François Ponchaud, missionario francese in Cambogia, è uno dei massimi esperti della lingua e cultura khmer. Le EDB, a cura di Francesco Strazzari, hanno pubblicato: Buddha e Cristo le due salvezze (2005)
Caro Francesco,
eccezionalmente ti scrivo da Parigi questa lettera di fine anno con i miei auguri per il 2018. Ho subìto un intervento per il distacco della retina. Questo spiega il mio silenzio di questi mesi. Penso di ritornare in Cambogia il 5 gennaio.
Mi sistemerò nella casa per i preti anziani, situata nella vicina isola di Chrui Changvar, giusto di fronte a Phnom Penh, a pochi metri dal fiume Mekong.
Il vescovo Olivier di Phnom Penh mi ha affidato due compiti: terminare il commento alla Bibbia, incominciato 15 anni fa e insegnare la Bibbia agli 8 seminaristi… Se questo si realizzerà un giorno, sarebbe un poco come la conclusione del mio apostolato in Cambogia.
Fin dall’inizio del mio soggiorno, ho cercato di mettere per iscritto quello che avevamo da trasmettere. Senza dubbio, mi rendo conto dell’inutilità di molti scritti: rendere un contenuto intellettuale in una mentalità totalmente estranea alla cultura occidentale sembra veramente una follia. I Khmer riflettono in un’altra logica: ciò che è importante per noi non lo è automaticamente per loro e viceversa, con altri valori… La riflessione religiosa buddista è così talmente opposta alla cultura cristiana… Si può dialogare senza capirsi. La comunicazione in profondità è quasi impossibile…
Checché ne sia, ho perlomeno tentato di rendere un po’ più esatto il nostro linguaggio cristiano: dire cioè che la fede è «appoggiarsi su Qualcuno» e non aderire a un concetto intellettuale… Gesù risorto «vive nella gloria del Padre e con noi» e non ha più ripreso la vita di prima. Ho modificato il «Nel nome del Padre…», il «Padre nostro» ecc. I miei successori faranno quello che vorranno di queste innovazioni. È comunque vero che, se noi volessimo parlare un linguaggio comprensibile, bisognerebbe modificare totalmente il nostro modo di essere, di parlare, di celebrare.
Auguro che lo Spirito soffi in tutti noi e ci dia l’audacia di inventare strade nuove, soprattutto per esprimere la nostra fede. Dobbiamo renderci conto di essere lontani dal linguaggio e dalle preoccupazioni dei nostri compatrioti: è in gioco la sopravvivenza della Chiesa nella sua forma attuale. Occorre senza dubbio molto coraggio e ispirazione. Coraggio quindi. Buon anno, buona salute e molto amore