Nicola Sfredda, pianista, compositore e didatta, è docente titolare presso il Conservatorio di Mantova, dove insegna Pratica del Repertorio Vocale, Accompagnamento Pianistico e Pedagogia Musicale. Tra le sue pubblicazioni, “La musica nelle chiese della Riforma” (Torino, Claudiana, 2010) e “Elementi di Didattica e Pedagogia Musicale” (Milano, Rugginenti, 2019).
Gianni Rugginenti è stato un grande editore musicale. Non soltanto un imprenditore intelligente e di successo, ma anche un uomo che ha saputo testimoniare con la sua opera, con il suo percorso umano e relazionale una fede autentica e profondamente vissuta.
Nato a San Colombano al Lambro il 24 aprile 1946, è venuto a mancare lo scorso 21 settembre a Milano, all’età di 77 anni.
Prima della sua dipartita ha fatto in tempo a veder pubblicato il bellissimo libro di Giovanni Marchisio, che rievoca la sua vita e la sua attività, riassunte nel titolo alquanto significativo: Sono nato da un sorriso. Gianni “Rusty” Rugginenti e la sua storia con Dio in musica.
Un libro che ci permette di conoscere non solo il valore della sua opera, ma anche, innanzitutto, la straordinaria sensibilità umana e la profonda spiritualità cristiana di questo grande uomo, suggellate da un diario spirituale che ha accompagnato tutta la sua esistenza terrena, e di cui il libro riporta ampie citazioni. Tutti coloro che lo hanno conosciuto (ed io, buon ultimo, fra questi) possono ricordare l’autenticità e la straordinaria comunicativa che sostanziavano il suo stare nel mondo ed in relazione con gli altri: una umanità che scaturiva dalla sua fede e dal suo quotidiano contatto con Dio.
La fede e il canto
Sabato 9 marzo 2024, nella sede dell’Ambrosianeum a Milano, il ricordo di Rugginenti è stato celebrato con un convegno, intitolato significativamente Cantare la fede oggi. La sfida del canto religioso dentro e fuori la liturgia, in ricordo di Gianni Rugginenti. Si è trattato di un bell’incontro, coordinato dal presidente di Ambrosianeum, Fabio Pizzul, e arricchito da vari interventi e testimonianze di persone che hanno collaborato con lui nel settore del canto per la Chiesa.
La densa mattinata di ascolto è stata arricchita da esecuzioni musicali dal vivo, con una sorpresa finale: la presenza di tre dei quattro componenti del Mnogaja Leta Quartet, storici amici di Rugginenti, ormai anziani ma sempre ottimi nella loro prestazione musicale, che hanno donato ai presenti l’esecuzione di due spirituals eseguiti a cappella, ossia senza accompagnamento strumentale.
Il convegno è stato l’occasione per ricostruire l’opera di Rugginenti, ma anche per riflettere sul percorso della musica da chiesa dopo il Concilio, in particolare nell’ambito del genere pop, che senza dubbio non è l’unico possibile nel tempo presente, benché abbia il vantaggio di incontrare un consenso di massa.
Il percorso di vita e di lavoro di Gianni Rugginenti è stato veramente particolare. La sua attività inizia in parrocchia e nell’attivismo in seno all’Azione Cattolica, negli anni Sessanta del secolo scorso. L’idea di comporre canti nuovi per la liturgia, sulla traccia indicata dal Concilio vaticano II, appena conclusosi all’epoca, spinge Rugginenti dapprima a cimentarsi come cantautore, poi ad aggregare progressivamente altri amici, fino a fondare una casa di produzione discografica, la Rusty Records (Rusty, che in inglese significa ruggine, è il simpatico soprannome con cui è stato sempre chiamato, per una scherzosa elaborazione del suo cognome).
La casa editrice
Il successo sempre crescente dell’iniziativa porta ben presto Rugginenti a creare una casa editrice, che porta il suo nome. Dapprima orientato sulla pubblicazione di queste nuove produzioni “cantautorali”, il giovane editore non trascura però altri ambiti: in particolare ricordo, alla fine degli anni Settanta, l’originale Salterio dei Monaci di Camaldoli (qui), in lingua italiana, che evoca l’antico stile del canto gregoriano.
Posso testimoniare un ricordo personale di questo lavoro: nel 1980, durante la sessione estiva del SAE (il Segretariato Attività Ecumeniche, fondato da Maria Vingiani), al passo della Mendola, ebbi occasione di ascoltare alcuni di questi Salmi dalla viva voce di padre Innocenzo Gargano, che poi mi fece dono della pubblicazione che tuttora possiedo; fu forse il mio primo incontro col nome di Rugginenti, che all’epoca era poco più che trentenne.
