Scrivo questa lettera aperta come uno dei molti europei fortemente preoccupati del destino del Regno Unito e dell’intera Europa, nostra patria comune. Sono nato in Cecoslovacchia, insegno all’Università Carlo IV di Praga. Sono stato un ammiratore e un amante della cultura britannica fin dalla mia giovinezza. Il mio primo contatto con l’Inghilterra fu come studente nel 1968. Dopo la caduta del comunismo ho tenuto lezioni a Oxford e Cambridge e ho ricevuto il prestigioso Premio Templeton a Londra nel 2014.
Sono grato del riconoscimento di una laurea ad honorem che riceverò presso l’Università di Oxford il 22 giugno, alla vigilia di questa determinante scelta che può influenzare il futuro del Regno Unito e dell’Europa per secoli. La generazione dei miei genitori può ricordare la decisione del Governo britannico alla Conferenza di Monaco nel 1938, quando la voce dell’isolazionismo, che faceva leva sull’“interesse nazionale”, era prevalente. Il primo ministro Chamberlain, convinto di preservare la pace, negò solidarietà alla Cecoslovacchia – «una nazione lontana (…) un popolo del quale non sappiamo nulla» – che al tempo era l’ultima isola di democrazia in Europa centrale. Ma, come sempre, isolazionismo ed egoismo nazionale ebbero conseguenze tragiche per il Regno Unito e il mondo intero. La generazione dei miei genitori – che amavano l’Inghilterra, come tanti altri oggi nell’Europa centrale e orientale – si ritrovarono allora profondamente disillusi e addolorati per l’isolazionismo britannico.
La campana del tradimento ha suonato,
e chi ne ha suonato i rintocchi?
La douce France e la perfida Albione
eppure quanto le abbiamo amate!
scrisse in quell’occasione il poeta ceco František Halas. Per molti, l’esibizione di egoismo nazionale da parte di Francia e Regno Unito significò una perdita di fiducia nella democrazia occidentale, che li portò a volgersi disperati verso la Russia sovietica. In quei giorni, i comunisti si servirono del “tradimento di Monaco” nella propaganda anti occidentale e pro Russia. Ciononostante, centinaia di aviatori cecoslovacchi e polacchi combatterono, in seguito, e morirono nella Battaglia di Inghilterra, fermamente convinti che il Regno Unito e le nazioni dell’Europa centrale avessero una patria comune, l’Europa, e che avrebbero dovuto rimanere uniti tra gli alti e bassi delle vicende.
Oggi più che mai nella nostra storia, il grande sogno dei migliori figli e figlie d’Europa – il desiderio secolare di un’Europa unificata – è a un solo piccolo passo dal compiersi. La salda unità dell’Europa non è mai stata importante come adesso. Due poteri oscuri stanno alimentando un’intensa bellicosa propaganda contro l’Europa, nell’intento di indebolire la sua unità e far fallire l’Unione Europea. In capo il cosiddetto “Stato islamico”; i “jihaidisti” sono consapevoli che l’Europa sarà capace di far fronte al terrorismo e risolvere i problemi derivanti dall’ondata di rifugiati solo se affronterà queste sfide unita, in atteggiamento di forte cooperazione e solidarietà vicendevole. I politici russi attuali stanno facendo di tutto per indebolire l’Unione Europea e portare a compimento il sogno zarista e sovietico di una potente influenza sull’Europa e di dominio sulle nazioni confinanti. Non è certo un caso che la Russia sia oggi guidata da un ex agente della polizia segreta, visto che fin dai tempi dello zar, poi durante il regime sovietico e ora sotto quello di Putin la polizia segreta è rimasta la forza più potente e decisiva in Russia. Putin offre sostegno alle forze nazionaliste ed estremiste in tutta Europa. La “Brexit” – che significherebbe l’inizio della fine per la Gran Bretagna, perché nell’isolamento la “piccola Bretagna” avrebbe un peso considerevolmente inferiore nel mondo – si configurerebbe come una delle maggiori vittorie della strategia di Putin.
Faccio appello ai cittadini del Regno Unito, dal profondo del cuore, perché non lascino suonare ancora una volta la campana del tradimento. Non uccidete le speranze di generazioni, il grande secolare sogno dell’unità europea. Il tracollo dell’Unione Europea non porterebbe con sé la “sovranità delle nazioni”, ma piuttosto soffierà sul fuoco del caos, dei conflitti interni e delle guerre locali. L’Unione Europea, così com’è ora, porta in sé molte debolezze e deficienze. Ma questa è un’opportunità e una sfida ad unire gli sforzi per migliorare e rigenerarsi, e non per evitare pavidamente le responsabilità condivise. Cittadini del Regno Unito, vi prego, scegliete chiaramente di rifiutare la tentazione di tradire l’Europa, nostra patria comune.
Rev. dott. Tomáš Halík, dottore in teologia e sociologo, professore presso l’Università Carlo IV di Praga.
Giugno 2016.