Già dichiarato venerabile nel luglio 2018 da papa Francesco, che nell’esortazione apostolica Christus vivit lo ha proposto ai giovani come modello di santità dell’era digitale, Acutis è proclamato beato dopo che la Congregazione delle cause dei santi ha esaminato un suo miracolo, avvenuto nell’ottobre 2010 nella chiesa di San Sebastiano a Campo Grande, in Brasile: la guarigione, inspiegabile clinicamente, di un bambino con una grave anomalia al pancreas.
Santo nell’era digitale
Il 10 ottobre scorso, nella Basilica superiore di San Francesco in Assisi, il card. Vallini ha presieduto la concelebrazione per la beatificazione, alla quale hanno partecipato oltre tremila persone, dislocate in vari luoghi della città per il rispetto della normativa anti-covid.
Al termine della celebrazione, Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi-Nocera Umbra- Gualdo Tadino, ha annunciato le due opere-segno che verranno realizzate: la nascita di una mensa per i poveri e un Premio internazionale Francesco di Assisi e Carlo Acutis per un’economia della fraternità, destinato a un progetto per il Terzo Mondo.
Il 1° ottobre l’urna di Carlo Acutis era già stata aperta al pubblico. Da subito le foto della salma si sono diffuse sui social come pure la notizia del corpo incorrotto. La diocesi di Assisi è intervenuta per spiegare che, al momento dell’esumazione a inizio 2019, il corpo del giovane è stato trovato «nel normale stato di trasformazione proprio della condizione cadaverica». Tuttavia, varie parti del corpo erano ancora «nella loro connessione anatomica»; quindi, in vista dell’esposizione, sono state sottoposte a diverse tecniche di conservazione e integrazione. In particolare il volto, ricostruito con una maschera al silicone.
«Carlo ha avuto una missione, specialmente per i giovani, per i suoi coetanei di questo tempo così entusiasmante e, insieme, così disorientato. Un tempo dove si sperimentano cose meravigliose attraverso una tecnologia che unisce il mondo da un capo all’altro, ma che tante volte si fa tumulto di informazioni e messaggi contraddittori, nei quali è così difficile ritrovare la bussola della verità e dell’amore».[1]
Sul web è ancora presente[2] la mostra virtuale progettata e realizzata da Carlo a 14 anni: sta facendo il giro del mondo e testimonia come per questo giovane l’eucaristia sia stata importante, da lui stesso definita «autostrada per il cielo». Dopo la sua prima comunione, ricevuta a soli 7 anni nel monastero delle Romite di S. Ambrogio ad Nemus, Carlo sempre di più alimenta una grande devozione al ss. Sacramento.
Ha pure molta attenzione verso il prossimo, «soprattutto verso i poveri, gli anziani soli e abbandonati, i senza tetto, i disabili e le persone che la società emarginava e nascondeva. Non mancava di aiutare i compagni di classe, in particolare quelli che erano più in difficoltà».[3]
La sua breve vita
Carlo Acutis nasce il 3 maggio 1991 a Londra, dove i genitori, Andrea e Antonia Salzano, esponenti dell’alta borghesia milanese, si trovavano temporaneamente per motivi di lavoro. La famiglia si trasferisce pochi mesi dopo a Milano dove Carlo frequenta le scuole elementari e medie presso le suore Marcelline, poi passa al liceo classico Leone XIII retto dai padri gesuiti.
Degli anni trascorsi al liceo ci sono testimonianze di insegnanti e di compagni di classe.[4] «Carlo non ha mai celato la sua scelta di fede e anche in colloqui e incontri-scontri verbali con i compagni di classe si è posto rispettoso delle posizioni altrui ma senza rinunciare alla chiarezza di dire e testimoniare i principi ispiratori della sua vita cristiana».
Padre Gazzaniga evidenzia i commenti unanimi degli amici di scuola del ragazzo: «Ascoltando i suoi compagni di classe, i tratti che maggiormente hanno colpito e sono entrati nel ricordo e nel vissuto dei ragazzi sono: l’allegria, la vivacità, la generosità, l’amicizia, la capacità di autodisciplina. «Mai visto arrabbiato anche se provocato»; ragazzo impegnato in diversi interessi senza trascurare i suoi doveri, sorridente, gentile, capace di buoni rapporti con tutti; «se eri di cattivo umore, stando vicino a lui ti passava», contagiava con il suo ottimismo; capace di interessi socio-politici nella fase di crescita dove spesso prevale l’attenzione a sé e al proprio piccolo mondo».
