Descrizione dell’opera
Durante il concilio Vaticano II i cardinali Dopfner e Suenens criticarono la «separatezza» della vita religiosa, sostenendo che una realtà incentrata su se stessa non è più comprensibile e appetibile.
Dopo cinquant’anni è papa Francesco a mettere al centro della riflessione l’invito a «uscire dai propri recinti» e la consapevolezza che nella vita religiosa serve un supplemento di luce per la cultura dell’incontro e la qualità delle «relazioni», essendo «questo il modo cristiano di promuovere il bene comune e la gioia di vivere».
Il papa invita a prendere atto che le relazioni umane sono al centro di tutto, sono il fulcro attorno al quale, nel bene e nel male, ruota l’esistenza umana. Anche la Chiesa ha bisogno di approfondire questo aspetto a partire dal modo di credere, che non viene alimentato solo dalle idee e dai libri, ma soprattutto dagli incontri che cambiano la vita.
Note sull’autore
Rino Cozza è presbitero della Congregazione di san Giuseppe (Giuseppini del Murialdo). Laureato in Teologia dogmatica, ha conseguito il dottorato in Teologia pastorale e collabora con il mensile Testimoni del Centro editoriale dehoniano e con alcuni «osservatori» di ricerca socio-religiosa. Con EDB ha pubblicato di recente Siamo gli ultimi «religiosi»? Alla ricerca di nuove forme di vita consacrata (22015), La custodia dell’umano. Nuovi orizzonti per la vita religiosa (2014) e Non giocate a fare i profeti. Dalla vita religiosa alla vita evangelica (2015).
Rino Cozza, Servitori della cultura dell’incontro, Collana «Problemi di vita religiosa», EDB, Bologna 2016, pp. 124, € 11,50. 9788810507452
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