Spett.le Redazione di Settimananews,
in ordine a quanto sta accadendo alla politica nel nostro Paese e in ordine agli atteggiamenti di alcuni protagonisti, mi sembra illuminante questo passaggio che ho trovato a pag. 261 del libro di Marco Damilano dal titolo Un atomo di verità. Aldo Moro e la politica in Italia (Feltrinelli).
«In tutto l’Occidente le innovazioni di questi anni non sono state governate dalla politica, la politica le subisce passivamente, è apparenza di potere ma non sostanza, è retorica, spettacolo, ha smesso di essere un orizzonte di senso collettivo in cui identificarsi. È tornata a essere quello che era in un’epoca pre-moderna, lo sfogo del narcisismo dei singoli leader o l’espressione di un nichilismo che consuma subito ogni progetto e ogni ambizione.
La politica non coltiva più la speranza, ma la paura dei cittadini e la loro rabbia. Genera frustrazioni negli elettori, perché promette quello che non riesce più a dare, e prova a guadagnare consenso sulla frustrazione che ha generato. È una politica che si propone come trasparente, amichevole, vicina, ma per certi versi è più oscura di prima. Le menzogne del potere erano un velo che separava il Palazzo dalla società, oggi uno strumento che modifica il dibattito pubblico, produce leadership nevrotiche, destabilizza le istituzioni».