Sabato 11 maggio 2024, a meno di un mese dalle elezioni per il Parlamento europeo, tre Presidenti di Paesi membri dell’Unione Europea − Italia, Germania e Austria − prendono posizione davanti al rischio dell’astensione con una dichiarazione congiunta, invitando i loro cittadini a prendere parte alla scelta dei propri rappresentanti a Bruxelles partecipando al voto. «Vediamo nel mondo sfidati, se non apertamente minacciati, i valori fondamentali del pluralismo, dei diritti umani e dello Stato di diritto, i nostri valori. La posta in gioco non è altro che i fondamenti del nostro ordine democratico. (…) Partecipando al voto si difendono le istituzioni liberali, lo Stato di diritto, i nostri valori fondanti, la nostra comune libertà».
Nel 2024 si svolgono elezioni in Paesi che rappresentano più della metà della popolazione mondiale. Sarà un anno cruciale per la democrazia in Europa e in molte parti del mondo. In un futuro non troppo lontano, potremmo arrivare a considerarlo come un anno decisivo che avrà stabilito la rotta per i decenni a venire.
Più di quattrocento milioni di cittadini europei possono scegliere i loro rappresentanti al Parlamento europeo a cui affidare la costruzione della nostra futura Europa. Dobbiamo riflettere collettivamente su quali prospettive future vogliamo garantire e su come intendiamo affrontare le sfide di vasta portata che ci attendono.
Come presidenti della Repubblica, chiediamo ai nostri cittadini di prendere parte a questa decisione e di andare a votare!
Vediamo nel mondo sfidati, se non apertamente minacciati, i valori fondamentali del pluralismo, dei diritti umani e dello Stato di diritto, i nostri valori.
La posta in gioco non è altro che i fondamenti del nostro ordine democratico. Un ordinamento in cui i governi sono ritenuti responsabili da una cittadinanza informata, in cui istituzioni forti garantiscono i diritti di tutti, in particolare delle minoranze, e in cui la politica è un processo che cerca soluzioni attraverso un dibattito vigoroso ma civile.
I nostri tre paesi sanno che una volta raggiunta, la democrazia non è garantita. Sappiamo che la libertà e la democrazia vanno difese e consolidate, che la contrapposizione dei nazionalismi esasperati genera la guerra. La storia insegna che, dove viene meno la democrazia, l’umanità e la ragione politica vengono soffocate.
Come presidenti di democrazie liberali, siamo onorati di rappresentare le nostre diverse società, con una molteplicità di opinioni e culture. Come presidenti sappiamo che rappresentare tali società significa ascoltare molte voci e unire molte opinioni. È quindi essenziale difendere le istituzioni e i valori democratici, le garanzie della libertà, l’indipendenza dei media, il ruolo delle opposizioni politiche democratiche, la separazione dei poteri, il valore dei limiti all’esercizio del potere.
Il nostro ordine democratico liberale è profondamente legato all’unificazione europea: ancorandoci a una comunità europea di valori e di norme giuridiche, abbiamo presentato al mondo una convivenza basata sull’ordine democratico e sulla pace.
Non sorprende che coloro che mettono in dubbio i principi democratici di base mettano in dubbio anche il progetto europeo. Dimenticano che in un mondo in cui i sistemi autoritari sono in aumento, le democrazie europee devono essere veramente unite. Solo in un’Unione europea forte avremo un peso sufficiente per difendere la nostra libertà e la nostra democrazia in un mondo sempre più precario, operando per un ordine globale caratterizzato da libertà, dignità di ogni persona, rispetto di ogni Stato e del diritto internazionale.
L’Europa unita è impensabile senza democrazia, e la democrazia europea ha bisogno di democratici in tutta Europa. Cittadini che vedono la libertà democratica come una propria causa.
Votare alle elezioni è un modo semplice, ma potente per riaffermare e consolidare questo modello.
È incoraggiante che molti dei nostri concittadini lavorino duramente per rafforzare e difendere il tessuto democratico che ci unisce ogni giorno. Impiegando volontariamente il loro tempo e le loro energie per aiutare i meno fortunati, assumendosi responsabilità nelle associazioni, nelle comunità e in politica.
