Josef, martire della coscienza

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Josef Mayr-Nusser morì il 24 febbraio 1945 in un carro bestiame del campo di concentramento di Dachau. Era stato condannato all’internamento per essersi rifiutato di prestare a Hitler il giuramento delle SS. Sabato 18 marzo egli verrà proclamato beato nel duomo di Bolzano dal vescovo Ivo Muser.

Joseph Mayr-Nusser il giorno del matrimonio con Franziska

Joseph Mayr-Nusser il giorno del matrimonio con Franziska

Per l’occasione, il pastore della Chiesa di Bolzano-Bressanone ha inviato alla diocesi la lettera pastorale per la quaresima sul tema della coscienza, riprendendo la definizione data a Mayr-Nusser di “martire della coscienza”. Già nella lettera pastorale per la quaresima del 2010 il giovane obiettore era stato ricordato dall’allora vescovo Karl Golser con queste parole: «Nella sua formata coscienza e nella conoscenza dei misfatti del nazionalsocialismo gli era assolutamente chiaro che non si poteva prestare un giuramento di fedeltà a un Führer criminale». «Il rifiuto del giuramento – scriveva ancora mons. Golser – fu la conseguenza logica della sua vita totalmente rivolta alla sequela di Cristo, ed egli si sentì obbligato in coscienza in questo caso serio a mettere in gioco anche la sua vita, nonostante i doveri verso la moglie e il figlio».

Riprendendo i testi della Scrittura e l’insegnamento conciliare, il vescovo Golser definiva la coscienza «il cuore dell’uomo», la «sua sfera più intima», il «luogo della conoscenza del bene» e del «dialogo tra uomo e Dio».

Come si forma la coscienza

Tre gli aspetti che il vescovo Muser richiama riguardo alla formazione della coscienza.

  • Essa si forma in un dialogo con Dio vissuto nel silenzio e nella solitudine, lasciando emergere alcuni interrogativi: «Chi sono io agli occhi di Dio…? Come sono la mia vita e la mia situazione davanti a Dio?». Il vescovo di Bolzano ricorda che Mayr-Nusser partecipava alla messa quotidiana e che spesso condivideva la sua preghiera con i fratelli della comunità cristiana. Conosceva per esperienza la forza che deriva dalla preghiera, dalla parola di Dio e dall’eucaristia, tanto da affermare: «Ogni comunità vera può essere costruita soltanto partendo dall’altare».
  • La coscienza si forma, inoltre, nel dialogo e nel confronto con gli altri, soprattutto con persone che hanno esperienza spirituale. Alcuni passaggi della vita (conflitti di coscienza, decisioni difficili…) hanno bisogno di un attento discernimento. Anche papa Francesco (cf. Amoris laetitia 312) esorta i fedeli «ad accostarsi con fiducia a un colloquio con i loro pastori o con laici che vivono dediti al Signore». «Per Josef Mayr-Nusser – scrive il vescovo Muser – era importante lo scambio con altri. Questo lo aiutò a farsi un’opinione personale, a formare la coscienza e, infine, a decidersi per ciò che riteneva giusto». Durante la sua prigionia, prosegue il vescovo, a Josef mancò molto questo scambio con persone che condividessero i suoi valori.
  • La coscienza suggerisce ed educa al bene. Il vescovo Golser ricorda che «la nostra comprensione del bene si sviluppa e matura gradualmente nel corso della nostra vita». A ciò concorrono persone, esperienze, incontri. A indirizzare la coscienza alla scelta del bene contribuisce anche «la tradizione morale della nostra fede», vale a dire quel «“patrimonio vitale” delle esperienze e delle ragioni morali di tante generazioni umane». Commenta il vescovo Muser: «A Josef Mayr-Nusser, in quanto guida dei giovani, stava particolarmente a cuore la formazione della coscienza. Sollecitava i giovani a imparare a distinguere autonomamente tra il bene e il male. Chi si impegna seriamente in questa distinzione non seguirà più ciecamente la massa e le mode predominanti».
Adesso tocca a noi

Nell’ultima parte, la lettera pastorale esorta i cristiani a formare la propria coscienza «in modo tale che nelle sfide e nelle circostanze attuali riusciamo a trovare soluzioni e risposte secondo il Vangelo e secondo i valori iscritti nella natura umana». E gli ambiti di impegno non mancano: difesa della vita, salvaguardia dell’ambiente, attenzione alle persone disabili, deboli o malate, apertura del cuore agli esclusi e agli emarginati, accoglienza dei profughi… Queste persone – ricorda il vescovo di Bolzano-Bressanone – rischiano di subire torti o di venire offese nella loro dignità. Allora, al regine ingiusto del nazionalsocialismo, Josef Mayr-Nusser si oppose strenuamente. Ora tocca a noi far fronte alle tante storture e ingiustizie del nostro tempo. Per questo il vescovo Muser chiede che il prossimo beato «ci aiuti a trovare la perseveranza e la risolutezza di orientare la nostra coscienza costantemente a Dio e il coraggio civile di seguire fedelmente la nostra coscienza come bussola per la nostra vita».

Se la Chiesa di Bolzano-Bressanone sente particolarmente “suo” questo nuovo beato, tutta la Chiesa gioisce nel ricordo e nell’intercessione di questo “martire della coscienza”.

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