Oscar Arnulfo Romero è nato il 15 agosto 1917. Nel centenario della sua nascita, papa Francesco ha annunciato che si recherà a San Salvador per la canonizzazione del vescovo ucciso dagli squadroni della morte il 24 marzo 1980 mentre celebrava l’eucaristia.
Potrebbe diventare santo entro il prossimo anno il vescovo Oscar Romero. Ad anticiparlo in un’intervista a Radio Vaticana, in occasione del centenario della nascita che si celebra il 15 agosto, è stato monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita e postulatore della causa: «Il processo di canonizzazione è a buon punto, stiamo esaminando un miracolo che riguarda una donna incinta e il suo bambino, miracolosamente guariti. Abbiamo iniziato l’esame del miracolo e mi auguro che il processo vada presto a compimento. Se tutto ciò accade, è possibile che l’anno prossimo si possa sperare di celebrare la canonizzazione di Romero». Solo un anno dopo quanto auspicava lo scorso anno monsignor Gregorio Rosa Chavez, suo ausiliare e uno nuovi dei cardinali dell’ultimo concistoro: «Nel 2017 ricorrono 100 anni dalla nascita di Mons. Romero, siamo fiduciosi che prima di tale data lo avremo sugli altari».
Mons. Romero, vescovo di San Salvador, ucciso da un cecchino il 24 marzo 1980 sull’altare, è stato beatificato due anni fa, il 23 marzo 2015, nella piazza Salvatore del Mondo a San Salvador, un giorno prima del 35° anniversario della «la data in cui è nato in Cielo» come scriveva papa Francesco nella lettera inviata per la beatificazione. Un «vescovo martire» capace di «vedere e ascoltare la sofferenza del suo popolo» che «in tempi di difficile convivenza ha saputo guidare, difendere e proteggere il suo gregge, rimanendo fedele al Vangelo e in comunione con tutta la Chiesa» scriveva ancora Bergoglio all’arcivescovo della diocesi salvadoregna, monsignor José Luis Escobar Alas.
Un martire «in odium fidei» considerato santo dal suo popolo fin dal momento della morte e che anche la Chiesa anglicana venera da tempo avendogli eretto una statua tra Martin Luther King e Dietrich Bonhöffer nell’abbazia di Westminster.
Sulla sua figura molti hanno scritto e tanti hanno tradotto e pubblicato i suoi scritti, con un’accentuazione accresciuta negli ultimi anni.
Il motivo lo spiega con schiettezza Piergiorgio Cattani, filosofo, giornalista e scrittore trentino, nella prefazione al suo ultimo volume «Romero santo dei poveri» (Il Margine, Trento 2017, pp. 272, € 15,00): «Ci eravamo abituati al paradosso che i morti ammazzati dai regimi comunisti erano martiri, mentre quelli eliminati dai regimi autoritari di destra non lo erano, in quanto vittime di tensioni politiche, non certo di guerre di religione. Per lungo tempo Romero era stato “in odore di comunismo” piuttosto che di santità».
A questo riguardo mons. Paglia sottolineava: «Romero è uno dei testimoni che ha segnato la storia della Chiesa dal Concilio Vaticano II in poi. Aveva compreso che per cambiare il mondo occorreva ripartire dall’amore per i poveri e molti hanno pensato che questa scelta per i poveri fosse una scelta politica, dettata da un’analisi marxista. Ma non è così: la scelta di amare i poveri per cambiare il mondo è la stessa che fece Gesù Cristo».
Senza alcuna presunzione di completezza vogliamo qui elencare i testi più significativi usciti sull’arcivescovo salvadoregno in questi 37 anni che ci separano dalla sua brutale esecuzione sull’altare da parte degli squadroni della morte del regime.
Alla ricerca della verità
Quanti si sono impegnati fin dall’indomani della sua morte a scrivere e a parlare su di lui hanno cercato essenzialmente di far conoscere la verità sulla sua figura – a Trento nel dicembre 1980 nasceva da parte di un gruppo di giovani poco più che universitari l’Associazione Oscar A. Romero – contro ogni controversia interpretazione politica dell’epoca.
Tra gli autori che si sono cimentati spiccano alcuni giornalisti spinti dalla volontà di scavare a fondo nelle vicende storiche.
