Padre Luigi Lorenzetti non amava parlare di sé. Potremmo dire che tutta la sua vita, la sua consacrazione religiosa e il suo ministero sacerdotale sono stati vissuti alla luce del compito che i suoi superiori gli avevano affidato: quello di insegnare teologia morale. La sua esistenza è stata in questo senso un’esistenza teologica, messa a servizio del rinnovamento della teologia morale. Ha vissuto un tempo unico nella stagione della morale italiana: apparteneva a quella generazione di teologi che, formatasi sui manuali tradizionali, era stata chiamata a mettere in atto quanto il Vaticano II chiedeva nella Optatam totius: «Si ponga speciale cura nel perfezionare la teologia morale, in modo che la sua esposizione scientifica, più nutrita della dottrina della sacra Scrittura, illustri la grandezza della vocazione dei fedeli in Cristo e il loro obbligo di apportare frutto nella carità per la vita del mondo».
Nel 1966, un anno dopo la chiusura del Concilio, i moralisti italiani si erano costituiti in Associazione e auspicarono ben presto una rivista come espressione e strumento di promozione di un rinnovato pensiero teologico morale. Nasce così la Rivista di teologia morale (1969), con le cui vicende padre Lorenzetti si è quasi identificato, assumendone ben presto la direzione che manterrà fino al 2012, divenendo poi direttore emerito fino al 2014, anno che segna la chiusura della Rivista. Le altre attività che padre Luigi svolgerà con grande dedizione – l’insegnamento presso lo studio teologico S. Antonio di Bologna e l’Istituto di scienze religiose di Trento; l’attività interna all’Atism (Associazione teologica italiana per lo studio della morale), prima come segretario (1984-1992) e poi come presidente (1992-1996); le numerose conferenze tenute in Italia; la direzione delle collane di morale presso le EDB; la partecipazione al Comitato nazionale di bioetica, ecc… – si inseriscono in questa attività di direzione della Rivista, intesa come stimolo e volano del rinnovamento della morale e, in specifico, della via italiana ad esso.
Tracciando un bilancio a quarant’anni dalla fondazione della Rivista (2009), padre Lorenzetti indicava un triplice e convergente orizzonte di questo cammino: l’orizzonte biblico-teologico, che andava recuperato rispetto all’oblio nel quale la morale tradizionale lo aveva lasciato cadere; l’orizzonte storico, che imponeva di situare la teologia morale nel vivo del contesto culturale odierno (in particolare il mondo postmoderno e la globalizzazione); l’orizzonte ecclesiale, perché la teologia morale non è indipendente dalla Chiesa, dalla sua vita e dal suo magistero. Se si vuole approfondire l’itinerario teologico-morale di Luigi Lorenzetti non si può che riferirsi al volume La morale nella storia. Una nuova voce nei 40 anni della Rivista di teologia morale (1969-2009) (EDB, Bologna, 2009), dove sono raccolti, in chiave tematica, tutti i suoi interventi ai Forum della Rivista: un itinerario che mostra sia la versatilità degli argomenti (vengono toccati tutti i principali temi della teologia morale) sia il rigore, l’equilibrio, la chiarezza con cui essi vengono trattati. Rileggere qualche suo contributo può essere un modo propizio non solo per ricordare il contributo che padre Lorenzetti ha dato al rinnovamento della teologia morale, ma anche per continuare con fiducia nel solco da lui tracciato.