In India la discriminazione verso i cristiani, i musulmani, i dalit e i tribali è in continuo aumento. Lo denuncia un nuovo Rapporto delle Nazioni Unite che indica nel partito nazionalista Bharatiya Janata Party (BJP) l’autore di continue violenze e di discorsi pubblici definiti incendiari contro questi gruppi di minoranza.
Il Rapporto, come informa l’agenzia Ucanews, è stato presentato il 12 settembre scorso da Tendayi Achiume – un esperto indipendente dei diritti umani, nominato dal Consiglio dei diritti umani dell’ONU –, il quale ha raccolto le testimonianze sulle attuali forme di razzismo, la discriminazione razziale, la xenofobia e la conseguente intolleranza presenti nel paese.
Principale responsabile di questa situazione è il governo del primo ministro Narendra Modi, giunto al potere a Nuova Delhi nel 2014, sulla spinta dell’affermazione del Bharatiya Janata Party.
Le testimonianze raccolte da Tendayi Achiume documentano «il ripetersi di dichiarazioni incendiarie da parte del BJP contro gruppi minoritari» e «l’aumento delle forme di sorveglianza nei confronti dei musulmani e dei dalit» nel paese.
Il Rapporto, richiesto da una risoluzione dell’assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2017, aveva lo scopo di analizzare «le minacce del populismo nazionalista contro i principi fondamentali dei diritti umani di non-discriminazione e di eguaglianza».
Gli attivisti dei diritti umani in India affermano che i leader del BJP continuano a propalare i loro pregiudizi contro i musulmani e i cristiani nei discorsi pubblici e nei media, rivendicando il predominio induista in un paese dove l’80% del miliardo e 200 milioni di individui sono indù.
Il leader cristiano A.C., Michel, rispondendo al Rapporto ha dichiarato: «Prendete in mano non importa quale giornale e guardate le notizie della televisione. Ogni volta che scrivono o parlano, si pronunciano sempre contro quei gruppi che già soffrono, e mai una volta che siano interessati a difenderli». I capi del partito di governo – ha aggiunto – considerano le minoranze, compresi i dalit e i tribali, come cittadini di seconda classe, e vogliono che stiano alla larga dalla corrente dominante. «Ci sono state persino richieste di bandire i cristiani e i musulmani e di spedirli in altri paesi, istigando alla violenza contro queste persone».
Durante il 2017, i cristiani sono stati oggetto di violenze in 24 dei 29 stati indiani, secondo un rapporto del Persecution Relief – un gruppo cristiano che documenta la violenza anticristiana in India. Lo scorso anno l’India ha registrato 736 episodi di attacchi anti-cristiani, vale a dire più del doppio dei 348 segnalati nel 2016.
Nel Madhya Pradesh, dove il BJP governa da 15 anni, sono stati segnalati 52 attacchi, con un aumento del 54% rispetto al 2016.
Il Rapporto di Achiume scrive che in molti paesi sono state introdotte riforme amministrative che comportano l’esclusione dei gruppi minoritari. Si riferisce ad un programma di registrazione dei cittadini attuato nello stato dell’Assam che rende milioni di persone senza patria – in gran parte musulmani giunti dal vicino Bangla Desh alcuni decenni fa.
«La discriminazione e le dichiarazioni incendiarie sono talmente clamorose, che anche le agenzie internazionali hanno iniziato a renderle note», afferma Shabnam Hashmi, attivista di Nuova Delhi, impegnato nella difesa dei diritti umani e di quelli musulmani. E ha aggiunto che è vergognoso che coloro che detengono il potere propaghino la violenza contro le minoranze e altri gruppi emarginati, inclusi i dalit, i tribali e le donne.
Negli ultimi quattro anni il sistema di vigilanza a protezione delle mucche – animali venerati nell’induismo – ha provocato l’assassinio di diversi musulmani. Secondo quanto è scritto nel rapporto di quest’anno del gruppo Amnesty che opera per la difesa dei diritti umani, ameno 10 musulmani sono stati linciati e molti altri sono stati feriti da gruppi per la protezione delle mucche, con il sostegno apparente del BJP.
Mukti Prakash Tirkey, direttore di un settimanale per i dalit e gli affari tribali, edito a Nuova Delhi, ha affermato che «è giunto il momento che i dalit, i musulmani e i cristiani si uniscano per combattere a difesa dei loro diritti».
Tirkey, attivista e leader tribale, ha sottolineato che le politiche di welfare annunciate dal governo di Modi per i tribali «sono solo chiacchiere sulla carta, mentre le condizioni della gente sono solo peggiorate».