Un prete milanese, laureato in filosofia alla Cattolica e licenziato in teologia fondamentale alla Facoltà teologica di Milano, dedica uno studio molto accurato e ben fondato ad un filosofo cristiano come Guitton, ancora poco noto benché amico di Paolo VI e tra i precursori del Vaticano II.
Di quella poliedrica figura viene presentata dapprima la sua drammatica esistenza (1901-1999, compresi gli anni di prigionia nazista e degli incontri-scontri con la curia vaticana) e poi il suo dinamico pensiero di filosofo alla ricerca di un confronto serio con la sua fede cristiana viva e in movimento.
Tra le sue tesi fondamentali: fede e dogmi sono in movimento nella storia delle Chiese e del mondo (ciò sulla scia di pensatori come Newman e Teilhard de Chardin); la stessa realtà cosmica e l’esistenza dell’uomo mostrano segni evidenti di limiti e di privazioni insieme con un costante cammino verso qualcosa d’altro e di nuovo spesso sorprendente (verso una speranza forte e misteriosa): quindi, più che il «penso e quindi sono» di Cartesio e dell’illuminismo sembra più realistico un «divengo e quindi (sono e) sarò» (pag. 296).
In questo contesto il filosofo francese affronta razionalmente e in modo critico anche “il problema Gesù” e il suo posto nel cosmo e nell’esistenza umana, alla luce di germi di tipo filosofico completati poi con la cristologia soprattutto di Paolo e di Giovanni (prologo del IV Vangelo, lettere agli Efesini e ai Colossesi). Ma il “problema Gesù” coinvolge anche razionalmente quello dei Vangeli e dei loro valori, quello del rapporto tra il Gesù della storia e quello cosiddetto della fede delle Chiese primitive e e di quelle successive.
Qui il filosofo Guitton esprime osservazioni e proposte se non originalissime o nuove però certamente molto valide, a cominciare dal collocare lo studio dei Vangeli nel contesto socio-religioso-politico di quella Chiesa che li ha elaborati, elaborati però a partire dalla memoria storica di un Gesù veramente straordinario in tutta la storia del suo tempo (e non solo), in particolare dalla sua morte ignominiosa e “maledetta” in croce. In altre parole guittoniane: da eventi fortemente limitati eppure diventati carichi di sorprese e di speranza.
Per una così forte sottolineatura del divenire di una realtà più unica che rara, Guitton sognava anche una… prossima Chiesa capace di armonizzare il Syllabo e il Vaticano I con il Vaticano II (e con le linee programmatiche del più volte citato card. Martini e del papa attuale). Sempre nel contesto di un cammino storico mai chiuso, Guitton trattò anche temi come la donna, la mariologia, la sessualità, la corporeità e la futura e già attualizzantesi risurrezione dell’uomo.
Grazie a don Paolo Poli per questa ricchissima presentazione di una figura ben degna di appartenere alla sempre più numerosa schiera di nuovi antropologi cristiani e non solo. E quindi capaci anche di avviare un nuovo tipo di apologetica e di riflessione teologica.
PAOLO POLI, Il pensiero di Jean Guitton: l’uomo, il tempo, Dio, ed. You can print, Lecce 2019, pp. 278, € 16,00.