Nei primi giorni di agosto è morto Klaus Nientiedt – redattore della rivista tedesca Herder Korrespondenz dal 1984 al 1998, anno in cui assunse la direzione editoriale del settimanale diocesano di Freiburg Konradsblatt (fino al 2019, quando entrò in pensione).
Il suo è stato un lavoro di informazione ecclesiale rigoroso, attento e curioso. Interessato a comprendere i fenomeni della Chiesa, anteponeva uno scavo profondo nella raccolta delle informazioni al giudizio precipitoso su un fatto.
Un giornalismo appassionato per la Chiesa e le sue vicende, di cui si sentiva parte con un compito che non doveva essere né di parte né scontato, sapeva bilanciare con raro equilibrio la giustificazione, la discussione necessaria e la critica – leale ma sempre schietta.
Soprattutto nel periodo trascorso alla direzione del Konradsblatt ebbe occasione di mostrare la sua dote di formatore di generazioni più giovani di giornalisti impegnati nell’informazione ecclesiale, religiosa e culturale.
Il primo ricordo che ho di lui in questo momento è un’immagine signorile, accompagnata da un papillon che lo contraddistingueva quasi come un marchio di fabbrica, cordiale e mai supponente, sempre disponibile alla conversazione, allo scambio di informazioni e a una lettura a più voci delle cose di Chiesa. In questi momenti informali si poteva attingere alla sapienza delle sue interpretazioni, che rimanevano sempre aperte perché c’era sempre qualcosa di nuovo da apprendere che avrebbe potuto riconfigurarle.
A livello professionale, un giornalista che scriveva solo dopo un profondo lavoro di scavo e di raccolta di informazioni, controllate più volte – un modo di fare informazione oggi in via di estinzione.