Una piazza ancora una volta sempre più piena; Piazza 8 agosto a Bologna in questo caso, una partecipazione popolare che non si vedeva da tempo non tanto o solo nei numeri, ma soprattutto nell’entusiasmo. La domanda che allora ci si fa è questa: tutti sanno che le “Sardine” nascono in funzione anti-Salvini e anti-destra, ma che cosa stanno dicendo al PD e che cosa indicano al Movimento 5 stelle?
Beh, per correttezza diciamo che dovremmo chiederlo a loro e solo a loro, ma due o tre riflessioni cerchiamo di farle anche noi. Quindi in sintesi, come richiede la comunicazione oggi soprattutto via web, proviamo a dare qualche risposta attraverso alcune parole chiave.
- Entusiasmo. La prima parola l’abbiamo già usata ma va ripetuta. Le Sardine hanno portato e portano alla politica tradizionale e soprattutto al PD (sia a quello che è sia a quello che sarà) una cosa che questo partito in realtà, dopo la fiammata di Renzi, ha perso velocemente, vale a dire la capacità di appassionarsi per la cosa pubblica, di avere a cuore, di dire I care non solo in sale anonime di hotel o nei padiglioni di FICO, ma di dirlo sfacciatamente per strada, saltando con gli ombrelli in piazza (Grande a Modena).
Quell’entusiasmo che non hanno e non possono avere neppure i navigator che dovrebbero trovare un lavoro ai disoccupati che percepiscono il reddito di cittadinanza o i facilitatori che dovrebbero facilitare un Movimento come i 5 Stelle che per prima cosa ha perso, logorato in poco tempo più da se stesso che dagli impegni di Governo, la propria caratteristica fondamentale che era appunto l’entusiasmo.
- Ambiente. La seconda parola che terrei vicina alle Sardine, anche se non è stata preminente, è ambiente. Tenere scollegato un movimento come quello delle Sardine da quanto è accaduto da un anno a questa parte con Greta Thumberg, anche se trattasi di due fenomeni diversi, nati in luoghi diversi e con situazioni e contesti diversi sarebbe miope.
La domanda che viene dai giovani, ma non solo, è la stessa. Basta giocare con le cose serie, con la natura, con l’ambiente con quanto mette a rischio la convivenza civile. Non è più sopportabile e non sono più ammessi atteggiamenti arroganti alla Salvini, ma anche sterili discorsi di una vecchia sinistra che dice di essere inclusiva dove lo stesso Prodi ha detto ospite di TG Tv 2000: «Bisogna tornare al rapporto con la gente e finirla con il partito che diventa un club a uso esclusivo di 10 persone che si parlano e si eleggono a vicenda».
Ambiente, quindi, non è solo la salvaguardia del creato per primo invocata da papa Francesco nell’enciclica Laudato si’ del 2015. Ambiente è un modo ecologico di relazionarsi e, conseguentemente, di fare politica che in questo momento ecologico non è né in una destra aggressiva ma senza contenuti, né in una sinistra autoreferenziale, né in un’“antipolitica” che, arrivata al potere, non si è distinta pressoché per niente dalla politica tradizionale.
- Politica. Dico politica perché, quando parla Mattia Santori, sento parlare di politica, non di pre-politica (categoria assai poco significante ma a lungo dominante anche a livello di cultura cattolica dagli anni 70-80 in poi) o di “antipolitica (altra categoria che il Movimento 5 stelle ha ben dimostrato di essere, come per molti populismi, priva di qualsiasi significato).
E non solo perché è chiara la posizione anti-Salvini ma anche anti-populista, ma perché ad esempio quando le Sardine rivendicano più attenzione per le periferie di Italia come l’Appennino tosco-emiliano; quando, grazie alle Sardine, si ripensa che forse sarà antieconomico tenere aperti i presidi di neonatologia sull’Appennino ma è socialmente necessario, e qualcuno come Bonaccini sembra ripensarci, siamo già in un ambito fortemente politico, che impegna scelte amministrative anche contro corrente ma che sono le uniche possibili se si vuole pensare al territorio, specie a quello che frana per incuria e assenza dell’uomo, all’ambiente, a dare segni e sostegni concreti contro il calo demografico in particolare in zone più disagiate. E signori, questa, al di là delle chiacchiere, è politica.
Ce la faranno le Sardine o scompariranno inghiottite, come il Movimento 5 stelle, proprio nel mare inquinato della politica? Non si sa e comunque è facile pensare che le difficoltà per loro saranno altissime.
Ma, se non ci fosse stato all’inizio di questo nuovo ventennio un Movimento come quello delle Sardine, comunque la si pensi, la politica sarebbe stata solo un teatrino televisivo o una serie di social impazziti come bestie.
Comunque la si pensi, meglio così, come è stato il 19 gennaio 2020 in Piazza 8 agosto a Bologna, come sarà se questo Movimento avrà voglia di cantare, magari non solo Bella ciao, di confrontarsi, di entusiasmare e di continuare a fare politica.
C’entra, perché siccome non esiste un partito con l’imprimatur “cattolico” come c’era un tempo, e la chiesa sostiene la libertà di coscienza nel voto, i Cattolici devono informarsi e informare, potersi fare una opinione su ogni movimento politico per sapere per chi votare in coscienza e hanno il diritto di esprimere rispettosamente le loro idee politiche anche nel contesto di un sito teologico. L’articolo offre una lettura del movimento delle Sardine che è propria dell’articolista e riflette le sue idee politiche e ciascuno è liberissimo di accettarle o no.
Il movimento delle Sardine, questa è la mia opinione, non è per nulla la fotocopia esatta del Vangelo e del Cattolicesimo, come non lo è neppure nessuno dei partiti politici attualmente in lizza. Leggere articoli di persone a favore dell’una o dell’altra sponda può aiutarci a districare la matassa e a scegliere responsabilmente.
Si è tutto molto bello ma, per dirla alla Di Pietro, cosa c’azzecca col cattolicesimo?