Caro direttore,
che sta succedendo alla politica italiana? Il papa si è forse iscritto ad un partito di sinistra, e quindi c’è chi è pronto a votarlo e chi no? Questa è l’impressione che si ricava, leggendo i giornali italiani.
Ci dispiace doverlo dire da Pechino agli amici italiani: non si vota il papa alle prossime elezioni al Parlamento. Per lui si è votato una volta sola (e i non italiani erano una minoranza) con un rito che, per chi crede, rappresenta la volontà dello Spirito Santo, non di una nazione. Alle altre elezioni non si presenta.
Anzi, a rischio di dover essere smentito dai tanti che sono pronti in Italia a votare pro o contro di lui, oserei dire che proprio non parla (solo) agli italiani. Lui parla al suo pubblico ristretto di 1,3 miliardi di cattolici e al suo pubblico allargato di 7 miliardi di uomini del pianeta (tra i quali ci sono anch’io, che sto tanto lontano).
A me e agli altri non dice come scegliere alle urne, ma semplicemente che c’è un problema gigantesco nel mondo, quello dei flussi migratori. Per risolvere questo problema – ha dichiarato –, occorrono ponti e non muri e ha accolto i migranti a Lampedusa e a Lesbo.
Ma né agli USA né all’Italia né alla Grecia ha assegnato quote di accoglienza (sbaglio?). Non mi pare abbia convocato, bacchetta alla mano, presidenti e primi ministri assegnando loro obiettivi da raggiungere per spostare un numero imprecisato di persone dall’Africa, dall’Asia o dall’America Latina.
Che io sappia, ha richiamato al mondo un principio umanitario. Come realizzarlo, spetta a ciascuno nel suo ambito. Ha inoltre condannato le mafie che speculano sui traffici di uomini, oggi moderni traffici di schiavi.
Nemmeno il segretario di stato vaticano, Pietro Parolin, ha tirato le orecchie al ministro degli Interni italiano, Minniti, alla polizia o a chi per loro. Ha condannato la violenza e, soprattutto, il cardinale ha invitato tutti ad abbandonare le polemiche e ad essere costruttivi.
Quindi, la Chiesa ribadisce che ci sono dei principi da non dimenticare e invita ognuno a fare la sua parte. Chi non vuole cacciare gli immigrati, cosa propone concretamente per accoglierli? Chi non li vuole, cosa suggerisce di fatto per farli sparire come nebbia al sole?
La vita non è un’opzione tra scelte ottime, ma tra scelte problematiche. Se fossero ottime, saremmo nel paradiso terrestre o finalmente sbarcati a Utopia (a seconda delle preferenze di fede). Quindi, quali sono le scelte migliori tra quelle che abbiamo davanti? Se gli italiani ignorassero il resto e affrontassero questo interrogativo, forse il problema dei migranti sarebbero già per metà risolto.
Il testo è stato pubblicato su IlSussidiario.net il 29 agosto con il titolo I migranti e quel vizio tutto italiano di voler arruolare il Papa.