L’eucaristia al centro
Carlo si trova anche con i ragazzi del catechismo, con i poveri alla mensa Caritas, con i bambini dell’oratorio. Tra un impegno e l’altro trova il tempo per suonare il sassofono, giocare a pallone, progettare programmi al computer, divertirsi con i videogiochi, guardare i suoi preferiti film polizieschi, girare filmini con i suoi cani e gatti.
L’unica grande differenza dai suoi coetanei è che fin dai 7 anni decide di mettere al centro della sua giornata l’incontro con Gesù eucaristia partecipando alla messa e facendo l’adorazione sempre prima o dopo la celebrazione. Vive l’eucaristia quotidiana come esigenza irrinunciabile. Si confessa ogni settimana. E, sempre dal rapporto con l’eucaristia e dalla sua adorazione, prende la forza per difendere la fede anche quando gli causa problemi.
Un suo professore del liceo ricorda quando Carlo fu l’unico a parlare contro l’aborto mentre tutti i suoi compagni di classe tacciono. Il giovane poi mette in guardia i ragazzi dalle tentazioni distruttive del mondo e invita le sue amiche a non banalizzare il proprio corpo, perché bello e sacro.
Tutto questo gli crea anche incomprensioni e derisione da parte di alcuni coetanei. Ma l’incomprensione non lo spaventa mai, non gli importa di omologarsi: «Tutti nascono come degli originali – dice – ma molti muoiono come fotocopie». E per essere fedele a Gesù è pronto anche a sfidare la maggioranza che – afferma – «ha ragione solo quando è nella Verità, mai perché è maggioranza».
Nel suo breve e precoce cammino di fede ha per modelli i pastorelli di Fatima, san Domenico Savio, san Luigi Gonzaga e san Tarcisio martire per l’eucaristia. Il sostegno della sua fede insieme a Gesù, è la Madonna, per la quale prega ogni giorno il rosario, affascinato dalle sue apparizioni a Lourdes e a Fatima e ne vive il messaggio di conversione, penitenza e preghiera. Carlo è determinato nella volontà di donarsi a Dio e di servire i fratelli, con un unico obiettivo: tendere alla santità, essere santo! Prega la Madonna che lo mantenga nella purezza.
Con gli amici e con le persone che incontra parla spesso di Gesù, della Madonna, dei novissimi (morte, giudizio di Dio, inferno, paradiso) e del rischio di potersi perdere con il peccato mortale. Cerca di aiutare soprattutto quelli che vivono lontani da Gesù, nell’indifferenza per lui. Poi, improvvisa, arriva una grave forma di leucemia, incurabile, che Carlo accoglie, offrendo la sua vita per il papa e per la Chiesa.
Muore il 12 ottobre 2006; viene sepolto nel cimitero di Assisi, la città nella quale andava ogni anno volentieri per ritemprare lo spirito, anche se Carlo aveva apprezzato in modo particolare il messaggio di san Francesco recandosi più volte a La Verna. Nel gennaio 2019 i suoi resti mortali sono stati riesumati, per essere traslati, il 6 aprile dello stesso anno, nella chiesa di Santa Maria Maggiore, il Santuario della Spogliazione di san Francesco d’Assisi.
La memoria liturgica del beato Carlo Acutis sarà celebrata ogni anno il 12 ottobre, giorno della sua morte.
[1] Mons. Sorrentino, vescovo di Assisi-Nocera Umbra- Gualdo Tadino all’apertura al pubblico dell’urna del beato Carlo Acutis il 1° ottobre 2020.
[2] www.miracolieucaristici.org
[3] Dall’omelia del card. Vallini durante la beatificazione nella Basilica superiore di S. Francesco in Assisi, 10 ottobre 2020.
[4] Nicola Gori, Eucaristia la mia autostrada per il cielo Biografia di Carlo Acutis , San Paolo, Milano 2007.
Figura interessante ma a cui però non riesco più di tanto ad affezionarmi… sarà che non ho più vent’anni.
Poi trovo ormai così lontana dalla nostra sensibilità il riesumare cadaveri per quanto di santi o beati…