Negli anni seguenti, pur continuando ed ampliando la sua produzione di opere nuove destinate alla liturgia e al canto assembleare, l’attività editoriale di Rugginenti si sviluppa progressivamente, andando ad abbracciare un vasto settore di opere rivolte in particolare alla didattica della musica.
Celebre la traduzione italiana del metodo Bastien, una grande opera didattica americana per gli strumenti a tastiera (pianoforte e organo), nelle due versioni per bambini e per adulti, che altri editori musicali italiani avevano rifiutato: per Rugginenti è stato un successo enorme, a motivo del carattere all’epoca molto innovativo di questo metodo. Anche di questo lavoro ho un ricordo personale: giovane docente di pianoforte, adottai queste pubblicazioni per i miei studenti, fin dagli anni Novanta.
Ulteriori collaborazioni hanno poi qualificato la produzione di Rugginenti: il celebre Manuale di Storia della Musica di Elvidio Surian, il Manuale di Storia della musica nel cinema di Ennio Simeon, e molti altri lavori pubblicati da celebri esperti, quali ad esempio Quirino Principe ed Emilia Fadini, oltre a composizioni di autori importanti.
Didattica e apprendimento
Una delle ultime grandi intuizioni dell’editore è stata la proposta di nuovi metodi destinati in particolare alla didattica inclusiva e ai disturbi specifici dell’apprendimento.
Nel 2015 egli decise di vendere la sua impresa a Marco Volontè, ma rimase nell’azienda, continuando a scegliere personalmente alcuni autori, che sono stati presentati ancora col marchio Rugginenti: ed è stato anche il caso del mio libro Elementi di Didattica e Pedagogia Musicale, pubblicato nel 2019. Sono venuto così a conoscere quindi non solo la persona che ha dato il nome a pubblicazioni che conoscevo da quarant’anni, ma anche la qualità umana straordinaria di quest’uomo consacrato. Una vera grazia, per me, averlo conosciuto.
Mi sia perciò consentito terminare brevemente rievocando la mia esperienza personale. Avevo deciso di contattare Gianni Rugginenti per fargli una proposta di pubblicazione editoriale; la mia sorpresa fu già al primo contatto telefonico e fu poi confermata nell’incontro che avvenne nel suo ufficio di corso Venezia a Milano. Non fui accolto da un freddo manager, bensì da una persona di eccezionale affabilità, che subito mi mise a mio agio. Conobbi così il celebre sorriso che ha dato spunto anche al titolo della sua biografia.
Nei successivi incontri, che seguirono a questo primo, la nostra conoscenza si approfondì e andò a toccare i temi a lui più cari, la sua fede, la militanza nell’Azione Cattolica, che si intrecciavano con le mie esperienze, pur differenti; un dialogo sollecitato anche da una Appendice che avevo inteso aggiungere al mio testo: intitolato Musica e Bibbia nella scuola primaria, questo mio scritto rappresenta uno dei lavori ai quali tengo maggiormente e per questo motivo avevo pensato di inserirlo in coda al mio libro.
Il grande editore si era messo a disposizione dell’ultimo arrivato tra i suoi autori, seguendo passo passo la nascita del mio libro ed esprimendo il desiderio di approfondire con attenzione e con estrema cura, ma anche con grande semplicità e fiducia, il completamento del lavoro.
Per chi volesse leggere una breve ulteriore testimonianza personale del valore di questo incontro, rimando alla lettura di un post che ho pubblicato nello scorso gennaio sul mio blog (qui).
Tornare alla fede
Si dibatte spesso sul valore della fede, e spesso lo si denigra, anche con qualche ragione, quando la fede diventa solo ripetizione meccanica di abitudini familiari o sociali, oppure rappresenta una risposta facile ad interrogativi che si vogliono chiudere senza approfondimento.
Ben altra cosa è la fede autentica, quella che sostanzia la vita di una persona e la rende effettivamente più umana. La fede di Rugginenti era autentica e profonda, e questo si avvertiva non tanto e non solo dalle sue esplicite affermazioni, ma anche e soprattutto dallo stile di vita e dalle relazioni che sapeva instaurare con le persone che incontrava, fossero esse i suoi dipendenti, oppure i suoi autori più acclamati, o anche l’ultimo arrivato nella sua Casa, come è capitato anche a me.
Una grande testimonianza, dunque, che conserverò per sempre nella mia memoria, come esempio e anche come incoraggiamento, nei momenti in cui anche a me a volte sembra che tutti siano cattivi e disumani: per ricordarmi che questa generalizzazione non è vera.