Descrizione dell’opera
Paolo Benanti, uno specialista nel rapporto tra Teologia morale, Bioingegneria e Neuroscienze, si interroga: che cosa significa essere umani in un’epoca di complessità e cambiamento? Come si può gestire lo sviluppo tecnologico? E quali sono i limiti da non superare se la tecnica non viene solo utilizzata per interventi esterni, ma interni all’uomo?
Nel suo libro, Benanti si propone di fornire una comprensione filosofica e teologica della tecnologia mettendo in luce le dimensioni etiche e interrogandosi sulla possibilità di liberarsi dalle categorie tradizionali di «umano», «tecnologico» e «naturale» per abbracciare una nuova relazione al mondo che si potrebbe definire «tecno-umana».
Sommario
Introduzione. Il senso di un percorso. I. L’artefatto tecnologico come questione antropologica: una messa a fuoco. II. La costituzione tecnologica dell’Occidente. III. Scienza e tecnica dal sodalizio al divorzio: le quattro rivoluzioni. IV. La tecnologia. V. La condizione tecno-umana. Conclusioni. Appendice. Dottrina sociale della Chiesa e tecnologia: uno sguardo sintetico.
Note sull’autore
Paolo Benanti, religioso del Terzo Ordine Regolare di san Francesco, è docente alla Pontificia Università Gregoriana e all’Istituto teologico di Assisi. Specializzato in Bioetica e nel rapporto tra Teologia morale, Bioingegneria e Neuroscienze, collabora con l’American Journal of Bioethics – Neuroscience ed è membro dello staff editoriale di Synesis. Tra le sue pubblicazioni: The cyborg. Corpo e corporeità nell’epoca del post-umano (Cittadella 2012); Vivere il morire. Spunti per l’antropologia biomedica (Cittadella 2009) e Il doping della mente. Le sfide del potenziamento cognitivo farmacologico (con Massimo Reichlin, Messaggero 2014).
Paolo Benanti, La condizione tecno-umana. Domande di senso nell’era della tecnologia, Collana «Nuovi saggi teologici», EDB, Bologna 2016, pp. 160, € 16,00. 9788810412152
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