Fino al 2011 c’erano due Vicariati in Arabia: quello del Kuwait, che comprendeva solo il Kuwait, affidato ai carmelitani, e quello di Arabia, comprendente gli Emirati Arabi, il Bahrein, il Qatar, l’Arabia Saudita, l’Oman e lo Yemen, affidato ai cappuccini. Nel 2009 anche il Kuwait fu affidato a cappuccini.
Nasce il Vicariato del nord
Il 31 maggio 2011 ebbe ufficialmente inizio la divisione dei Vicariati. Si ebbe così il Vicariato di Arabia del nord (Bahrein, Kuwait, Qatar e Arabia Saudita) e il Vicariato di Arabia del sud (Emirati Arabi Uniti, Oman e Yemen). Quando sarà possibile, verrà eretto un terzo vicariato comprendente il vastissimo territorio dell’Arabia Saudita.
Il 17 luglio 2016 il Vicario apostolico, il comboniano mons. Camillo Ballin, chiese alla Santa Sede di erigere la Prefettura di Arabia Saudita, ma non ebbe risposta. Si pensa per motivi di sicurezza, data l’incertezza della situazione attuale.
D’accordo con i sacerdoti del Vicariato, si è deciso che la sede del vescovo, e quindi della cattedrale, fosse nel Bahrein per tre ragioni: il Bahrein è centrale nell’area del Vicariato; il Bahrein non fa problema per concedere il visto ai sacerdoti; il Bahrein è molto vicino all’Arabia Saudita, alla quale è collegato con un ponte lungo 24 km. Il Vicario apostolico può seguire con più facilità la chiesa in Arabia Saudita.
Il 16 gennaio 2010 il Vicariato è stato consacrato a Nostra Signora di Arabia, la quale gode di grande devozione fin dal 1947. La solennità viene celebrata la seconda domenica del tempo ordinario.
Dal punto di vista religioso, i cattolici del Vicariato del nord appartengono al rito latino e a tutti i riti orientali. I più numerosi sono i siro-malabaresi, seguiti dai maroniti, dai siro-malankaresi e dagli altri riti, ma oltre l’85% dei fedeli è di rito latino. Vi aderiscono soprattutto gli indiani e i filippini.
In tutte le parrocchie del Vicariato vi sono migliaia di membri del Rinnovamento nello Spirito (carismatici cattolici), molti membri di Couples for Christ e di Jesus Youth. È attivo anche il movimento “Fede e luce” per i portatori di handicap. In alcune parrocchie sono presenti anche comunità neo-catecumenali.
Il Vicariato riconosce soltanto i movimenti approvati dalla Santa Sede. Molti altri sono in attesa di essere riconosciuti ufficialmente.
Migliaia di fedeli cattolici lavorano nelle case come persone di servizio sia presso kuwaitiani sia presso altri emigrati benestanti. Spesso sono persone trattate come schiavi: viene requisito il passaporto, il periodo di lavoro è di 24 ore al giorno, le più fortunate hanno due ore di riposo ogni settimana, altre solo un giorno all’anno e altre – soprattutto nei campi di lavoro nel deserto – hanno vacanze solo ogni 6-7 anni.
Gli abusi di ogni genere sono all’ordine del giorno. Per motivi futili non viene dato il salario alla fine del mese; percosse e anche torture non sono infrequenti. Molte persone vengono imprigionate ingiustamente, accusate per lo più di furti. L’orario di lavoro impedisce a molte migliaia di cattolici di frequentare la chiesa.
Nel Bahrein
Nel Bahrein, a 20 km dalla capitale Manama, su un terreno offerto dal re, sarà costruita la cattedrale e accanto vi saranno un auditorium per 1000 persone, la residenza del vescovo, una sessantina di stanze per i ritiri spirituali dei sacerdoti e dei fedeli e per attività ecumeniche e di dialogo interreligioso. Serviranno anche per i fedeli dell’Arabia Saudita, dove non è possibile avere edifici per riunire i fedeli in occasione di ritiri spirituali. Chi risiede in Arabia Saudita può recarsi nel Bahrein senza bisogno di visto. Nella cattedrale sono previste una cappella con la statua di Nostra Signora di Arabia e la cappella del Santissimo Sacramento per l’adorazione perpetua molto praticata dai fedeli. L’edificio avrà la capacità di 2.300 persone. Ottenuto da poco il permesso di costruzione, è iniziata la gara di appalto e i lavori inizieranno nell’aprile 2018.
A una ventina di chilometri dalla capitale è in attività la quasi parrocchia di Nostra Signora della Visitazione, in Awali, dove abita il vescovo in una piccola casa della Compagnia nazionale del petrolio (Bapco). I fedeli sono un migliaio. Nella capitale Manama, gli 80 mila fedeli costituiscono la parrocchia del Sacro Cuore, dove operano 6 sacerdoti e si celebrano il rito latino, il siro-malabarese e il siro-malankarese.
Il Vicariato gestisce la scuola del Sacro Cuore dal giardino d’infanzia fino alle classi superiori, affidata alle suore carmelitane indiane di vita attiva.
Nel Kuwait
Nel Kuwait vi sono 4 parrocchie, che raggruppano circa 300 mila cattolici, per lo più filippini e indiani. I sacerdoti in funzione sono 24. I cattolici kuwaitiani appartengono a 5-6 famiglie, molto probabilmente destinate a scomparire. La parrocchia della Sacra Famiglia è anche la cattedrale del Vicariato, che, quando sarà costruita la nuova cattedrale nel Bahrein, diventerà co-cattedrale. Vi operano 8 sacerdoti e si celebrano 5 riti. Il rito latino viene celebrato in 13 lingue.
Nella città di Ahmadi, a una quarantina di chilometri dalla capitale, operano 3 cappuccini. Nel 2006, a Salmiyyah, a una ventina di chilometri dalla cattedrale, fu eretta la parrocchia dedicata a Santa Teresa del Bambino Gesù, affidata ai salesiani. A Jleeb al-Shouyukh si trova la parrocchia dedicata a san Daniele Comboni, a 25 chilometri da Kuwait City, eretta nel gennaio 2010, frequentata solo da indiani. Vi operano 6 sacerdoti, tutti indiani appartenenti ai 3 riti: latino, siro-malabarese e siro-malankarese. Abitano in 3 appartamenti. Celebrano in 3 sotterranei. Il permesso di costruire una chiesa è fortemente ostacolato dall’ala fondamentalista del parlamento.
Nel Qatar
Nel Qatar vi è la parrocchia di Nostra Signora del Rosario, che conta circa 200.000 cattolici, servita da 10 sacerdoti. La messa viene celebrata anche in altre 3 stazioni. Il Vicario apostolico preme per ottenere il terreno per costruire la chiesa. I maroniti stanno costruendo la chiesa di San Charbel, ai quali è stato dato in affitto per 25 anni un terreno di 10.000 mq. I siro-malabaresi chiedono con insistenza l’erezione di una parrocchia nel Qatar e si spingono ancora più in là, battendosi per l’erezione di un Esarcato siro-malabarese nel Golfo con centro in Qatar. Le discussioni sono piuttosto animate, tanto da chiedere l’intervento della Santa Sede.