Descrizione
La coerenza tra il dire e il fare. La capacità di governare la tensione tra parola e silenzio, tra soggettività e oggettività, tra il «qui e ora» dell’educatore e il «qui e ora» dell’educando. Evitare lo spontaneismo senza cadere nella manipolazione, vincolare teoria e pratica, esercitare una «pazienza impaziente», leggere il testo a partire dal contesto. Sono queste, a giudizio di Freire, le virtù dell’educatore.
Critico nei confronti di ciò che definisce il concetto «bancario» dell’educazione – lo studente visto come un conto vuoto da riempire – Freire estende la funzione educativa anche al professore universitario e ribadisce una «pedagogia dell’emancipazione» dialogica e problematizzante. Essa fa leva sull’alfabetizzazione come strumento di acquisizione della coscienza politica e del conseguente avvio di un processo di liberazione personale e collettivo.
Sommario
Prefazione (G. Fofi). I. Le virtù dell’educatore. II. La concezione «bancaria» dell’educazione e la disumanizzazione. III. Il professore universitario come educatore.
Note sull’autore
Paulo Freire (1921-1997), pedagogista brasiliano studiato e tradotto in tutto il mondo, dopo il colpo di Stato militare del 1964 fu imprigionato e poi costretto all’esilio in Bolivia, Cile, Stati Uniti e Svizzera. Visiting professor all’Università di Harvard, dopo un anno a Cambridge si trasferì a Ginevra per lavorare come consigliere educativo speciale del Consiglio ecumenico delle Chiese. Rientrato in Brasile, affiancò all’insegnamento e allo studio un’intensa attività politica e sostenne apertamente la teologia della liberazione. Tra le sue opere, pubblicate dalle Edizioni Gruppo Abele, Pedagogia degli oppressi, Pedagogia dell’autonomia e Pedagogia della speranza.
Paulo Freire, Le virtù dell’educatore. Una pedagogia dell’emancipazione, EDB, Bologna 2017, pp. 88, euro 8,50.