Le nostre democrazie sono forti perché hanno il sostegno di cittadini impegnati. In questo modo sono radicalmente diverse dai regimi che opprimono i loro cittadini, seminano la paura nelle loro società, minacciano i loro vicini.
Le prossime elezioni per il Parlamento europeo offriranno l’opportunità di eleggere rappresentanti che si impegnino a trovare soluzioni costruttive, accettando la complessità del sistema democratico. Usiamo questa occasione quando esercitiamo questo diritto fondamentale.
Partecipando al voto si difendono le istituzioni liberali, lo Stato di diritto, i nostri valori fondanti, la nostra comune libertà.
Siamo veramente «uniti nella diversità», all’interno dei nostri Paesi e all’interno della nostra Unione Europea.
Questo ci ha consentito di vivere nell’Europa più pacifica e prospera che abbiamo mai conosciuto. È un grande patrimonio che vale la pena difendere e sviluppare esercitando il democratico diritto al voto.
Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica Italiana
Frank-Walter Steinmeier, Presidente della Repubblica Federale di Germania
Alexander Van der Bellen, Presidente Federale della Repubblica d’Austria
#2 Invece di invitare i cittadini a prendere parte alla scelta dei propri rappresentanti, sarebbe più proficuo ”prendere atto delle aporie che sono presenti strutturalmente nella democrazia rappresentativa, come pure nella democrazia diretta, nella quale si afferma una logica di tipo plebiscitario. Credo che sia urgente pensare in modo diverso la democrazia e la partecipazione politica, oltre le elezioni, nelle quali si sceglie chi costituirà l’autorità politica (processo di autorizzazione), ma non si partecipa alla elaborazione della legge e al governo con il concreto dei propri bisogni, esperienze e competenze.” (Giuseppe Duso >> https://www.pandorarivista.it/articoli/crisi-della-rappresentanza-federalismo-ed-europa-intervista-a-giuseppe-duso/ <<)
#1 Con puntualità kantiana, riecco che nell’imminenza di una consultazione elettorale ci sono propinate le trite e ritrite solfe sulla partecipazione al voto, “modo semplice ma potente per difendere la democrazia”. — In questa specifica circostanza l’invito risulta particolarmente insopportabile, giungendo poco dopo l’approvazione da parte del Parlamento europeo dei testi legislativi che riformano la politica europea sulla migrazione e l’asilo >> https://www.balcanicaucaso.org/bloc-notes/Nuovo-Patto-su-migrazione-e-asilo-una-vergogna << con la quale si è sancita la negazione dei diritti umani fondamentali per coloro che hanno ''l'imperdonabile colpa'' di non possedere la cittadinanza di uno degli stati membri dell'Unione europea. — E la questione migratoria è solamente una delle (non poche) cartine al tornasole che rivelano la falsità latentemente insita nel cosiddetto ordine democratico… [Per quanto concerne l'Italia, nel "Testo unico sull'immigrazione" è scritto che "allo straniero comunque presente alla frontiera o nel territorio dello Stato sono riconosciuti i diritti fondamentali della persona umana previsti dalle norme di diritto interno, dalle convenzioni internazionali in vigore e dai princìpi di diritto internazionale generalmente riconosciuti" (Titolo I, Articolo 2, Comma 1), ma è palese che la quotidiana realtà è ben diversa… e dovrebbe essere palese che cio prescinde dal colore politico di chi c'è a Palazzo Chigi e al Viminale: chi c'era il 2 febbraio 2017, quando è stato firmato il "Memorandum d'intesa sulla cooperazione nel campo dello sviluppo, del contrasto all'immigrazione illegale, al traffico di esseri umani, al contrabbando e sul rafforzamento della sicurezza delle frontiere tra lo Stato della Libia e la Repubblica Italiana"?]
Non vedo nssuna forza politica in grado di fare davvero gli interessi della mia amata nazione. Soprattutto sono stanco di votare per “il meno peggio”. Non voterò perché nessuno dei pretendenti merita il mio voto.