Le notizie di cronaca ci hanno avvertito che è morto il papà di Mafalda. Lo scorso 30 settembre, infatti, all’età di 88 anni, se n’è andato Joaquìn Salvador Lavado, universalmente noto come Quino.
Per fortuna ci è rimasta Mafalda! Della quale abbiamo ancora bisogno, tanto più in epoca di pandemia. È Mafalda-Quino infatti a ricordarci – con l’arma umile ma planetaria del fumetto – che dobbiamo prenderci cura del mondo. La bambina ribelle creata dalla matita magica di un artista come Quino si mostra infatti costantemente quanto mai inquieta sulla sorte della salute del nostro pianeta. Fin dai suoi esordi, infatti, andando a dormire, dedica una speciale buona notte al mondo, con la promessa di rivedersi la mattina, salvo, dopo breve pausa, avvisare preoccupata il mondo stesso: «Ma sta attento! Molti irresponsabili restano svegli, sai!».
Così preoccupata che, in un’altra striscia, mentre sta pensando quale sia la direzione giusta, arriva a concludere tutta sola: «Da che parte bisogna cominciare a spingere per mandare avanti questo mondo?».
Il mondo è malato (quante volte papa Francesco ci ha ricordato che non si può essere sani in un mondo infermo!), e con esso le relazioni tra le persone e con la terra. Per questo dobbiamo prendercene cura. Sono, infatti, i piccoli compagni di Mafalda, quasi ad anticipare i movimenti di protesta giovanili guidati da Greta contro il cambiamento climatico, che ci avvertono che il mondo è malato e depresso.
Dalla penna magica di Quino esce, tra le tante, anche questa storia. Siamo a scuola e la maestra sta interrogando Manuelito, che risponde bene alla prima domanda che è: «La terra ha la forma di uno…?» «sferoide» dice Manuelito. La maestra incalza: «Giusto! E il nostro pianeta presenta una leggera ammaccatura. Dov’è?». Risposta indecisa, ma sincera dell’alunno: «Nell’anima?». Cosa con cui concorda Mafalda qualche storia dopo, quando, avendo sentito dire dalla radio: «Abbiamo trasmesso le ultime notizie internazionali», volgendosi al suo amico mappamondo, conclude perplessa: «Con tanti dispiaceri non fa che dimagrire».
Sì, Mafalda-Quino è molto preoccupata per il destino del mondo! La vediamo, ad esempio, a casa, seduta ad altezza mappamondo, guardarlo e riguardarlo fino a quando non conclude con la domanda: «L’avrà brevettata Dio questa idea del manicomio rotondo?».
Dal suo punto di osservazione e da quello dei suoi piccoli amici, per rimediare alle sofferenze e alle ingiustizie diffuse, la ricetta è semplice. È quanto sostiene la piccola Libertà (perché la libertà. ai tempi della dittatura in Argentina, quando disegna Quino, è ancora piccola) che in un dialogo con Mafalda osserva: «Per me quello che non va è che pochi abbiano molto, molti abbiano poco e alcuni non abbiano niente».
Questo il problema che – sempre secondo la bambina – può essere risolto, parole sue, «se questi alcuni che non hanno niente avessero qualcosa del poco che hanno i molti che hanno poco… e se i molti che hanno poco avessero un poco del molto che hanno i pochi che hanno molto, ci sarebbero meno pasticci». E, dopo la complicata analisi del problema, a concludere: «Ma nessuno fa molto, per non dire niente, per migliorare un poco una cosa così semplice…». Sic!
In definitiva, l’attualità della creatura di Quino, se ancora ne dubitassimo, ci è data da questi “giorni cattivi”, quando una catastrofe globale può diventare lezione di vita solo se – direbbe Mafalda – scegliamo di prenderci cura del mondo, degli altri e così anche di noi stessi.
Gracias Quino! E gracias Mafalda!
Speriamo che le striscie di Mafalda continuino a girare!