In testa non si può non collocare Ettore Masina, giornalista del Concilio, poi in Rai e in Parlamento, originario della Valcamonica e morto a fine giugno. Masina ha indagato per anni con lo spirito del cronista la storia di un «piccolo grande vescovo» e ha pubblicato tre versioni di un saggio arricchitosi via via di un numero sempre maggiore di testimonianze e particolari inediti: l’ultima versione è «L’arcivescovo deve morire. Oscar Romero e il suo popolo», Il Margine, Trento 2011, pp. 376, € 18,00).
Un altro saggio è a firma del filosofo e giornalista di Bolzano Francesco Comina, 50 anni, noto per il suo impegno a favore della pace e convivenza in Sudtirolo e autore, tra l’altro di un testo sul beato Josef Mayr-Nusser. Edito per i tipi dell’Editrice Meridiana nel 2016 – «Monsignor Romero, martire per il popolo», Meridiana, Molfetta (BA) 2016, pp. 216, € 18,00) – ripercorre gli anni più tormentati di Romero attraverso le pagine di un diario che egli aveva voluto registrare ogni giorno perché si sentiva minacciato di morte.
La prefazione è di Adolfo Pérez Esquivel, lo scrittore argentino Premio Nobel per la Pace proprio nel 1980 (un premio che molti sono certi sarebbe stato assegnato a Romero se non fosse stato ucciso). «I martiri sono germi di vita che disseminano speranza e rinsaldano i cammini della fede. Rendono la terra feconda attraverso la forza delle parole e il coraggio di una vita vissuta insieme con la Chiesa popolo di Dio – scrive Esquivel – le loro voci echeggiano per il continente latinoamericano e per il mondo». «Si racconta che nel marzo del 1980, quando alcuni giornalisti gli annunciarono che era nel mirino dei militari, lui, che già lo sospettava, rispose: “Si, mi hanno spesso minacciato di morte, ma devo dirvi che come cristiano non credo nella morte senza resurrezione. Se mi uccideranno, resusciterò nel popolo salvadoreño. Ve lo dico con la massima umiltà. Spero si convincano che stanno perdendo il loro tempo. Un vescovo può morire ma la Chiesa di Dio, che è il popolo, non cesserà mai di esistere». «Papa Francesco – conclude Esquivel – ha risarcito il martire e profeta Romero per l’ingiusto oblio di cui è stato vittima. Ne ha ristabilito la memoria indicandolo come luce della Chiesa latinoamericana popolo di Dio che riconosce i propri profeti che ispirano e mostrano il cammino della fede».
Ultimo in ordine di tempo tra quanti scavano nella storia quello già citato curato da Piergiorgio Cattani, già autore di un articolo dal titolo «Romero, martire di una fede liberatrice» (Il margine 4/2007). «Romero, santo dei poveri. Il martirio di un vescovo convertito dal popolo» (Il Margine, Trento 2015, pp. 272, € 15,00) è un testo che raccoglie contributi di diversi studiosi, Luigi Adami, Giacomo Canobbio, Alberto Conci, Fabrizio Forti, Rosino Gibellini, Paolo Giuntella, Girolamo Job, Abramo Levi, Giuliana Martirani, Ettore Masina, Michele Nicoletti, Vincenzo Passerini, Rodrigo Rivas, Armido Rizzi, Grazia Villa, Alberto Vitali, Silvano Zucal. «Lo sapevamo da 35 anni. Ugualmente da 35 anni aspettavamo il momento della beatificazione di Oscar Arnulfo Romero. Il riconoscimento definitivo non solo del suo martirio, ma della sua figura di cristiano, sacerdote e vescovo. Aspettavamo questo momento che sancisce il riconoscimento definitivo di un approccio ecclesiale, di un modo radicale di essere cristiani – scrive il filosofo trentino nella prefazione. Aspettavamo questo momento nella certezza che sarebbe prima o poi arrivato. Eravamo “saldi nella speranza”, qualche volta “contro ogni speranza” (cf. Rm 4,18). Romero era per noi “un nome da ricordare” come recita il titolo di un articolo di Paolo Giuntella, contenuto in questo volume, risalente al 1981. Questo intervento era il primo articolo del primo numero della rivista Il Margine. Il testo contiene anche il discorso pronunciato da Oscar Romero all’università di Leuven il 2 febbraio 1980 in occasione del conferimento della laurea honoris causa.
