Come la spiritualità possa entrare nella via concreta di ogni giorno è un interrogativo che, prima o poi, tutti ci siamo posti. Molte indicazioni, se non una risposta, ci vengono suggerite non da un teologo, ma da un giornalista.
Il 4 dicembre scorso, l’UCSI di Verona ha deciso di consegnare il premio “Giornalismo e Società” a Luigi Accattoli, con questa motivazione: «Giornalista vaticanista prima di Repubblica poi del Corriere della Sera, racconta la vita della Chiesa e del Vaticano e, inoltre, colleziona “fatti di Vangelo” (esperienze di italiani dei nostri giorni che egli definisce “direttamente ispirate alle beatitudini e all’esempio di Gesù”), raccolti in alcuni libri. In questi mesi sul suo blog Accattoli ha cominciato a raccogliere anche “storie di pandemia”, testimoniando come da un male possa sempre rifiorire il bene».
UCSI è la sigla dell’Unione Cattolica Stampa Italiana, che opera dal 1959 ed è organizzata in sezioni locali. Luigi Accattoli in questo momento è a casa dopo una degenza in ospedale per polmonite da Coronavirus e sul Corriere della sera ha descritto come anche per un degente il Vangelo può segnare la vita quotidiana. Il premio gli verrà consegnato da remoto il 19 dicembre.
Accattoli aveva cominciato a descrivere come e quanto la spiritualità può entrare nella vita quotidiana con un volumetto di 112 pagine, intitolato Io non mi vergogno del Vangelo. Dieci provocazioni per la vita quotidiana del cristiano comune, pubblicato nel 1999 presso le Dehoniane di Bologna, con 9 ristampe. Ha poi proseguito con altri due volumetti presso lo stesso editore dal titolo: Cerco fatti di Vangelo 2. Storie italiane dei nostri giorni (2011, pp. 232), e Cerco fatti di Vangelo 3. Nuove storie italiane dei nostri giorni (2012, pp. 240). Questi «fatti di Vangelo» portati allo scoperto sono la motivazione del premio UCSI di Verona “Giornalismo e Società”, da cui siamo partiti.
Al momento del ricovero, di storie di pandemia ne aveva raccolte 60 che si possono vedere nella pagina del suo blog. Va sottolineato che il tutto è nato dalla collaborazione di Accattoli al quindicinale Il Regno di Bologna.
E per indicare in modo semplice come funzioni questo chinarsi di un giornalista sul bene che fiorisce giorno per giorno dal comportamento di tante persone, vado a un ricordo diretto.
Ero a tavola con gli Accattoli a casa della madrina del primo dei figli di Luigi, Valentino, nato appunto qui a Bologna quando Luigi lavorava con me a Il Regno. A un certo punto della conversazione, Isa, la moglie di Luigi, si rivolge alla padrona di casa: «Dove hai trovato quel presepe così originale che hai all’ingresso?».
E subito la risposta: «Ti è piaciuto? Sono contenta soprattutto perché è una bella storia di bontà. Me l’ha dato il signore che abita qui al piano di sopra con la famiglia. È un albanese musulmano, sposato e ha due gemelline, una in carrozzella». Sorpresa sui volti e nelle domande.
«Si chiama Gimmi. Fa il muratore e nel tempo libero arrotonda le entrate accettando dei lavoretti occasionali. Un collega di lavoro l’ha chiamato ad aiutarlo a potare e a sistemare il giardino delle suore carmelitane di clausura qui a Bologna. Mi ha detto che durante il lavoro lui non ha fatto altro che porre delle domande al suo amico sulle suore, sulla loro vita e sulla clausura, su “voi cristiani”. Alla fine le suore hanno parlato con lui da dietro la grata, gli hanno regalato per la sua famiglia il presepio e gli hanno spiegato cos’è il Natale per noi. Alla sera, poco prima di cena, sento suonare alla porta e me lo vedo davanti con la moglie e il presepe. E dice che è un regalo per me. “Le suore mi hanno detto che è molto importante per voi. Ma noi non abbiamo il Natale. Tu vai in chiesa e aiuti sempre lei (indicando la moglie) e le bimbe. Questo è regalo per te e per tua festa”».
E Luigi Accattoli ha poi fatto passare il racconto dalla tovaglia conviviale di quel giorno alla raccolta dei «fatti di vangelo». Lo straniero che vive la sua religione cercando di capire il senso di quella degli altri, la ferialità da cui nasce la presenza del bene nelle persone e nei comportamenti, il vicinato generatore di solidarietà e di aiuto reciproco.
- Padre Alfio Filippi è direttore emerito delle Edizioni Dehoniane di Bologna.