Ieri sera alle 20 sono stati chiusi i 23 mila seggi in cui si è votato per le elezioni nazionali. Secondo la Commissione elettorale sudafricana il volto si è svolto tranquillamente senza incidenti degni di note. Dieci seggi hanno aperto in ritardo ma non ci sono state violenze nelle township come in molti avevano predetto. Gli elettori sembrano aver votato con calma, ma senza grande entusiasmo. Nel frattempo è iniziato il conteggio e già oggi verranno pubblicati i primi risultati.
Il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa ha votato ieri mattina nel suo seggio di Chiawelo, a Soweto, per le elezioni generali che si svolgono oggi. «Sono estremamente fiducioso. La risposta del nostro popolo al voto è sorprendente. La nazione e il nostro popolo sono stimolati a votare e possono vedere che con il loro voto potranno conoscere una nuova alba, un nuovo inizio, un periodo di rinnovamento», ha dichiarato ai media il capo di Stato sudafricano, accompagnato da sua moglie Tshepo Motsepe e dal presidente della Commissione elettorale (Iec), Glen Mashinini.
Sulla base di un sistema parlamentare di governo, più di 26 milioni di cittadini in Sudafrica sono stati chiamati a esprimere il loro voto per rinnovare i 400 membri eletti, 200 deputati nazionali e 200 rappresentanti delle nove province (Capo Orientale, Capo Occidentale, Capo Settentrionale, Free State, Gauteng, KwaZulu-Natal, Limpopo, Mpumalanga e Nordovest). Lo scrutinio, che cade a 25 anni dalla fine dell’apartheid nel Paese, è un test importante per il governo del presidente Cyril Ramaphosa e per l’African National Congress (Anc) da lui presieduto.
I continui scandali di corruzione, il malgoverno, la disoccupazione diffusa (27%) e le diseguaglianze sociali (e tra il 2011 e il 2015, secondo la Banca mondiale, tre milioni di sudafricani sono finiti in condizioni di povertà), negli ultimi anni hanno fatto perdere molti consensi al partito che fu di Nelson Mandela. Il partito ha fatto molte promesse e probabilmente la spunterà di nuovo, ma fra gli elettori il clima è di forte disillusione. «È meglio il diavolo che conosci di quello che non conosci, capite? Almeno ora hanno esperienza, sanno cosa hanno sbagliato, sanno cosa hanno fatto», sostiene un votante dell’Anc, Mlamuli Dlamini, in coda di fronte al seggio di Chiawelo dove ha votato Ramaphosa.
Secondo gli ultimi sondaggi diffusi il giorno prima del voto dall’istituto Ipsos, l’Anc potrebbe affermarsi con una percentuale compresa tra il 61% e il 65% dei voti, mentre il principale partito di opposizione, l’Alleanza democratica (Da) guidata da Mmusi Maimane, difficilmente raggiungerà il 22% raggiunto nel 2014, ma dovrebbe confermarsi nella sua roccaforte, la provincia del Capo Occidentale.
Alle elezioni legislative si presentano anche i Combattenti per la libertà economica del Paese (Eff), terza formazione nazionale di sinistra radicale, guidata dall’ex presidente della lega giovani dell’Anc, Julius Malema, che professano un convinto anti-capitalismo e conquistano soprattutto elettori giovani: potrebbero fare un grosso balzo in avanti ottenendo il 10% dei consensi.
Testo ripreso dalla rivista Africa dei padri bianchi.