Ma non ci sono solo giornalisti e filosofi tra quanti han scritto su di lui: un esempio è il testo di Massimo De Giuseppe di professione storico presso la Lulm di Milano, che nel 2007 ha pubblicato «Oscar Romero. Storia, memoria, attualità», EMI, Bologna 2007, pp. 320, € 15,00.
Fondamentale poi il testo di Jon Sobrino, filosofo e teologo di origine spagnola che vive in El Salvador dal 1957 dove insegna all’Università Centramericana e ha conosciuto personalmente Oscar Romero: «Romero, martire di Cristo e degli oppressi», EMI, Bologna 2015, pp. 288, € 17,00.
«Romero è stato un profeta ineguagliabile – scrive Sobrino – in lui la parola di Dio fluiva come acqua trasparente e smascherava i cuori come spada affilata, denunciava con rigore gli oppressori e difendeva teneramente gli oppressi».
Alberto Vitali, parroco di Santo Stefano Maggiore a Milano e autore anche di una biografia su mons. Samuel Ruiz, il vescovo del Chapas, ha pubblicato «Oscar A. Romero. Pastore di agnelli e lupi» (Paoline, Milano 2010, pp. 312, € 19,00) con l’intento di guardare innanzitutto al suo popolo, per non fare del personaggio un mito o un santino, un esempio di spiritualità avulsa dalla storia.
Sempre per la San Paolo in occasione della beatificazione è uscita la biografia a cura di Roberto Morozzo della Rocca con prefazione di Andrea Riccardi («Oscar Romero. La biografia», Paoline, Milano 2015, pp. 280, € 14,90).
Le sue parole vive più che mai
Altri editori hanno preferito far conoscere le parole stesse del vescovo Romero, i suoi discorsi, le sue omelie, il suo diario …
Tra questi le Edizioni Dehoniane che han pubblicato nel 2014 per la collana Lapislazzuli «La messa incompiuta. Le omelie di un vescovo assassinato» (EDB, Bologna 2014, pp. 80, € 7,00 disponibile anche in epub) con la prefazione di Jon Sobrino. «La voce dell’arcivescovo di San Salvador, per il quale è in corso dal 1997 la causa di beatificazione, è stata spenta da un colpo di pistola sparato da un sicario al momento della consacrazione, ma la sua “messa incompiuta” è destinata a proseguire nel tributo del popolo e della Chiesa alla sua memoria e alle sue parole».
L’anno successivo l’Editrice Missionaria usciva con un testo di scritti inediti: «La Chiesa non può stare zitta. Scritti inediti 1977-1980» (EMI, Bologna 2015, pp. 144, € 13,00) con prefazione di mons. Vincenzo Paglia (e disponibile anche in e-book e epub).
«Quando la Chiesa cerca di essere lievito, sale e luce in mezzo a tante tenebre e tanto marciume, viene attaccata nella vita dei suoi sacerdoti» scriveva monsignor Romero, in questa lettera del novembre 1979. «Non scoraggiatevi per la persecuzione che ci prende di mira, piuttosto vedetela come segno che davvero stiamo cercando di costruire il regno di Dio».
Nel 2002 Veniva pubblicato «La violenza dell’amore. Le parole di un vescovo per il suo popolo», Città Nuova, Roma 2002, pp. 216, € 14,00.
È dell’editrice Borla «La voce di Oscar A. Romero. Testi e omelie». Traduzione di T. Tosatti, Borla, Roma 2007, pp. 288, € 16,00.
Per approfondire la sua teologia
L’Editrice Missionaria ha pubblicato diversi testi sulla sua teologia o per dirla con uno dei titoli sul suo «catechismo».
Nel 2003 Márquez Ochoa Armando, Presidente della Fundahmer (Fondazione Hermano Mercedes Ruiz), e rappresentante del CEBES, il Coordinamento delle Comunità ecclesiali di base salvadoregne, nelle quali ha lavorato fin dall’età di dodici anni, pubblicava «Il lieto messaggio. Il catechismo di Oscar Romero», EMI, Bologna 2003, pp. 272, € 10,00.
