Continua la battaglia legale degli Apache dell’Arizona (cf. qui) per bloccare il trasferimento del territorio di Oak Flat, loro sito sacro, all’impresa mineraria Resolution Copper.
La Stronghold Apache, una coalizione no-profit che li rappresenta di cui fanno parte anche altre popolazioni native americane e sostenitori non nativi, ha infatti presentato un appello a livello di corte fedeerale. L’udienza si terrà il 22 ottobre a San Francisco.
Fino a quella data, un gruppo di Apache si metterà in marcia per incontrare, e raccogliere il sostegno, di altre comunità di nativi americani e di istituzioni religiose (tra cui la Southside Presbyterian Church di Tucson e il Brophy College di Phoenix gestito dai gesuiti). Sarà un cammino di preghiera comune e di difesa del diritto di libertà religiosa non solo degli Apache dell’Arizona ma di tutte le comunità religiose del paese.
“Le popolazioni indigene sono l’avanguardia nel proteggere Madre Terra; e proteggendo la nostra religione noi proteggiamo anche quella degli altri” (Vanessa Noise).
Il popolo apache celebra molte importanti cerimonie nel sito sacro di Oak Flat: nella petizione alla corte federale si sottolinea come queste cerimonie possono avvenire solo in questo sito – quindi il suo passaggio nelle mani dell’impresa mineraria Resolution Copper significherebbe la distruzione della possibilità di celebrare la propria religione. Questo, secondo la coalizione Stronghold Apache, violerebbe il Religious Freedom Restoration Act.
“La lotta per proteggere Oak Flat non è solo economica, politica o legale; si tratta, invece, di una guerra mossa alla nostra religione” (V. Noise). Di qui l’invito a tutti i gruppi di nativi americani a unirsi nella lotta per preservare il carattere sacro di Oak Flat – che Vanessa Noise intende come una “lotta contro il male” rappresentato in quel capitalismo dissacrante degli interessi economici della compagnia mineraria.