Johan Vincent Galtung, pioniere degli Studi sul conflitto e sulla pace (Peace and Conflict Studies), è deceduto il 17 febbraio 2024 all’età di 94 anni. Uomo dall’instancabile energia è stato accademico, operatore per la pace, attivista e instancabile self-promoter. Matematico e sociologo di formazione (completò due Major Subject, uno in matematica e uno in scienze sociali a pochi mesi di distanza), si è dedicato per tutta la vita alle tematiche del conflitto e della pace in chiave internazionale.
I suoi contributi più significativi riguardano la visione del conflitto come potenzialmente positivo e la sua riflessione sulla violenza strutturale. Degna di nota, in particolare, la sua concettualizzazione di «pace positiva», che attrarrà fin da subito un grande interesse perché particolarmente innovativa. Secondo Galtung, la «pace positiva» è fondata sulla complementarietà di due elementi: (i) l’assenza/riduzione della violenza di ogni tipo e (ii) la trasformazione nonviolenta e creativa dei conflitti (Galtung, 1996).
Questa nuova concettualizzazione rimane, nella prima parte, ancorata a una visione della pace come «assenza». Implicitamente si rimanda a una società pacifica, anche se in termini molto generali e generici (a ragione fu criticata da Boulding, 1977). Nella seconda parte, invece, la pace viene ri-concettualizzata in «positivo» come «risposta a» una guerra o a un conflitto in atto, ma qui l’accento non è posto sulla violenza del conflitto ma piuttosto sui mezzi per superarlo o «trasformarlo». Tra l’altro il «conflitto» potrebbe anche essere non violento o almeno non caratterizzato da violenza in atto (Bartolucci, 2013). La visione del conflitto come potenzialmente positivo è probabilmente l’intuito più felice di Galtung.
Autore estremamente prolifico fu anche un attento studioso della nonviolenza gandhiana. Notevole il suo impegno nel settore del giornalismo di pace.
Fondò il Centro di Ricerca sulla Pace di Oslo (PRIO) nel 1959 e il Journal of Peace Research nel 1964. Divenne il primo Professore di Peace Studies dell’Università di Oslo nel 1969. Si licenziò appena nove anni dopo, per i troppo frequenti impegni all’estero. Con il tempo, i suoi interventi pubblici divennero via via più polemici, facendogli guadagnare non poche critiche.
Tra gli addetti ai lavori è ricordato non solo per i contributi fondamentali nel settore dei Peace Studies ma anche per la forte consapevolezza della sua caratura (è probabilmente l’autore con più self-citation al mondo!) e per il forte ego (ricordava spessissimo ai suoi interlocutori che era un genio e, in effetti, probabilmente lo era).
Boulding (1978: 75) di lui scriverà: «Ci sono alcune persone come Picasso con una produzione così ampia e così variegata che è difficile credere che provenga da una sola persona. Johan Galtung ricade in questa categoria». Vista la vastità della sua produzione intellettuale, non è facile racchiudere in poche righe i contributi più importanti del suo complesso (e per alcuni aspetti criticabile) percorso intellettuale.
Si può certamente affermare che lo studioso norvegese non accettava facilmente critiche ed era restio ad ammettere i suoi errori; tuttavia, è ammirabile la tenacia con la quale si è battuto per tutta la durata della vita per ampliare il concetto di pace, dissociandolo da quello di sicurezza (armata).
Per tutti coloro che si dedicano alla ricerca sulla/per la pace, Johan Galtung è stato un mentore insolitamente stimolante. Dotato di grande capacità retorica e di un forte carisma, era per lui facile circondarsi di studenti e simpatizzanti. In questo suo ruolo, fu sempre generoso e incoraggiante. Anche gli studiosi che, con il tempo, si sono allontanati dal suo pensiero, prendendo altre strade, non possono non riconoscergli il ruolo cruciale di apripista e l’instancabile impegno alla promozione della pace con mezzi pacifici. Un impegno che ora sta a noi portare avanti.
- Dal sito del Centro studi «Sereno Regis», 19 febbraio 2024
Riferimenti
Valentina Bartolucci (2013), «Italian Peace Studies. Genesi, situazione e prospettive degli Studi per la Pace in Italia», Scienza&Pace Research Papers n. 18 – luglio.
Kenneth Boulding (1977), «Twelve Friendly Quarrels with Johan Galtung», Journal of Peace Research, vol.14 no.1, pp. 75-86.
Johan Galtung (1996), Peace by Peaceful Means, Sage Publications.