Emilia-Romagna: domande sulla transizione energetica

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Energia per l’Italia, associazione di scienziate e scienziati preoccupati per le condizioni del clima e dell’ambiente fondata da Vincenzo Balzani, pone ai candidati Presidenti della Regione Emilia-Romagna una serie di quesiti sulla transizione energetica e sulla lotta ai cambiamenti climatici che tanto affliggono il territorio regionale, colpito da ondate di calore, siccità ed eventi estremi di potenza inusitata. Queste domande vengono rese pubbliche sul sito www.energiaperlitalia.it e diffuse all’opinione pubblica nella speranza di un riscontro e di un dibattito pubblico urgente prima delle elezioni del 17 novembre 2024.

1) GASDOTTI

In regione E-R, e in particolare nell’area di Ravenna, si stanno facendo nuove e imponenti infrastrutture per la distribuzione del gas, che condizioneranno per decenni le politiche energetiche e il cui costo ricadrà per lunghi anni sulle bollette.

Considerando gli impegni europei e nazionali di decarbonizzazione al 2050 (che prevedono già una forte riduzione delle emissioni di gas serra al 2030) e considerando anche il crollo del consumo di gas verificatosi a partire dal 2021, come ritenete si giustifichino tali spese? Quale è la vostra posizione nei confronti di questa politica energetica fossile che rallenta e sfavorisce la decarbonizzazione?

2) RICERCA ED ESTRAZIONE IDROCARBURI

La regione E-R è interessata da attività di ricerca e di estrazione di gas sia in mare sia in terra. Con l’abrogazione del Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee (PiTESAI) si potranno chiedere nuovi permessi di ricerca nonché consentire al Ministero Ambiente e Sicurezza Energetica di autorizzare la ripresa delle attività laddove queste erano state interrotte.

Da futuri Presidenti di regione, ritenete che l’avvio di progetti di ricerca e di estrazione di idrocarburi sia compatibile con la necessità di abbattere le emissioni climalteranti e di preservare i territori dal punto di vista ambientale? Siete favorevoli a una moratoria su nuovi permessi di ricerca e nuove concessioni di coltivazione nella prospettiva di una nuova regolamentazione di queste attività?

3) CCS [Carbon Capture and Storage] RAVENNA

ENI ha recentemente avviato il Programma sperimentale di stoccaggio geologico di anidride carbonica CCS Ravenna Fase 1 che prevede di catturare 25mila tonnellate annue di CO₂ emessa dalla centrale ENI di Casalborsetti, di trasportarla attraverso condotte sia nuove che precedentemente utilizzate per il gas naturale e, infine, di stoccarla sotto il mare Adriatico a circa tremila metri di profondità. Il progetto implica la realizzazione di quasi 80 km di nuove condotte e la riconversione di almeno 14 km di un gasdotto esistente. L’autorità competente al rilascio dell’autorizzazione del gasdotto CCS Pianura Padana – Rete di Trasporto CO₂, Gasdotti Ferrara-Casalborsetti e Ravenna-Casalborsetti – è la Regione Emilia-Romagna.

La comunità scientifica e le associazioni ambientaliste si sono già dichiarate contrarie al CCS, con numerose considerazioni di cui le istituzioni non sembrano tener conto. Per esempio, le zone interessate dalla posa dei tubi per il trasporto di CO2, comprese tra Ferrara e Ravenna, sono altamente urbanizzate ed esposte a potenziali fuoriuscite di gas; incidenti di questo tipo sono già accaduti negli Stati Uniti, con centinaia di persone costrette a evacuare le zone coinvolte e altre decine ospedalizzate con danni cerebrali permanenti.

Qual è la vostra posizione rispetto al progetto Ravenna CCS? Siete orientati al rilascio dell’Autorizzazione Unica del gasdotto CCS Pianura Padana? Quali meccanismi di informazione, consultazione e valutazione degli impatti pensate di portare avanti con i Comuni interessati dalla posa di tali opere? Come verrà garantito che i Comuni interessati non finiscano in una condizione di servitù permanente rispetto al progetto CCS Pianura Padana?

4) COSTO DELL’ENERGIA

In Italia il costo dell’energia elettrica è in gran parte determinato dal prezzo del gas e per questo le bollette energetiche per i cittadini e le imprese della regione E-R, e dell’Italia in generale, sono altissime, specie se raffrontate con quelle di altri paesi europei, o anche solo con quelle di pochi anni fa. Nazioni come Spagna e Portogallo, avendo investito moltissimo in rinnovabili, vedono sensibilmente scendere il costo dell’energia (e le relative emissioni).

Cosa intendete fare per ridurre i costi dell’energia che gravano su famiglie e imprese, e il relativo impatto sul sistema Emilia-Romagna?

5) FONTI FOSSILI E FONTI RINNOVABILI

L’Emilia-Romagna, se messa a confronto con le altre regioni italiane, risulta terz’ultima in classifica quanto a penetrazione delle rinnovabili (12% del totale, fanno peggio solo Lazio e Liguria) e prima per consumi di energia (2,8 tonnellate equivalenti petrolio per abitante, ben oltre la media nazionale). Anche le emissioni complessive di gas serra dell’Emilia-Romagna, pari a 9,5 tonnellate pro capite, sono molto più alte della media nazionale (7 tCO2eq/abitante) [fonte dei dati database Ciro].

