In Eritrea continuano le persecuzioni religiose, oltre quelle politiche e sociali. Più di trenta cristiani sono stati arrestati dalle forze di sicurezza. Sono stati fermati mentre stavano pregando in tre luoghi diversi nella capitale Asmara.
Il governo ha proibito tutte le chiese pentecostali nel 2002 e si stima che migliaia di persone siano detenute per la loro fede. Le autorità riconoscono solo quattro religioni: il cristianesimo ortodosso, l’islam sunnita, la Chiesa cattolica romana e la Chiesa evangelica-luterana dell’Eritrea. Altri gruppi religiosi sono considerati illegali in quanto il governo afferma che sono strumenti di governi stranieri.
Gruppi per la difesa dei diritti umani accusano il governo di violazioni diffuse e sistematiche dei diritti, tra cui persecuzioni e detenzioni di leader e membri delle varie Chiese vietate.
Oltre alle persecuzioni religiose, l’Eritrea, secondo agenzie per la difesa dei diritti umani come Amnesty International e Human Rights Watch, è uno Stato che pratica sistematicamente la repressione di gruppi politi e sociali di opposizione e la società è altamente militarizzata. Su di essa il presidente Isaias Afewerki mantiene una forte presa di potere.
Informazione ripresa dalla rivista Africa dei padri bianchi.