Nella notte tra mercoledì e giovedì è morto ad Arona Giannino Piana, una delle figure maggiori della teologia morale italiana dopo il concilio Vaticano II.
Negli anni Ottanta del secolo scorso, per uno studente novarese di teologia, il secondo anno di corso rappresentava l’incontro, nella veste di docente, con il prof. Giannino Piana, inizialmente per il trattato di Etica filosofica e, nel successivo triennio, per tutti i trattati della teologia morale fondamentale e speciale.
La sua lucida esposizione argomentativa era frutto di una sintesi e di una linea di ricerca che, in quegli anni, stava assumendo il profilo caratteristico della maturità. Gli studenti e le studentesse erano introdotti a una chiara comprensione delle problematiche, con una viva attenzione allo svolgimento dei dibattiti interni alla teologia e all’orizzonte più vasto e dinamico della cultura umana. Anche le questioni più complesse erano sviluppate da Piana con un apprezzabile tratto di equilibrio valutativo, radicato in una sicura competenza acquisita attraverso una vivacità e curiosità intellettuale rimasta intatta sino alla fine.
«Una teologia diversa e attraente»
Giannino Piana, nei suoi lunghi anni di passione e di lavoro intellettuale, ha mostrato una feconda e longeva generatività. Più dialettica, probabilmente, negli anni giovanili, in sintonia con lo spirito del tempo, e poi via via carica di una sapienza, che, talvolta, era consapevole di infrangere inerzie e miopie intellettuali, anche all’interno della Chiesa. Con il nitore dell’argomentazione e la lucidità di pensiero, ha sempre offerto ai propri lettori motivi di riflessione mai banali, sempre centrati al cuore delle questioni, specialmente in alcuni temi la cui sensibilità etica è oggi particolarmente vivace e contrastata.
Un percorso lungo, a partire dagli anni della formazione a Roma, che aveva potuto beneficiare di maestri insigni in un tempo irripetibile, forse, per la teologia. È lui stesso a ricordarlo nella lunga intervista riportata nel volume di scritti in suo onore in occasione dell’ottantesimo compleanno Un’etica per tempi incerti: «Ricordo con grande ammirazione le lezioni di Bernard Lonergan, Juan Alfaro, Maurizio Flick, Zoltan Alszeghy, Antonio Orbe, Karel Vladimir Truhlar, Stanislas Lyonnet, Donatien Mollat», Joseph Fuchs, e poi all’Accademia Alfonsiana per il perfezionamento in teologia morale, Bernhard Häring. «Una teologia diversa e attraente mi si spalancava dinnanzi agli occhi; una teologia che restituiva al mistero cristiano piena credibilità, non solo per il rigore scientifico con cui le tematiche venivano trattate, ma anche per l’afflato spirituale che ne lasciava intravedere la bellezza».
Questa impressione, unita alla passione di approfondire, era stata immediatamente trasfusa nel suo insegnamento presso le istituzioni accademiche della diocesi di Novara, seminario e Istituto Superiore di Scienze Religiose, continuato per trentacinque anni dal 1966 al 2001, ricoprendo anche la carica di Prefetto degli studi e di Preside. Giannino Piana era un teologo impegnato e stimato in tutta Italia, quasi sempre in viaggio per lezioni, conferenze e convegni, oltre che per altri incarichi di insegnamento che si sono alternati negli anni: la facoltà teologica dell’Italia Settentrionale a Milano e Torino, la facoltà di teologia del Salesiani di Torino, l’Università di Urbino, dove aveva la cattedra di Etica cristiana e, negli ultimi anni, l’Università di Torino.
Contributo fondamentale
Senza dubbio è stato un protagonista di prima grandezza nello sviluppo della teologia morale in Italia. Lo ha fatto attraverso i suoi scritti, che hanno puntualmente scandito il percorso riflessivo tracciato dal concilio vaticano II con la partecipazione ai più significativi progetti editoriali che, dagli anni Settanta del XX secolo sino a oggi, si sono succeduti nella forma di manuali e dizionari, oltre che di monografie scientifiche e collaborazioni a numerose riviste.
Una riflessione a tutto tondo, in grado di ricoprire con il giusto grado di autorevolezza, l’intero spettro disciplinare della filosofia e della teologia morale. Un pensiero integrale che, in tutta evidenza, è rintracciabile nella sua monumentale teologia morale In novità di vita, in quattro volumi, completata da un «alfabeto dell’etica» in forma di dizionario, pubblicata da Cittadella dal 2012 al 2017, a cui aggiungere il testo di filosofia morale La verità dell’azione. Introduzione all’etica (Morcelliana, 2011): opere portate a termine negli ultimi due decenni attraverso un certosino lavoro di composizione e assemblaggio di una ricerca distesa in più di mezzo secolo.
Credo che a guidare il lavoro intellettuale di Piana siano stati i postulati di riforma, auspicati dal Vaticano II, che costituiscono il filo rosso attorno a cui organizzare un ingente lascito di pensiero. Giannino Piana ci ha lasciati l’11 ottobre. In questo stesso giorno, nel 1962, e con tutta probabilità lui era a Roma per gli studi, si teneva la solenne sessione inaugurale del Concilio Vaticano II sotto la guida di Giovanni XXIII.
