Il Consiglio superiore del Sodalizio ha reso note in data 20 febbraio le misure a carico di Luis Figari, osannato da Giovanni Paolo, protetto dall’arcivescovo di Lima, card. Juan Luis Cipriani, e fortemente osteggiato dal teologo Carlos Castillo, nuovo arcivescovo di Lima, che incontrerà le vittime di abusi sessuali commessi non solo dal fondatore, ma anche da altri capi del Sodalizio.
Il commissario apostolico, mons. Noel Londono, durante la V Assemblea generale tenuta di recente ad Aparecida in Brasile dal 6 al 27 gennaio, ha comunicato che il 2 ottobre 2018, il Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica del Vaticano aveva respinto il secondo appello di Figari contro le misure disposte dalla Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e Società di vita apostolica il 30 gennaio 2017.
Sono cinque le misure alle quali Figari deve sottostare:
- Non deve ritornare in Perù, eccetto per motivi gravi e sempre dopo avere ottenuto il permesso.
- Figari deve risiedere stabilmente in una residenza dove non ci sia una comunità del Sodalizio.
- Figari non può avere contatti di nessun genere con persone del Sodalizio.
- A un membro del Sodalizio viene affidato il compito di essere il referente di Figari per qualsiasi esigenza.
- A Figari viene proibito di concedere ai mass media qualsiasi tipo di dichiarazione, di partecipare a qualsiasi titolo o per qualsiasi motivo a manifestazioni pubbliche e/o incontri del Sodalizio o di altra persona o istituzione sia civile che ecclesiastica.
Il 5 febbraio, il superiore generale, José David Correa, ha emesso un decreto per rendere attuative le disposizioni. Figari ne ha una copia.
Con il decreto si è soppresso il centro del Sodalizio “Madre del riconciliatore” a Roma. Ciò comporta che la casa dove abitava Figari non è più una comunità del Sodalizio. Continuerà però ad abitarvi fino a che non sarà trovato un altro domicilio, come sollecitato dalla Congregazione.