Cosa prevedono i vostri programmi per rimediare a questa sconcertante situazione?

6) FRAGILITÀ DEL TERRITORIO

In sedici mesi (maggio 2023 – settembre 2024) la Romagna è stata investita da tre eventi estremi, con piene fluviali che hanno assunto dimensioni catastrofiche per effetto della forte occupazione del suolo. A seguito di questi eventi la Legge 31 luglio 2023, n. 100 ha predisposto un Piano Speciale di interventi sulle situazioni di dissesto idrogeologico, che è stato recentemente approvato. Il piano contiene le linee d’intervento su arginature e frane, oltre che indirizzi di pianificazione urbanistica, con l’esclusione di nuove costruzioni in determinate aree.

Come intendete modificare la Legge Urbanistica vigente (L.R. 24/2017) per adeguare i piani territoriali comunali e metropolitani alle linee di intervento del suddetto Piano Speciale in tempi certi?

7) ELETTRIFICAZIONE DEI TRASPORTI

Al fine di abbattere le crescenti emissioni climalteranti dei trasporti, che in Italia superano i 100 milioni di tCO2/anno, di cui 65 per le sole automobili, l’Europa propone obiettivi stringenti, che comportano la sostituzione entro pochi decenni del parco circolante di inefficienti veicoli tradizionali a combustione interna con mezzi ad alta efficienza, in particolare dotati di motori elettrici a batterie, sia nel trasporto privato che pubblico, sia di persone che di merci.

Quali provvedimenti intendete prendere per agevolare questa transizione in Emilia-Romagna?

8) INQUINAMENTO ATMOSFERICO

L’Agenzia Europea per l’Ambiente denuncia che la qualità dell’aria nella Pianura Padana è la peggiore di tutto il continente. I livelli di particolato fine (PM2,5), ben superiori agli standard di sicurezza, sono responsabili di circa 50mila morti premature nella popolazione italiana nel 2023, che salgono a oltre 80mila a causa dell’insieme di tutti gli inquinanti atmosferici [fonte dati]. Il Parlamento Europeo ha approvato a larga maggioranza una mozione per limiti più stringenti già al 2030, per raggiungere “inquinamento zero” entro il 2050.

Come intendete operare per abbattere i livelli di inquinamento dell’aria entro i nuovi limiti proposti dal Parlamento Europeo (per es. 10 μg/m3 per i PM2,5) e salvaguardare così la salute della popolazione dell’Emilia-Romagna dagli effetti dell’inquinamento atmosferico?

9) IDROGENO

La regione E-R si dichiara pioniera nella produzione e utilizzo di idrogeno, non considerando che nel mondo della ricerca scientifica vengono messi in dubbio sia l’efficacia che la sostenibilità di questa scelta. Visto che non saremo in grado di produrre idrogeno verde sui nostri territori per coprire i fabbisogni previsti, con la conseguente necessità di importare idrogeno dall’estero, e viste le criticità connesse al trasporto dell’idrogeno su lunga distanza, la strategia regionale suscita numerose perplessità. Molte di queste perplessità riguardano l’utilizzo di idrogeno nel trasporto pubblico (si prevedono ad esempio ben 127 autobus a idrogeno per la sola città di Bologna), dal momento che svariati progetti di treni e autobus a idrogeno sono falliti miseramente; per esempio, lo stato tedesco della Bassa Sassonia, che aveva puntato a rinnovare il parco ferroviario con treni a idrogeno, è tornato sui suoi passi dichiarando che verranno utilizzati solo treni elettrici a batteria, molto più affidabili ed efficienti, e, ancora, la città di Montpellier ha annullato l’ordine di 50 autobus a idrogeno per il trasporto cittadino e li ha sostituiti con autobus elettrici a batterie perché sono più economici ed efficienti. L’impressione generale è che la regione E-R si stia imbarcando in un’impresa insostenibile dal punto di vista ambientale, economico e sociale.

Pensate che l’idrogeno sia effettivamente strategico per l’Emilia-Romagna? Avete intenzione di proseguire nella direzione intrapresa finora o ritenete necessaria una rivalutazione dei piani regionali sull’idrogeno? Ritenete di dover sottoporre a revisione il ruolo dell’idrogeno nei piani regionali dei trasporti?

10) EOLICO E FOTOVOLTAICO

Sulla questione delle aree idonee stiamo assistendo a prese di posizione sconcertanti come quella della regione Sardegna, che di fatto impedirà tutte le installazioni di energia rinnovabile, fatte salve quelle relative ad autoconsumo, e bloccherà persino i progetti già approvati.

Considerato che la regione E-R si è impegnata a raggiungere una produzione di 6,3 GW da fonti rinnovabili al 2030, quale strada intendete seguire per raggiungere gli obiettivi previsti dai piani nazionali ed europei in relazione alla diffusione delle rinnovabili sul territorio regionale?

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