Durante il concilio Vaticano II, Michele Pellegrino (1903-1986) fu responsabile della commissione incaricata della riforma delle letture patristiche della Liturgia delle ore. Nominato arcivescovo di Torino il 18 settembre 1965, pronunciò due importanti discorsi prima che il concilio chiudesse i lavori il 7 dicembre di quello stesso anno. Il primo riguardava la retta promozione del progresso umano e il secondo l’importanza della cultura nella formazione del presbitero. Terminato il concilio, il cardinale arcivescovo di Torino ebbe modo di sviluppare in molti modi e in molte sedi le idee portanti del Vaticano II.
Questo libro, curato da Bartolo Gariglio e da Francesco Traniello, attingendo al tanto materiale ancora inedito, ci offre 12 testi pronunciati dal card. Pellegrino tra il 1966 e il 1972. I primi cinque sono raccolti sotto il titolo “Chiesa e mondo contemporaneo”. Il riferimento alla Gaudium et spes è evidentissimo. Così come è evidente la sincerità con la quale si parla della Chiesa in rapporto al mondo: di essa il cardinale esamina la crisi, le tensioni, le istanze, i drammi, i paradossi. Eppure – sostiene il porporato – la Chiesa ha qualcosa da dare e da dire all’uomo del suo tempo, essa ha un messaggio e dei valori da proporre al mondo contemporaneo.
Tre interventi hanno per titolo “Cultura contemporanea e laicato”. Anche qui appare chiaro l’aggancio alla Gaudium et spes per il tema cultura e alla Apostolicam actuositatem per i laici. Il cardinale, dopo aver esaminato i caratteri distintivi della cultura, si interroga su quale possa essere l’apporto della Chiesa in questo ambito. Ispirandosi alla visione conciliare, egli vede nel dialogo Chiesa-cultura un settore di grande interesse e di reciproco arricchimento. Più di ordine pastorale gli ultimi quattro interventi. Si tratta generalmente di meditazioni dettate al clero. Esse hanno come tema il prete nel mondo contemporaneo, i giovani e il ministero della Parola. Anche qui non mancano schiettezza e realismo. Parlando ai presbiteri, il card. Pellegrino parte dal loro “senso di frustrazione di fronte al mondo moderno” prima di proporre alcune “forme di vita” che possono rendere significativa la loro presenza nella Chiesa d’oggi.
Tutti i 12 testi riportati in questo libro godono della vivacità del parlato. Si potranno apprezzare la vastità della cultura dell’allora arcivescovo di Torino, la sua capacità di leggere i “segni dei tempi”, il suo garbo nel proporre soluzioni, la sua saggezza di pastore, la sua passione per la Chiesa.
Michele Pellegrino, Dire il Concilio. Testi inediti (1966-1972), a cura di Bartolo Gariglio e Francesco Traniello, coll. “Studia Taurinensia – Inediti Pellegrino”, Effatà editrice, Cantalupa (TO) 2015, pp. 251, € 18,00.