Scene come quelle di ieri alla Camera dei Deputati della Repubblica Italiana mostrano, drammaticamente, non solo l’insipienza del dibattito politico e l’inadeguatezza civile dei rappresentanti dei partiti rispetto al compito e dovere che loro pertiene e che si sono assunti andando a sedere in quell’aula.
Mostra soprattutto la loro complessiva incapacità estetica di semplicemente sedere e parlare in quel contesto. Su quei banchi, prima di loro, vi furono uomini e donne che scesero in campo per scontri politici durissimi – in passaggi nei quali il mondo era davvero a due passi dall’apocalissi nucleare o il paese sulle soglie di una guerra civile. Ma mai misero in scena la miseria e l’imbarbarimento delle istituzioni a cui stiamo assistendo (da tempo). In questo momento, l’unica cosa che tiene in piedi un minimo di dignità istituzionale della politica italiana sono esattamente i luoghi fisici che essa ha occupato mettendo mano a una sorta di golpe estetico delle sedi parlamentari e della buona educazione.
Tutti ben oltre una crisi di nervi, loro, i nostri rappresentanti, per il semplice fatto di essere maggioranza e dover governare, da un lato, ed essere minoranza e dover fare opposizione, dall’altro. In realtà, in Parlamento oggi non si fa né l’uno né l’altro. E il cittadino, così innamorato della propria sovranità da rimetterla in toto a questi personaggi, sta a vedere un po’ beota: aggiungendo, dall’altra parte dello schermo, la sua dose di rabbia e frustrazione per il fatto di non vivere nel paese dei balocchi – in cui ogni capriccio è immediatamente soddisfatto, senza conseguenza né limite alcuno.
La miseria che ieri abbiamo messo a disposizione dello sconcerto e ludibrio internazionale è l’esito, forse inevitabile, di quei processi che hanno prodotto il cittadino-narcisista – attrezzato per di più di un’insana dose di pensiero magico, immaginando che le fluttuazioni della sua volontà di popolo sovrano possano immediatamente trasformarsi in atti politici che lo soddisfano fino alla consumazione (rapida) del suo insipido godimento.
Mi sembra evidente che dei cittadini agli attuali rappresentanti di governo, e non di meno a quelli dell’opposizione, non interessi assolutamente nulla. Sono semplicemente la carne da macello di cui hanno bisogno per legittimare ossessivamente l’occupazione poltronistica del loro potere. Immaginato, in un delirio di onnipotenza, illimitato e immune perché telepaticamente derivato senza intermediario alcuno dal popolo digitalizzato.
E noi tutti qui a berci la bella storia che ci raccontano: ogni cosa fatta in nome della volontà del popolo, quando in realtà si tratta delle pulsioni bieche ed egoistiche di un agglomerato solipsistico di individui immaturi. Perché la volontà popolare è cosa troppo seria per essere la vera ragione del misero spettacolo che abbiamo iniziato a inscenare col nostro voto.