Il 2 giugno è morto a Oberursel (Francoforte) Harald Pawlowski, giornalista fondatore del settimanale Publik-Forum. Fin da giovane impegnato nel sindacato e nel sociale, Pawlowski inizia la sua carriera giornalistica allo Spiegel nel 1961 – generando non poco stupore per questa sua scelta professionale nel personale ecclesiastico cattolico di Amburgo, la città in cui era nato il 26 febbraio 1930.
Nel ’64, anche grazie alla mediazione del vescovo ausiliare di Amburgo J. von Rudloff, al quale era legato, passa alla “Katholische Nachrichtenagentur” – perché la Chiesa cattolica, data la situazione politica nazionale caratterizzata dalla Grande coalizione di governo fra CDU e SPD, sentiva l’esigenza di avere una persona di riferimento che avesse contatti diretti con i sindacati e il partito social-democratico.
Sono anche gli anni in cui Pawlowski esce dalla CDU a motivo di una politica del partito eccessivamente sbilanciata sugli interessi del mondo finanziario e imprenditoriale – a discapito dei lavoratori e di interventi nel sociale: “Nella CDU ho sempre portato avanti una posizione in cui il capitale e il lavoro dovevano avere la stessa importanza per il partito”.
Arrivano gli anni del post-concilio, e i vescovi tedeschi decidono di creare un settimanale (che si chiamerà Publik) mediante il quale si portassero avanti le linee fondamentali del Vaticano II. La rivista esce per la prima volta nel 1968, composta da due parti: una socio-politica e una con profilo teologico.
Nell’autunno del 1971, affermando ragioni economiche, i vescovi decidono di chiudere il settimanale, questo nonostante un gruppo di essi, con in capo il vescovo di Münster H. Tenhumberg, si oppose alla decisione chiedendo trasparenza nei motivi che avevano portato a chiudere Publik (non i soldi, infatti i finanziamenti della Conferenza episcopale tedesca al settimanale cattolico Rheinischen Merkur aumentarono proprio in quel periodo).
Toccò a Pawlowski, che era rappresentante sindacale della rivista, negoziare i termini della chiusura della rivista per ciò che concerneva le coperture sociali dei dipendenti che si trovarono improvvisamente senza lavoro.
Se Publik non aveva più ragione di essere per i vescovi tedeschi, non fu così per Pawlowski che, nel giro di un anno, diede vita a un nuovo settimanale – appunto, Publik-Forum – Giornale di cristiani critici (il cui primo numero uscì nell’autunno del 1972). Vi riuscì anticipando quelle che furono strategie messe in atto nei decenni seguenti, ossia trovando finanziamenti attraverso una iniziativa dei lettori a sostegno della nuova rivista (che, agli inizi degli anni 2000 poteva contare su mille sostenitori). In questo modo Pawlowski si garantiva non solo la possibilità di portare avanti con una nuova rivista l’impresa editoriale e lo spirito iniziale di Publik, ma anche una sostanziale indipendenza dai centri di potere tedeschi (ecclesiali, politici e finanziari).
Indipendenza che ha caratterizzato Publik-Forum dalla sua nascita fino a oggi, con tutti gli spostamenti di baricentro che la rivista ha conosciuto – passando da essere un medium che guardava prevalentemente a una determinata fascia di lettori all’interno del cattolicesimo tedesco a un bisettimanale che si rivolge oggi a uno spettro più ampio all’interno della società del paese.
L’idea di fare dei lettori dei co-editori di Publik-Forum non si fermava per Pawlowski alla mera questione finanziaria, ma ha sempre riguardato anche i temi scelti per gli articoli e il modo di scriverli – nelle redazioni della rivista chiedeva infatti sempre ai suoi collaboratori “di questo tema che cosa riguarda in maniera particolare per i lettori di Publik-Forum?”.
Per chi ha fatto informazione ecclesiale sulla Germania, la rivista fondata da Pawlowski è stata per lungo tempo una fonte alternativa da tenere d’occhio: non solo perché trattava temi che riviste più interne alla struttura della Chiesa tedesca non toccavano (ancora, molte volte – dovendo poi rincorrere questioni già aperte su Publik-Forum), ma anche perché offriva uno sguardo diverso su temi diffusamente discussi nel cattolicesimo tedesco.
Pawlowski fu capo-redattore fino al 1998, anno in cui diventò editore della rivista – fino al 2011, quando fu nominato editore onorario di Publik-Forum. Quando Pawlowski iniziò la sua avventura ben pochi avrebbero scommesso sulla capacità di tenere in vita la rivista anche solo per qualche anno: a novembre 2022 Publik-Forum celebrerà il suo 50mo anno di vita – lo farà senza la presenza del suo fondatore, le cui idee e il cui spirito si sono però profondamente radicate nella matrice umana e culturale della sua creatura.