Il 70° anniversario della Chiesa evangelica luterana in Italia (Celi) è il filo rosso che guida il programma dei lavori della quarta seduta del XXII Sinodo luterano (25-28 aprile 2019, presso l’Hotel Villa Aurelia a Roma): una chiesa piccola, una sorta di «minoranza nella minoranza» all’interno dell’evangelismo in Italia, anche se il vento della riforma luterana era arrivato in Italia secoli prima, com’è stato ricordato nel Sinodo 2017 a Venezia. Il sito Riforma.it ne ha parlato con il decano della Celi, il pastore Heiner Bludau.
- «Fede e Futuro – Glaube und Handeln» è il filo conduttore scelto per questo Sinodo 2019. Un binomio inscindibile o da tenere sempre bene a mente?
«È certamente un binomio inscindibile, in realtà un trinomio che comprende la fede, il futuro e l’agire. Il titolo scelto per quest’anno in italiano e in tedesco volutamente non combacia perfettamente. Glaube und Handeln letteralmente significa fede e agire. Si tratta, dunque, di una triangolazione tra la fede che sta alla base di ogni nostra azione eil futuro visto in prospettiva dell’agire quotidiano».
- La Celi, composta da 15 comunità distribuite su tutto il territorio nazionale con diverse migliaia di membri, è una piccola chiesa che affronta le sue responsabilità nella società e fa sentire la sua voce su tutte le questioni importanti. Quali priorità avete messo in agenda quest’anno?
«Il 70° anniversario della nostra chiesa sarà il “sottofondo musicale” delle nostre attività e delle nostre discussioni. Oltre all’ordinaria amministrazione di un Sinodo che prevede votazioni, questioni di bilancio e di budget, distribuzione dei fondi Otto per mille e dibattiti sulle numerose attività diaconali, l’obiettivo è gettare nuove basi per il futuro e capire come arrivare a festeggiare anche il nostro centesimo anno di vita affrontando il futuro in una prospettiva globale: cambiamenti climatici, crisi economica, dramma dei rifugiati, tendenze populistiche e nuovi nazionalismi, e la profonda crisi delle istituzioni europee. Tutti temi che sentiamo essere a noi particolarmente vicini e che confronteremo sulla base dell’Agenda 2030».
- Tra i vostri impegni, oltre a quelli volti a garantire la libertà di coscienza, sostenere il pluralismo religioso e l’impegno per l’ambiente, c’è anche – come diceva – la diaconia…
«La Celi attraverso i fondi Otto per mille dei contribuenti promuove un impegno diaconale importante destinando i fondi ricevuti a progetti diversi. Sono soprattutto iniziative scelte, sostenute e gestite dalle comunità che in queste attività vengono coordinate dalla nostra responsabile per la diaconia. Diaconia e comunità sono quindi legate in modo strettissimo. Ci sono poi anche deiprogetti sostenuti dalla Celi a livello nazionale,dedicati ai migranti, ai bambini nelle scuole, agli anziani e all’ambiente».
- In un momento così delicato e segnato dalla crisi che investe l’Europa, l’Italia e il mondo intero, quale ruolo può giocare la chiesa luterana attraverso il messaggio della Bibbia e quali strade può indicare.
«La nostra tradizione ci collega da sempre alle altre chiese protestanti presenti nel Paese. Siamo membri fondatori della Federazione delle chiese evangeliche in Italia con la quale condividiamo molti progetti. La Riforma non è soltanto nostra, altre chiese condividono questo cammino con noi. Credo che la teologia luterana sia importante: la Giustificazione per sola grazia mediante la fede ricorda che l’essere umano non ha alcuna possibilità di superare il suo egocentrismo e di ascendere a Dio; giustizia, senso e valore gli possono essere conferiti soltanto come dono da Dio. Questo concetto rompe lo schema delle regole a tutti i costi, oltrepassa anche possibili barriere grazie al concetto intrinseco che esprime di libertà, di comunanza e di fratellanza. Crediamo di essere, seppur piccola, una chiesa ricca di spiritualità e dunque in grado di indicare, grazie al nostro portato, una via: quella del dialogo».
- In materia di dialogo ecumenico, molti passi in avanti sono stati fatti con la chiesa cattolica. È così?
«A livello internazionale la Celi è membro della Federazione luterana mondiale (Flm), della Conferenza delle chiese europee (Kek) e della Comunione di chiese evangeliche in Europa (Ccpe – già Comunione di Leuenberg). Ha contatti con la Chiesa evangelica in Germania (Ekd), con la Chiesa evangelica luterana unita di Germania (Velkd) e con le chiese luterane di Slovenia, Ungheria e Austria. Risale al novembre 2017 la firma tra la Celi e la Conferenza episcopale italiana (Cei) della Dichiarazione congiunta intitolata Riconciliarsi per annunciare il Vangelo. Presentata e sottoscritta nell’ambito della conferenza organizzata a Trento afferma che “per cattolici e luterani le peculiarità del cammino ecumenico devono portare a moltiplicare le occasioni per testimoniare l’amicizia e l’aiuto verso i poveri, in particolare oggi verso i migranti che fuggono da guerre e calamità naturali”. Per cattolici e luterani l’ecumenismo costituisce quindi una scelta irreversibile, quotidiana, non emergenziale, in grado di aiutare una migliore comprensione delle proprie identità, rendendo più vivace e pregnante la missione comune delle Chiese. Il documento rappresenta il culmine dei rapporti ecumenici tra la chiesa luterana e quella cattolica in Italia».
Riforma.it, 24 aprile 2019.