Questo evento ecclesiale ha rappresentato l’occasione, ancora in età giovanile, di intuire le questioni fondamentali che avrebbero guidato la sua riflessione negli anni a venire, come lui stesso mi confidava nella sua intervista: «Le questioni di fondo da affrontare erano quella dello statuto proprio della verità morale – questione preliminare coinvolgente tanto l’etica filosofica che quella teologica – e quella della identità della morale cristiana. Tutto questo sulla spinta del Concilio che, riconoscendo nella Gaudium et spes l’autonomia delle realtà terrestri, riconosceva l’esistenza di un’etica umana fondata sulla ragione, nella quale la stessa rivelazione affondava, per molti aspetti, le proprie radici».
L’apertura alla dimensione del mondo, suggerita dal Concilio Vaticano II, era per Giannino non solo occasione di continuo rinnovamento dei suoi interessi, sino agli ultimi contributi relativi alla ‘cultura del digitale’, ma anche motivo per la coltivazione di amicizie e collaborazioni con molti esponenti della cultura in Italia, anche del pensiero laico, per un confronto intelligente ed aperto, oltre che per la costruzione di significative mediazioni su delicate questioni dell’etica politica, economica e della bioetica.
«Purezza di cuore»
La comunità dei teologi morali italiani ha beneficiato del contributo di Giannino e, soprattutto per molti, della sua amicizia, della reciproca stima, anche nella differenza di prospettive e scuole di pensiero. In questo senso, fondamentale è stato il suo contributo allo sviluppo dell’Associazione Teologica Italiana per lo Studio della Morale, che ha potuto contare sulla sua saggia guida, prima come segretario, dal 1975 al 1984, e poi come presidente, dal 1984 al 1992, in anni cruciali, e talvolta non facili, per i cultori della disciplina, e, in questi ultimi decenni, accompagnandone a distanza, ma sempre con saggezza e partecipazione, i suoi sviluppi.
«Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio». Mi piace associare questa espressione di Gesù al ricordo di Giannino Piana. È stato un puro, cioè integro e sincero: nelle passioni della sua gioventù, nel prolungato ed estenuante impegno della maturità, nelle sofferte decisioni personali di questi ultimi decenni e, nonostante la fatica fisica e psicologica, nell’epilogo della vita.
La trasparenza di una parola dotata di parresia, cioè di forza spirituale e morale per sostenere le proprie posizioni e le proprie scelte, anche esistenziali, pagandone il prezzo. Uno sguardo trasparente su di sé, sugli altri e sul mondo. Questa trasparenza e integrità, che il Vangelo chiama «purezza di cuore», è garanzia di vedere il compimento di una speranza umana, ma anche è uno sguardo che ci è stato donato per vedere, attraverso di lui e la testimonianza della sua vita, il mistero di amore in cui tutti siamo compresi e in cui ci è data la possibilità di riconoscerci reciprocamente, unicamente e in verità, per quello che siamo.
Pier Davide Guenzi è Presidente dell’Associazione Teologica Italiana per lo Studio della Morale (ATISM).
Ho avuto la fortuna, l’onore direi, di averlo come profeessore per due anni a Novara, a metà degli anni ’90. Di lui ricordo benissimo la chiarezza espositiva, la capacità di sintesi, la grande cultura e soprattutto la profonda onestà intellettuale. Il suo insegnamento non era solo nelle nozioni, ma anche nel metodo di studio.
Lo ringrazio con tutto il cuore
Da laico cattolico collocato politicamente a sinistra le riflessioni etiche di Giannino Piana mi sono sempre state preziose. Fino all’ultimo articolo su Rocca n.19, “Bioetica, una stagione difficile”, che mi è arrivato a casa il giorno della sua morte. Preziose, perché problematiche, e quindi utili nelle assemblee in cui è aperto il confronto con posizioni diverse. Ma oggi voglio ricordarlo per un suo contributo strettamente “politico”, su Rocca nel 2017: sul referendum costituzionale scrisse a favore del monocameralismo. Fu coraggioso, perché fuori dal coro: non vi vedeva un attentato alla Costituzione che era, fra gli altri, il pensiero di Raniero la Valle, il notista politico della rivista. Nel 2019, i lettori di Rocca, in risposta al questionario della rivista, dichiararono al 60% di avere votato, sconfitti, come Giannino Piana. Quando poi i veri vincitori, i populisti, proposero il loro referendum costituzionale, cioè la riduzione dei parlamentari, io, e parecchi altri, votammo “no”. pur sapendoci sconfitti in anticipo.
Ho conosciuto Giannino Piana all’istituto di scienze religiose di Urbino negli anni ’80. vi insagnava Etica cristiana. L’ho avuto per tre anni ed è stato un prof molto alla mano, semplice, umile, disponibile, gentile. persona molto competente nella sua materia che amava profondamente. era un prete allora che andava senza i vestiti del prete, nero con il collare come chi indossava il clergiman (es. Sartori) anziché la talare. Ho quindi un ottimo ricordo di lui e dei suoi volumi sui quali studiavamo… Un ricordo molto positivo di una bella persona…Grazie Giannino!
Riporto qui il commento alla morte di Giannino Piana di un mio conoscente frate:
“Uno dei pochi moralisti italiani che in 35 anni di oscurantismo (1978-2013) ha mantenuto libera la sua voce, cercando di valorizzare le persone e non inchinandosi solamente davanti ai documenti pontifici.
Vieni servo buono e fedele, prendi parte alla gioia del tuo padrone.”