Descrizione dell’opera
Figlio di una nobile famiglia svedese, Dag Hammarskjöld occupò in rapida ascesa vari ministeri svedesi, fino alla nomina a segretario generale delle Nazioni Unite. Perse lavita durante la crisi del Congo, nel 1961, in un incidente aereo dalla dinamica non chiara. Dopo la morte gli venne conferito il Premio Nobel per la pace.
Dietro l’immagine del politico freddo, instancabile e piuttosto lontano dalla pratica religiosa che si svolge in chiesa, emerge una figura assolutamente insolita. Mai nella lunga storia della mistica cristiana troviamo un’analoga individualità, così profondamente sola, senza alcun aiutante o assistente spirituale, senza la protezione di una comunità. Il problema della vita di Hammarskjöld è, in ultima analisi, un problema di comunione e di solitudine. Egli non è stato né un teologo né un cristiano di Chiesa. Nella sua esperienza si concentra dunque il fenomeno di un cristianesimo extraecclesiale, con una radicalità impensabile in qualsiasi teologo di scuola. Al «parlare di Dio», teologicamente garantito dal pulpito e dalla cattedra, si contrappone un «parlare con Dio» e «in Dio» esistenziale, totalmente non garantito.
Sommario
Introduzione. I. L’uomo. II. Il cammino. 1. La testimonianza letteraria. 2. La valenza teologica. 3. Nella notte. 4. Toccato direttamente. III. Mistica della fede. IV. L’aspetto esemplare
Note sull’autore
Karlmann Beyschlag (1923-2011) è stato docente di Storia della Chiesa nella Facoltà di teologia dell’Università di Erlangen-Norimberga. Autore di numerosi studi sulla patristica e la chiesa primitiva, ha pubblicato, tra l’altro, Grundriß der Dogmengeschichte, una monumentale storia del dogma in prospettiva ecumenica.
Karlmann Beyschlag, Grandi mistici. Dag Hammarskjöld, collana «Grandi mistici», EDB, Bologna 2016, pp. 80, € 8,50. 9788810515105
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