In Mali si registra una crescente aggressione islamista contro il cristianesimo e le chiese cristiane. Come informano le agenzie KNA/KAP, nelle settimane scorse diverse chiese sono state assaltate da parte degli jihadisti. Un episodio particolarmente grave è avvenuto la settimana scorsa a Dobara, a 800 chilometri a Nord della capitale Bamako. Secondo quanto ha dichiarato il segretario della conferenza episcopale, Edmond Dembele, dalla chiesa sono stati asportati una croce, una statua della Madonna, gli addobbi dell’altare, alcuni quadri e dati alle fiamme.
Altri assalti avevano avuto luogo nella settimane precedenti.
Da circa un anno diverse organizzazioni per i diritti umani denunciano una crescita di violenza nel centro del Paese, di cui sono responsabili diversi gruppi. Quattro settimane fa la Human Rights Watch ha tuttavia denunciato anche le procedure dei soldati del Mali contro presunti terroristi che, stando alle informazioni in suo possesso, sono stati rapiti e torturati.
Il Mali dalla fine del 2011 è piombato in una crisi sempre più grave a causa delle lotte di indipendenza condotte da vari gruppi di tuareg.
Dopo il colpo di Stato del marzo 2012, gli islamisti avevano occupato il Nord del Paese. Nel gennaio 2013 erano stati momentaneamente cacciati. Ciononostante gli attacchi continuano ancora malgrado la presenza della missione di stabilizzazione Minusma, costituita da 11.000 caschi blu.
In Mali più del 90% dei 18 milioni di abitanti si professano musulmani.
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