I sondaggi in Sicilia riportati dal Fatto Quotidiano dicono che circa il 50% non vuole andare a votare e il 20-30% sceglierebbe il M5S di Beppe Grillo. Cioè: la maggioranza netta degli italiani non si fida della vecchia politica.
Tra quelli che rimangono, una maggioranza va verso chi non fa spettacolo ma amministra: i sindaci di Forza Italia, il premier Gentiloni e il ministro Minniti. Tra i due, lo abbiamo detto, ci pare che il più forte sia Minniti.
Se l’Italia forza la mano
Manca però un progetto, e in mancanza di ciò alcuni hanno voglia di battere i pugni sul tavolo della UE, pensando che, in tal modo, facendo chiasso, si possa guadagnare qualche manciata di voti, e magari anche intimorire Germania e Francia per qualche fetta di salame in più. Ma i battitori di pugni devono sapere che la vita del paese è appesa a un filo, mentre Germania e Francia stanno già rifacendo le regole per l’Europa e per l’Italia.
La situazione internazionale è fragile. L’America è concentrata sull’Asia, e la tensione nord coreana tiene alto il livello del pericolo. La Gran Bretagna è concentrata su se stessa, non sapendo come uscire dalla trappola del Brexit in cui lei stessa si è infilata. La Russia è debolissima, senza un’industria che non sia militare o mineraria, in mano a pochi oligarchi e non vuole una UE forte.
Tutto ciò può condurre a facilitare l’espulsione dell’Italia dalla UE. Se l’Italia batte troppo i pugni sul tavolo, per Francia e Germania, nel calcolo costi/benefici, può convenire lasciare l’Italia al proprio destino, fuori dalla UE. Se ciò accadesse, se l’Italia uscisse, senza alcun dubbio ci sarebbe un balzo dell’inflazione, un’esasperazione dei conflitti sociali, una moltiplicazione di flussi di profughi, la fine di un cerchio anche di sicurezza datoci dagli alleati. Insomma, si aprirebbe uno scenario di caos che forse porterebbe anche a un colpo di stato o ad una rivoluzione.
Forse qualcuno ci spera e ci lavora, forse sarà anche la scelta giusta. Ma di certo sarebbe una scelta molto costosa per la maggior parte degli italiani, che sprofonderebbero nella miseria e nell’insicurezza per molti anni.
Se si vuole evitare questo, occorre avere un piano, che è uno solo: il Progetto Federico II, ossia creare infrastrutture al Sud gestite da tedeschi e francesi, con protezione militare per evitare tentazioni di estorsioni mafiose, in modo da collegare il meridione con il resto dell’Europa.
La metamorfosi del M5S
In teoria Grillo avrebbe ancora la forza e la credibilità di spingerlo, tirando dietro di sé quel 50% di italiani che è stanco del Pd e di FI. In pratica, oggi la sua debolezza è che i suoi sono incompetenti e/o settari. Inoltre, mentre ormai i votanti si sono spostati dall’idea di un leader “berlusconiano”, gradevole a vedersi, telegenico e con l’eloquio facile (anche se inconcludente) verso un personale politico come quello di cui sopra, i suoi Di Maio e Di Battista sono rimasti lì, con in più la pecca non minima di essere appunto incompetenti.
Di Davide Casaleggio abbiamo già scritto che è la versione italiana del leader nordcoreano Kim Jong-un, uno che eredita il partito senza alcun merito. Il tempo non ci ha smentito.
Ma, se questa è la realtà, non importa come Casaleggio jr abbia preso il M5S, purché ora lo cambi. Deve mettere da parte Di Maio e Di Battista e prendere persone di qualità. Ci ha provato – si dice – ma i personaggi di qualità sono tenuti alla larga dal livellamento verso il basso del movimento.
Inoltre, il M5S deve abbandonare l’atteggiamento fideistico nei confronti della Rete. Internet è uno strumento, come la carta, l’automobile, l’aereo, la lampadina. Gli strumenti accelerano e migliorano gli scambi ma non cambiano l’essenza delle cose. In questo senso Internet sostituisce – con i pro e i contro – la posta e le riunioni in una stanza. Ma la verità è che oggi chi passa tanto tempo in rete è chi non ha niente da fare, gli sfaccendati, coloro che non necessariamente sono la parte migliore della società.
Se dunque il M5S non si libera presto del culto della Rete si inaridirà rapidamente. Se non toglie di Maio e Di Battista, emuli pentastellati del peggior Renzi e del peggior Berlusconi, si trasformerà solo in un PD o FI isterico e incompetente, come sta accadendo a Roma.
Il problema non è solo dei pentastellati. Se l’Italia si deve salvare, nei prossimi mesi ha bisogno di tutti, compresi i 5 Stelle, e per questo prima di cercare di riformare il paese – signor Giuseppe Grillo, signor Davide Casaleggio –, non si offendano e cambino direzione.
Il testo è stato pubblicato su IlSussidiario.net l’11 settembre con il titolo Grillo & Casaleggio accelerano il commissariamento dell’Italia.
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