Baghdad, 27 agosto 2016
Il mondo è rimasto sorpreso quando, in nome dell’islam, Daesh e organizzazioni simili hanno coartato la libertà personale; deportato e ucciso civili; o bruciati vivi; condotto donne in schiavitù; demolito monumenti religiosi e culturali. Questa specie di ideologia estrema ha avuto l’esito di sfaldare le relazioni fra persone della medesima nazione e nella medesima regione.
Questi eventi hanno sollevato l’interrogativo: Non è forse giunto il momento per gli uomini di buona volontà di tutto il mondo, musulmani e non musulmani, di affrontare seriamente e “non superficialmente” la situazione? Tanto più sapendo che la maggioranza dei musulmani è neutrale / non condizionata, di mente aperta e desiderosa di lavorare sodo a beneficio del proprio paese e dei cittadini con i quali convivono. La loro iniziativa dovrebbe costituire un’istanza forte, grazie alla quale sia possibile, insieme, arrestare la diffusione del cancro Daesh opponendosi a isolamento, estremismo, odio, violenza e rifiutandogli coesistenza, diritto di cittadinanza e l’accesso a tecnologia avanzata (modernismo). Si potrebbe, inoltre, metter fine ai proclami del Daesh secondo i quali l’unica strada che garantisce il Paradiso sarebbe l’uccisione di innocenti attraverso cinture esplosive, veicoli bomba o pugnale ecc. È questa una vera e propria devastazione mentale.
I musulmani dovrebbero mostrare al mondo il vero volto dell’islam e confermare così che l’estremismo è contrario alle convinzioni di fondo. Dall’altra parte devono dar voce al significato del messaggio dell’islam, ben diverso da quanto proclamato dal Daesh. Come ben sappiamo, la missione di ogni religione è l’amore, la tolleranza e il perdono e questa può essere ricavata dallo spirito del testo scritto e delle sue indicazioni. Crediamo, perciò, che i musulmani debbano sentirsi motivati dal messaggio fondamentale dell’islam, nel rispetto di Dio e delle altre religioni.
In conclusione, i cristiani attendono che governi e autorità religiose collaborino per smantellare il terrorismo e l’estremismo diffondendo una cultura della libertà, della ragione, dell’apertura, di tolleranza, convivenza, amore, rispetto dei diritti umani e pluralismo. L’obiettivo può essere raggiunto: riformulando i programmi scolastici, che, al momento, sono il canale privilegiato di indottrinamento dell’estremismo; creando basi solide a pace, stabilità, cooperazione e giustizia; adottando modelli di dialogo civile, moderato e coraggioso per risolvere quelle crisi che colpiscono e distruggono persone e nazioni; ristabilendo istituzioni e stato di diritto.
Infine, le persone hanno diritto a un regime di vita stabile e sicuro e hanno titolo per godere di uguali diritti e doveri con un livello ragionevole di servizi.
A prova di quanto riporto come ingiustizia e coercizione della libertà, oltre che come abuso della religione, elenco di seguito alcuni estratti da sermoni e fatwa che ripetutamente fanno appello contro i cristiani e con i quali ci si deve confrontare con decisione:
«Qualunque religione diversa dall’islam è infedeltà e perdizione, e ogni luogo di culto diverso dall’islam è casa dell’eresia e della deviazione…».
«Anche quanti credono che le chiese siano luoghi ove Dio è adorato, o che quanto fanno giudei e cristiani sia una sorta di culto sono da considerarsi infedeli…».
«Estensione dei divieti per proibire ai musulmani di fare gli auguri ai cristiani in occasione del Natale e della Pasqua».
«Pregate che Dio renda tutte le mogli di cristiani vedove e i loro figli orfani».
Discorsi e atteggiamenti simili indurranno senza dubbio alcuni a tradurre l’odio veicolato da queste parole in azioni violente contro coloro che, secondo queste fatwa, sono classificati come “infedeli”.
La cristianità è nata e cresciuta qui in Oriente e i cristiani sono titolari di questa terra, costituiscono una parte essenziale nella costruzione della società mediorientale. Hanno costruito e sviluppato la cultura e la civiltà araba. Sfortunatamente, sono stati ingiustamente attaccati lungo la storia e la loro esistenza nella regione è stata ripetutamente minacciata. C’è dunque la necessità impellente di formulare una posizione coraggiosa, netta e ufficiale per sostenere e incoraggiare la loro permanenza in Medio Oriente, dal momento che la maggioranza di essi sono le persone più qualificate in formazione, economia, cultura ecc. L’obiettivo può essere raggiunto assicurando sicurezza, legittimi diritti che garantiscono uguaglianza per ogni essere umano, consolidamento della convivenza ecc.
Louis Raphael Sako, patriarca di Babilonia dei Caldei.
[Testo raccolto da Francesco Strazzari]