Il quotidiano francese La Croix, in data 17 giugno 2019, ha ragguagliato i suoi lettori su due importanti aspetti della vita del Québec (Canada). Si tratta della nuova legge sulla laicità e di una nuova regolamentazione dei flussi migratori. Proponiamo l’articolo in una nostra traduzione dal francese.
Adottato con 73 voti contro 35, domenica 16 giugno, il progetto di legge sulla laicità che è stato oggetto di aspri dibattiti in Québec. Sostenuto dal primo ministro nazionalista della provincia, François Legault, e dal suo partito Coalition Avenir Québec, che sono maggioranza nell’Assemblea nazionale del Québec, il testo è una novità in Canada.
Cosa dice il progetto di legge sulla laicità adottato in Québec?
La legge prevede la proibizione di portare segni religiosi per alcuni funzionari pubblici in ruoli di autorità: nella polizia, tra i giudici, gli avvocati, le guardie carcerarie e gli insegnanti delle scuole elementari e secondarie.
Il personale attuale conserva i diritti acquisiti, mentre questa legge sarà applicata ai nuovi assunti. Il testo prevede che sarà un ministro a provvedere all’applicazione della legge potendo imporre delle misure correttive e di sorveglianza. Per le sanzioni, potrà trattarsi di misure disciplinari o di misure già previste nel quadro della funzione occupata. Per i difensori del testo è stato finalmente riconosciuto col voto un «diritto a dei servizi pubblici laici».
Quali problemi ha suscitato il testo?
I liberali, all’opposizione, denunciano una «polizia della laicità». Nel marzo scorso il primo ministro canadese, Justin Trudeau, si era opposto al progetto di legge, secondo quanto riportato allora dalla stampa del Québec: «Per me è impensabile che una società libera legittimi la discriminazione contro chiunque basata sulla religione», aveva dichiarato.
Ma la provincia rappresenta un’eccezione in Canada. «In Québec la secolarizzazione è in atto ormai da parecchi anni», spiega Rachad Antonius, professore di sociologia all’Università del Québec a Montréal. «Esiste una riflessione sulla religione nello spazio pubblico e nei servizi statali. La laicità del Québec è più vicina a una posizione repubblicana francese che britannica».
I partiti d’opposizione temono che la nuova legge finisca per diminuire le possibilità di accesso all’impiego per lavoratori qualificati, che provengono spesso dall’immigrazione, «persone che hanno scelto il Québec per radicarvisi, costruire il loro e il nostro avvenire», afferma un deputato del partito Québec solidaire.
La collera dell’opposizione viene anche dal modo in cui la legge è stata votata. Il governo ha infatti utilizzato il cosiddetto “bavaglio”, una procedura legislativa eccezionale che comprime il tempo del dibattito e accelera i tempi di adozione del testo. L’esito non piace al deputato liberale Pierre Arcand: «Il Québec sarà l’unico posto in America del Nord dove le persone si vedranno tolti dei diritti».
Cosa dice il progetto di legge sull’immigrazione?
Votato alle 4 del mattino, sempre di domenica 16 giugno, anche un secondo disegno di legge che ridefinisce la politica di accoglienza dei migranti in Québec.
Sostenuto dal ministro dell’immigrazione, Simon Jolin-Barret, il testo punta a facilitare l’integrazione delle persone migranti in Québec mediante una selezione dei candidati all’immigrazione sulla base delle loro competenze e dei bisogni di manodopera dello Stato.
La misura annulla 18.000 procedure in attesa, che riguardano circa 50.000 persone. Con il sistema della selezione la durata del trattamento di un dossier dovrebbe passare da 36 a 6 mesi. Il progetto di legge corrisponde alla volontà del primo ministro Legault: «Prendere meno persone, ma prenderle con cura».
Di fronte all’annullamento delle 18.000 procedure in attesa, l’opposizione ha però giudicato il disegno di legge «disumano ed economicista», e ha denunciato la procedura del “bavaglio” utilizzata anche in questo caso per favorire il progetto.