In tempo di coronavirus non manca chi, in particolare le correnti evangelicali, ipotizza scenari da imminente fine del mondo.
L’esperto di fondamentalismo Christoph Urban, pastore protestante, giornalista, teologo e membro del sinodo regionale della Renania, mette in guardia dalle fantasie apocalittiche predicate, in questo momento di crisi dovuta alla pandemia del coronavirus, da sedicenti profeti che preannunciano la fine del mondo. L’attuale crisi, ha affermato nel servizio stampa della chiesa evangelica tedesca (EPD), porta acqua al mulino di questi profeti di sventura.
Effettivamente, questa pandemia globale può scatenare immagini apocalittiche sulla fine del mondo che ricordano quelle bibliche. Ma la religione non deve costituire una minaccia, bensì essere una fonte di speranza e di consolazione.
Urban – che, tra l’altro, è anche autore di un libro sul fondamentalismo religioso – ha messo in guardia anche dalle cosiddette preghiere di guarigione contro il virus, ritenendole in grado di sostituire il trattamento terapeutico oppure di rendere le persone invulnerabili. Si tratta – ha affermato Urban – di atteggiamenti irresponsabili e di un vero e proprio abuso della religione.
Queste convinzioni sono molto diffuse tra gli evangelicali e tra i movimenti delle Chiese pentecostali degli Stati Uniti e anche tra i Testimoni di Geova. Hanno un influsso persino sui politici, per esempio sul presidente brasiliano Jair Bolsonaro e sull’ambiente che circonda il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
L’apocalittica – ha spiegato Urban – non è soltanto una realtà del passato, ma un fenomeno che riaffiora ogni volta che si attraversano tempi di crisi. Oggi attinge nuova linfa dal declino sociale, dal modo liberale di trattare l’omosessualità, dalle guerre, dalle catastrofi e, naturalmente ora, dalla pandemia del coronavirus.
Su questo sfondo apocalittico, il fondamentalismo costruisce il suo programma politico, religioso e sociale.
I primi fondamentalisti nel sec. XIX erano seguaci di una fede escatologica. Pensavano che un’epoca storica venisse sostituta da un’altra solo attraverso una catastrofe. Oggi, coloro che professano queste teorie ritengono che l’umanità si trovi nell’era che precede la crisi dei tempi ultimi prima della fine mondo.
Il numero dei cristiani evangelicali – ha affermato Urban – è stimato nel mondo a 300 milioni; il doppio o il triplo se si tiene conto del movimento carismatico. Infatti, secondo stime affidabili, gli evangelicali, comprese le Chiese pentecostali e carismatiche o le comunità religiose, rappresentano circa il 28% dei circa 2,2 miliardi dei cristiani organizzati nel mondo. Si ritiene che rappresentino anche il 3/4% dei cristiani organizzati in Europa e particolarmente in Germania.
Spiegazione interessante e molto chiara
Da un eminente studioso ci si aspetta un po’ più di accuratezza nelle affermazioni.
Dunque nell’articolo si legge che tra chi “…ipotizza scenari da imminente fine del mondo.”, ci sono anche i “Testimoni di Geova.” L’articolo è incentrato su scenari “ Apocalitici”
Vediamo di fare chiarezza: I Testimoni di Geova DA SEMPRE e non dal tempo del coronavirus usano la Bibbia compreso il libro dell’Apocalisse per annunciare la fine di un sistema di cose.
Attenzione ho scritto fine di un “sistema di cose” come riportato in Matteo 24:3 che cita le parole di Cristo in risposta ad una precisa domanda degli Apostoli.
E’ vero che molti traduttori riportano “fine del mondo”ma in questo contesto significa non mondo (Kosmos) come pianeta ma a caratteristiche che contraddistinguono un certo periodo di tempo (aiòn)
Del resto basta continuare a leggere il capitolo 24 del vangelo di Matteo per capire che Gesù stava elencando il segno composito che avrebbe sfociato in qualcosa in cui sperare non da temere, era una BUONA notizia, non con una catastrofe. Era la “Buona notizia del Regno” che per tre anni e mezzo ha predicato. La stessa BUONA notizia che avrebbero dovuto predicare i suoi Discepoli parlando della venuta di quel regno in adempimento delle parole della preghiera modello: “ Padre nostro…VENGA IL TUO REGNO” .
Cosa c’è di catastrofico in questo?
Anche il termine APOCALISSE è falsato dal modo di dire corrente. E’ il significato che è stato dato in seguito a questo termine che crea la confusione.
La parola originale greca tradotta “ Apocalisse” Dal sostantivo greco (apokàlypsis) significa “scoprimento”, “svelamento”, e spesso è usato a proposito di rivelazioni di natura spirituale o inerenti alla volontà e ai propositi di Dio. (Lu 2:32; 1Co 14:6, 26; 2Co 12:1, 7; Gal 1:12; 2:2; Ef 1:17; Ri 1:1
Nulla di catastrofico quindi, ma come il resto dei vangeli anche il libro dell’ ”Apocalisse”, contiene invece una BUONA notizia. Presentata per lo più in “segni” che vanno visti alla luce e in armonia con la BUONA NORIZIA DEL REGNO predicata da Gesù e non in contrapposizione come una catastrofe finale. Del resto quello stesso libro dell’Apocalisse contiene molte espressioni che devono farci sperare nel suo adempimento che culmina con l’evento descritto chiaramente al capitolo 21 versetti 3,4 :” Udii allora una voce potente, che veniva dal trono e diceva:«Ecco la tenda di Dio con gli uomini! Egli abiterà con loro ed essi saranno suoi popoli ed egli sarà il Dio con loro, il loro Dio. E asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non vi sarà più la morte né lutto né lamento né affanno,
perché le cose di prima sono passate».
Come si evince da tutto ciò ecco che siamo in perfetta armonia con quello che il pastore Christoph Urban scrive: “…..la religione non deve costituire una minaccia, bensì essere una fonte di speranza e di consolazione.