È morto all’età di 86 anni Eberhard Jüngel, una delle figure maggiori della teologia evangelica non solo tedesca, ma anche europea e globale. Il suo Dio mistero del mondo è diventato molto rapidamente un classico della letteratura teologica.
Colto, amante del bello, pungente – è stato fino in fondo un teologo classico, ma capace di dialogo e critica con le istanze della modernità (e molto distante dalle istanze – vaporose, diceva – della ragione post-moderna). Tübingen è stata la sua casa accademica e personale, qui ha retto per 18 anni l’Evangelisches Stift – un collegio della Chiesa evangelica del Baden-Württemberg per studenti di teologia in vista del ministero di pastori o dell’insegnamento della religione nelle scuole.
Fu un critico pungente della Dichiarazione congiunta sulla dottrina della giustificazione firmata dalla Federazione luterana mondiale e dal Pontificio consiglio per il dialogo ecumenico.
Dio è un mistero pubblico – affermava, e trovava felice l’intuizione del card. Martini secondo la quale la dimensione pubblica propria della Chiesa è quella della celebrazione liturgica. Lo ricordiamo con affetto e simpatia, e avremo occasione di approfondire ulteriormente la sua figura e il lascito che consegna all’intelligenza della fede cristiana.