su questo tema potremo tornare- è che ciò che è avvenuto in Polonia ci induce a considerare che effettivamente la capacità propulsiva di rinnovamento delle società, o almeno di alcune società, che si sono create nell’est europeo, è venuta esaurendosi. ”
Questo DOPO il colpo di stato in Polonia.
Lungimiranza?
Proprio no, al contrario vista molto corta.