Descrizione
Una riflessione appassionata sulla relazione intima, ma non trasparente, tra il desiderio fin troppo umano di essere consolati e l’aspirazione a una giustizia universale. Passione per la giustizia, senso di fratellanza, gusto per la disputa intellettuale, doni inestimabili della tradizione, apertura al mistero, concentrazione nella preghiera, forza evocativa del rito, speranza. Tutto ciò non basta forse per spiegare la conversione all’ebraismo di Martha Nussbaum, ma costituisce uno sfondo essenziale per apprezzare integralmente il discorso da lei pronunciato in occasione del suo tardivo bat mitzvah – qui proposto per la prima volta in italiano – che è allo stesso tempo una testimonianza personale toccante e un esempio eloquente delle trasformazioni della sensibilità religiosa nel crepuscolo dell’età secolare. Sviluppando spunti teorici presenti sia nel testo biblico sia nell’opera di maestri del pensiero come Maimonide, Moses Mendelssohn e Rousseau, Nussbaum difende l’idea secondo cui «possiamo avere una consolazione autentica del sé, solo se ci impegniamo a favore di una vita dedita alla giustizia universale».
Sommario
Introduzione (P. Costa). La speranza degli afflitti.
Note sull’autore
Martha C. Nussbaum, filosofa statunitense, è docente di Diritto ed Etica all’Università di Chicago. Tra le sue pubblicazioni: La fragilità del bene. Fortuna ed etica nella tragedia e nella filosofia greca, Il Mulino 2004; Non per profitto. Perché le democrazie hanno bisogno della cultura umanistica, Il Mulino 2011; Persona oggetto, Erickson 2014; Emozioni politiche. Perché l’amore conta per la giustizia, Il Mulino 2014. Nel 2015 è stata insignita del Premio Nonino «a un maestro del nostro tempo».
Martha Nussbaum, La speranza degli afflitti. Il lutto e i fondamenti della giustizia. A cura di Paolo Costa, Collana «Lampi», EDB, Bologna 2016, pp. 80, € 9,00. 9788810567227
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