Ken Follett, Cattiva fede – Bad Faith. Traduzione e prefazione di Alessandro Zaccuri. Con il testo inglese, Collana «Lampi», EDB, Bologna 2017, pp. 80. 9788810567586. Disponibile anche in versione e-book.
Descrizione
L’essere nato in una famiglia gallese appartenente a una denominazione protestante particolarmente rigorosa ha segnato in maniera indelebile il rapporto di Ken Follett con la religione. Il giovane Ken iniziò a trasgredire le ferree regole del puritanesimo non appena possibile. Questa la cattiva fede, bad faith, che caratterizza la sua giovinezza e che è stata raccontata in questo libro. Sarà all’università, dopo il confronto con Platone, Cartesio, Marx e Wittgenstein, che si ritroverà infine ateo, anzi, ateo arrabbiato. Ma qualcosa ultimamente è cambiato…
Sommario
Prefazione (A. Zaccuri). I. Ken Follett. Cattiva fede. II. Ken Follett. Bad Faith.
Note sull’autore
Ken Follett è uno dei più famosi giallisti britannici della storia. Nato a Cardiff (Galles) nel 1949, scrivere romanzi è per lui inizialmente un hobby, finché nel 1978 La cruna dell’ago lo rende celebre in tutto il mondo. Non ha mai fatto mistero della sua avversità per il cristianesimo. Nel 2010 fu firmatario, assieme ad altre 54 figure pubbliche, della lettera aperta al The Guardian contro la visita di stato di Benedetto XVI nel Regno Unito.
La fede come ricerca. Ken Follett descrive in maniera semplice e diretta il percorso della sua esperienza di fede intesa come ricerca. Non poteva non essere così per uno scrittore come lui che attraverso la narrazione cerca di scoprire non solo i suoi sentimenti ma anche quelli di chi legge i suoi libri. Il messaggio che si ricava da questo suo breve scritto è quello di una fede intesa come libera ricerca, libera da ogni forma di liturgia che sia anche costrizione. Questo è il suo modo di “protestare”. Ma mentre questa sua protesta si manifesta e abbandona fede, la ritrova e ritrova anche se stesso nella realtà non metaforica ma concreta e reale della “cattedrale”, luogo e simbolo della fede. Non è una “cattiva fede”, bensì quella originaria, vera, libera, quella di Robinson sulla sua isola del mondo.