«Più si fa buio intorno a noi, e più dobbiamo aprire il cuore alla luce che viene dall’alto». Sono le parole di Edith Stein in una lettera del 9 dicembre 1938: esse dischiudono in breve l’essenza della sua vita e tracciano una direzione sicura a noi, che viviamo in un’epoca storica diversa, ma segnata dalla stessa lotta tra buio e luce, sia dentro che fuori di noi. Questo buio non ci deve schiacciare, ma aprire alla luce che ancora più splende nella notte.
Edith Stein è una grande testimone di speranza e non a caso è patrona d’Europa: ha voluto condividere fino in fondo le sorti del suo popolo, diventandone una viva preghiera di intercessione, abbracciando con coraggio la deportazione nei campi di concentramento che la condusse alla morte il 9 agosto 1942.
Presenza fedele, di perdono, di speranza
Di famiglia ebraica, scelse durante l’adolescenza di diventare atea, fino a convertirsi al cristianesimo e a consacrarsi nell’ordine carmelitano. Grande filosofa e pensatrice, getta così un ponte tra queste esperienze umane così diverse, per evidenziarne il filo rosso che le lega e che ha espresso con queste sue famose parole: «Chi cerca la verità, consapevolmente o inconsapevolmente cerca Dio».
Nel suo pensiero, come nella sua vita, veniamo inoltre introdotti nel grande mistero della croce, che ha tanto amato. Dal campo di concentramento scrive: «Sono contenta di tutto. Ave Crux, Spes unica». Ella ci indica che il luogo del dolore può divenire il luogo del dono di sè nell’amore, e il luogo dell’unione sponsale con Cristo, che nella croce ci ha amato fino alla fine.
Ella richiama la nostra attenzione e risveglia la nostra consapevolezza: Cristo è presente proprio nella nostra storia, così com’è, nelle sue luci e nelle sue ombre. E la sua presenza è sempre una presenza fedele, di perdono, speranza, promessa di vita nuova.
Nella nostra famiglia religiosa delle carmelitane di s. Teresa di Firenze, è la comunità presente a Praga in Repubblica Ceca che gode della protezione di Santa Teresa Benedetta della Croce (il nome religioso di Edith Stein).
Ella infatti è la testimone per eccellenza soprattutto per quei paesi che hanno sofferto il giogo delle grandi dittature e la violenza delle grandi ideologie, e che ora, generazione dopo generazione, cercano la strada verso una libertà sempre più piena, in cui le ferite del passato possano servire come sapienza collettiva, rinnovata coscienza sociale e desiderio di ritrovare, insieme alla propria identità di popolo, anche una profonda spiritualità, dove risiede la verità, dove l’uomo ritrova in modo saldo la propria dignità.
La dolce manna
Concludo con un componimento poetico della Santa, composto nel 1942, che ci fa immergere nella vita dello Spirito Santo aprendoci al movimento pasquale di morte e risurrezione: è questa la grande speranza e la forza di noi cristiani, «perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova» (Rm 6,4).
Non sei la dolce manna
che dal cuore del Figlio fluisce nel mio,
cibo degli angeli e dei santi?
Egli, che si levò dalla morte alla vita,
ha risvegliato anche me ad una vita nuova
dal sonno della morte
e mi dà una nuova vita di giorno in giorno,
e un giorno la sua pienezza mi sommergerà,
vita dalla tua vita – tu stesso:
Spirito Santo –
Vita eterna.
Marta Mazzero è carmelitana di Santa Teresa di Firenze