La politica italiana, in fondo, è una cosa semplice, e ha schemi piuttosto lineari, se vengono compresi. Gli attori si comportano secondo una razionalità strumentale, e quindi abbastanza prevedibile.
Ovviamente non è una previsione matematica, e non è detto che si avveri: ma ha una sua linearità logica.
Dopo la prima votazione per il Quirinale, le posizioni in campo sono abbastanza definite, e quindi possiamo sintetizzare la corsa al Colle in 10 proposizioni, 10 variabili, 10 “se”.
Quando uno di questi “se” trova una risposta, i successivi passaggi diventano non necessari. Se la difficoltà si prolunga, si può scorrere ogni variabile, sino all’ultima.
10 “se” verso il Quirinale
- Se l’Italia perde Draghi rischia una grave crisi di credibilità internazionale.
- Se il Presidente della Repubblica non viene eletto dalla stessa maggioranza del governo Draghi, il governo Draghi ha pochi mesi di vita.
- Se Draghi non va al Quirinale, il Paese resterà senza Draghi al massimo in 12 mesi.
- Se Draghi va al Quirinale è solo perché c’è un accordo politico largo sul suo successore e sui principali ministeri.
- Se Salvini chiede il Ministero degli Interni questo accordo largo è molto difficile.
- Se Salvini va al Governo, deve andarci anche Letta. Letta e Salvini nello stesso governo è una cosa molto difficile da accettare, specie per la base PD.
- Se non si trova un accordo su Draghi e sul successore al Governo, occorre cercare un’altra figura unitaria votabile, che tenga insieme l’unità nazionale.
- Se non si trova questa altra figura e ci si polarizza su figure di bandiera, alla fine occorre tornare a Mattarella.
- Se ci fosse una grave crisi di credibilità nazionale (e internazionale, guerra compresa), Mattarella non potrebbe dire di no, per una presidenza “a tempo” votata unitariamente.
- Se si è costretti a ricorrere a Mattarella, la crisi strutturale della politica italiana è certificata.
Tocca ai partiti, e alle loro fazioni interne, con scontri e accordi, trovare la soluzione al livello che ritengono per loro più soddisfacente, più vantaggioso o -nella migliore delle ipotesi- più responsabile.
È abbastanza sconfortante descrivere la politica in questi termini. Ma è la descrizione più realistica.
Ora possiamo vedere a che livello di questo percorso si arresterà la corsa per il Colle.