Descrizione
L’artista, il filosofo antico, il prete cristiano e lo scienziato moderno sono tutti favorevoli all’ascetismo. Ma le stesse parole e le stesse pratiche, per esempio la frugalità e la castità, hanno per tutti lo stesso significato?
Bentham vede nell’ascetismo un’aberrazione perché non si può desiderare la sofferenza, ma solo il piacere. Schopenhauer lo considera come il solo mezzo per sfuggire alla sofferenza indotta dalla ricerca del piacere. Nietzsche, invece, individua nell’ascetismo un mezzo inaspettato per trovare il piacere nella sofferenza.
In Umano, troppo umano (1878) e un decennio dopo, in modo più elaborato e sistematico, nella Genealogia della morale (1887), il filosofo tedesco pretende di pervenire a una valorizzazione post-cristiana dell’afflizione, a una nuova forma di ascesi il cui fine è cancellare in ss stessi, dolorosamente, ogni traccia di ascetismo cristiano.
Sommario
Introduzione. I. L’introduzione negativa del concetto di ascetismo: Jeremy Bentham. II. La promozione filosofica del concetto di ascetismo: Arthur Schopenhauer. III. La svalutazione dell’ascetismo: ritorno a Nietzsche. IV. L’ascetismo contro l’ascetismo: ancora Nietzsche.
Note sull’autore
Bertrand Binoche è professore di Storia della filosofia moderna all’Université Paris 1 Panthéon-Sorbonne, dove collabora con il Centre d’Histoire des Philosophies Modernes. È membro del comitato editoriale delle Publications de la Sorbonne e della rivista filosofica Transformação dell’Universidade Estadual Paulista (Brasile). Ha dedicato i suoi studi alle teorie della filosofia della storia tra XVIII e XIX secolo e ai concetti di opinione pubblica, ideologia e progresso. Si è interessato inoltre alle grandi questioni poste dalla filosofia illuministica e alla nozione di genealogia in Nietzsche. È consulente per la pubblicazione delle Œuvres complete di Diderot presso l’editore Hermann.
Bertrand Binoche, Privarsi del piacere. Nietzsche e l’ascetismo cristiano, EDB, Bologna 2020, 72 pp., 8,50 euro.