L’hanno ringraziato ufficialmente nel corso della Messa del Crisma il Giovedì Santo, ma in realtà il «vescovo Luigi» forse non ha potuto tenere il conto delle molte attestazioni di riconoscenza ricevute nel corso dell’ultimo anno (dal compimento dei 75 anni il 9 febbraio 2015).
Diciassette anni alla guida della diocesi di Trento hanno lasciato un segno che continua ancora oggi, giorno della consacrazione nella cattedrale di San Vigilio del vescovo eletto Lauro Tisi.
Per mons. Luigi Bressan si tratta solo di «un cambio di prospettiva» come ha dichiarato lui stesso assicurando la disponibilità ad un servizio nella sua diocesi, a cominciare dall’amministrazione della cresima per alleggerire l’impegno del nuovo pastore. E non ci sarà solo quello nel futuro di un vescovo che da sempre si è distinto per dinamismo e vitalità e che dimorerà a metà strada (5’ a piedi) tra l’arcivescovado e il seminario-studio teologico (ma lo si incontrerà spesso anche sui sentieri di montagna con una predilezione per quelli dolomitici).
Nato a Sarche nel Trentino occidentale che si apre verso il lago di Garda nel 1940 era arcivescovo di Trento dal 1999. Laurea in diritto canonico alla Gregoriana e diploma alla Pontificia accademia ecclesiastica, ha lavorato nelle nunziature di Seoul e Abidjan, per poi essere inviato alla sede delle Nazioni Unite di Ginevra; quindi alla nunziatura in Brasile e poi inviato speciale della Santa Sede presso il Consiglio d’Europa a Strasburgo. Nel 1989 è consacrato vescovo e inviato pro-nunzio in Pakistan. Dal 1993 al 1999 nunzio in Thailandia, Singapore, Cambogia e delegato per Malesia, Brunei e Myanmar. Attualmente è co-presidente del Coordinamento Religions for Peace. La sua esperienza internazionale e la conoscenza delle lingue l’han reso un punto di riferimento anche nella comunità civile. L’ultimo incarico in ordine di tempo è stata la visita a Mostar, su incarico della CEI, per prender parte all’assemblea plenaria di primavera dei vescovi di Bosnia-Erzegovina.
«ll giorno della mia nomina a vescovo – ha detto mons. Bressan rivolgendosi a tutti i fedeli in duomo – ho sentito che era una chiamata ad essere più santo: non in un pietismo che molte agiografie ci presentano, ma in quel servizio totale al bene altrui, cioè nella carità pastorale che la sequela di Cristo comporta. A mio giudizio non ci sono riuscito, ma so di poter contare sulla misericordia di Dio e sulla vostra comprensione».
A lui succede da domenica 3 aprile don Lauro Tisi (non ha mai voluto farsi chiamare monsignore): 53 anni nativo di Giustino in Val Rendena, ai piedi delle Dolomiti di Brenta – il paese limitrofo a Pinzolo dov’è nato don Ivan Maffeis, attuale portavoce dei vescovi italiani – dopo gli studi presso il Collegio arcivescovile e il Seminario diocesano viene ordinato prete nel 1987 dal vescovo Alessandro Maria Gottardi. L’anno successivo è viceparroco a Levico e quindi si trasferisce a Trento come vicerettore del Seminario, prima a fianco del rettore Piergiorgio Piechele, poi di Renato Tamanini, continuando una stretta collaborazione pastorale in particolare nelle comunità di Mattarello, Pergine Valsugana e Roncegno. Dal 2007 mons. Bressan lo nomina vicario generale.
«Pregate per me, perché io possa essere un piccolo segno dell’amore di Dio in mezzo a voi» ha chiesto ai fedeli riuniti in cattedrale dove verrà consacrato vescovo per le mani di Bressan, del patriarca di Venezia Moraglia, del vescovo di Bolzano-Bressanone, Ivo Muser e di numerosi vescovi del Nord-Est, presenti circa 290 preti e religiosi.
«Il Verbo si fece carne» è il motto del vescovo Lauro che ha scelto la lingua italiana per uno stemma che racchiude le sue montagne, l’aquila di san Venceslao, simbolo del Trentino, la colomba (Spirito Santo) e una stella per la Vergine Maria.