Nel 2010 don Antonio Angeli, parroco della diocesi di Cremona, dottorato in Teologia dogmatica presso la Facoltà teologica dell’Italia centrale a Firenze e già Docente presso l’Università Cattolica, sede di Cremona, coordinatore del gruppo locale intitolato appunto a Oscar Romero e traduttore in proprio dei testi originali, pubblicava «Il Cristo di Romero. La teologia che ha nutrito il Martire d’America», EMI, Bologna 2010, pp. 128, € 9,00.
In occasione della beatificazione usciva per i tipi delle Edizioni del Messaggero di Padova con una breve raccolta, ragionata e commentata, delle omelie e lettere pastorali più significative a partire dalle parole di papa Francesco che nell’intervista di ritorno dal viaggio in Corea del Sud (agosto 2014) lo aveva definito un vero «uomo di Dio»: Antonio Agnelli (a cura di), «Oscar Romero profeta di Dio»,Edizioni Messaggero, Padova 2015, pp. 96, € 9,00.
«Vogliamo ricordarlo attraverso la presentazione dei contenuti fondamentali del suo pensiero cristologico e pastorale», scrive Antonio Agnelli, «contenuti che sono divenuti un tutt’uno con la sua stessa vita e con la trasparenza della sua fede, sino al punto di donare per il Signore e i poveri il sacrificio estremo della sua esistenza».
Il medesimo editore ripropone in queste settimane il testo di Maria Clara Bingemer, teologa brasiliana, studi alla Gregoriana e docente alla Pontificia Università Cattolica di Rio de Janeiro (Maria Clara Bingemer, «Oscar Romero. Martire della liberazione»,Edizioni Messaggero, Padova 2015, pp. 222, € 22,00). Una narrazione dei tratti essenziali di quello che viene chiamato «il Vangelo di Romero», un testo squisitamente teologico che raccoglie gli atti di un convegno del 2010 che aveva lo scopo di approfondire la fede del vescovo martire umile pastore della Chiesa dei poveri. Un testo, spiega l’autrice, che si propone di far risuonare «la sua parola vivente e la sua poderosa ispirazione, insieme all’eloquenza dei suoi gesti, le parole e l’ispirazione di molti uomini e donne anch’essi martiri nelle terre latino-americane». Gli scritti sono a firma di Pedro Casaldáliga, vescovo emerito di Sao Felix in Brasile, Xavier Alegre, docente a Barcellona presso la Facoltà di teologia della Catalogna, insieme ad alcuni esponenti di spicco della teologia della liberazione, dal teologo domenicano Gustavo Gutiérrez, che è considerato uno dei fondatori e ora docente presso l’Università di Notre Dame in Indiana, il missionario belga José Comblin morto nel 2011, o lo spagnolo vissuto in San Salvador Jon Sobrino che scrive: «Con Romero la Chiesa fu comunione attorno ai crocifissi, il che ha facilitato decisamente la sua comprensione di Chiesa popolo di Dio».
Nel 2015 mons. Paglia usciva con un libretto «Beato Oscar Arnulfo Romero. L’amore è più forte della morte», Elledici, Torino 2015, pp. 48, € 3,50.
Nel 20° anniversario della morte l’editrice Queriniana pubblicava un saggio di Jon Sobrino sul suo blog teologico (n. 161 19/03/2010 www. Queriniana.it/blog) intitolato «Con monsignor Romero Dio è passato per il Salvador» che era la riproposta di un lungo studio uscito a firma dello stesso autore con il titolo Padri della Chiesa in America Latina (Concilium 5/2009) e la citazione di un’espressione di Ignacio Ellacurìa durante il funerale.
Sempre su Concilium sono usciti altri saggi di Jon Sobrino: «La Chiesa dei poveri: fortune e sfortune. Da papa Giovanni XXIII a mons. Romero» (Concilium 1/2013).
«San Romero d’America» (Concilium 3/2013) e Jon Sobrino e Miguel Cavada Diez, «Le omelie del vescovo Romero, a trent’anni dal martirio» (Concilium 2/2010). Lo stesso blog proponeva in data 22/05/2015 (n. 318) «San Romero d’America» a firma del teologo coordinatore del Blog e direttore letterario di Queriniana Rosino Gibellini.