Durante una trasmissione televisiva, il 3 ottobre, il metropolita Hilarion Alfeyev, presidente del dipartimento per le relazioni estere del patriarcato di Mosca, ha rinnovato il giudizio critico della Chiesa ortodossa russa in ordine all’azione rivoluzionaria, quindi non solo di Stalin, ma anche di Lenin. Rispondendo alle domande di Ekaterina Gratcheva, ha detto che il suo corpo andrebbe sepolto come quello di tutti e il mausoleo sulla piazza rossa usato diversamente.
- L’Unione degli architetti russi ha suscitato una polemica annunciando un concorso per l’utilizzo del mausoleo dopo l’inumazione del corpo di Lenin. A causa dello scandalo (i comunisti hanno protestato) è stato annullato, ma ha avuto un seguito: un artista americano vuole costruirne una copia a Washington dicendosi disponibile a collocarvi il corpo di Lenin. 50 milioni di dollari sarebbero già stati raccolti per questo. Cosa ne pensa? Le proposte riguardano il futuro del corpo e la collocazione del monumento. La Chiesa ortodossa pensa che potrebbe essere sostituito da una chiesa?
«La costruzione di una chiesa sarebbe del tutto inutile. C’è già la basilica di Nostra Signora di Kazan, la cappella della Vergine di Iveron. Sulla Piazza Rossa le chiese ci sono già. Quanto all’inumazione del corpo di Lenin non ho dubbi che prima o dopo avverrà. Difficile per ora dire quando e in quali circostanze. Lenin è rientrato in Russa nel mezzo dell’incendio rivoluzionario e durante la guerra con la Germania. Lenin e altri rivoluzionari sono potuti rientrare grazie ai soldi tedeschi. In altri termini: la Germania sapeva che non avrebbe vinto la Russia con le armi e ha approfittato della situazione per cambiare il regime politico. Così la potenza militare russa è stata annientata e non fu più in grado di resistere. La Germania guadagnava tempo ed evitava una sconfitta vergognosa. La pace di Brest-Litovsk, conclusa con la Russia dei soviet, privilegiava gli interessi della Germania. In termini espliciti: si tratta di un traditore della patria rientrato in Russia in un vagone piombato, un uomo che, per legge, avrebbe dovuto essere giudicato per alto tradimento. Quest’uomo ha scatenato il terrore rosso e la repressione contro la popolazione russa. Penso che non abbia nulla a che vedere con la Piazza Rossa.
D’altra parte, bisogna capire che Lenin resta “sacro” per il suoi adepti. Noi affermiamo che, facendo dinamitare le chiese e uccidere i preti, i bolscevichi hanno attentato alla fede. Se il corpo di Lenin è tolto dal mausoleo, coloro per i quali i suoi resti costituiscono una reliquia avvertirebbero l’evento come un attentato alla propria fede. È necessario quindi essere prudenti, per non provocare disordini sociali. I comunisti ci hanno fatto capire che non tollereranno una violazione del corpo di Lenin. Sarà quindi necessario attendere ancora prima di inumarlo».
Icona di uno pseudo-culto
- Che farne del mausoleo?
«Il monumento dovrebbe restare dov’è. È opera del grande architetto Chtchoussiev, autore di molte chiese e numerosi edifici. Ci si potrebbe collocare un museo della repressione».
- Perché tutti i tentativi di inumazione di Lenin sono falliti? Come mai l’ateo russo più noto è diventato una sorta di divinità di una nuova religione?
«Quando i comunisti sono arrivati al potere hanno capito di dovere sostituire alla religione qualcosa di simile. Non subito, ma progressivamente. Il culto a Lenin è cominciato mentre lui era ancora vivo e alimentato dopo la morte da Stalin e dai suoi successori. Culto divenuto ben presto una sorta di anti-religione o pseudo-religione. Lenin ha assunto un ruolo di autorità infallibile a cui riferirsi in ogni campo del sapere e in tutti i manuali. Non usciva un libro senza che nella prefazione non ci fosse almeno una citazione di Lenin. I suoi ritratti erano dappertutto: nelle scuole, nelle università, nei luoghi pubblici, nelle aziende e nei luoghi di lavoro. Non c’era un solo edificio pubblico in cui mancasse la sua “icona”. Molti appendevano i suoi ritratti nelle case. Era un culto, concepito per servire da religione a quelli che avevano una ricerca spirituale, per altro numerosi, per alimentare il loro cammino. L’ateo più famoso della Russia è stato quasi divinizzato. Così quest’uomo, morto ormai da quasi cent’anni, riposa nel mausoleo, come un faraone».
- Perché non si è provveduto a togliere il corpo dal mausoleo?
«Per qualche anno il corpo di Stalin è stato esposto nello stesso ambiente a fianco di Lenin. Poi è stato spostato in seguito alla rinuncia al culto della personalità di Stalin. Su tutto il territorio dell’Unione Sovietica i monumenti a Stalin sono stati smontati e la maggioranza distrutti. Ma Lenin è rimasto un’autorità intoccabile. Dopo la caduta dell’URSS, sono stati distrutti molti monumenti dell’epoca sovietica: il monumento a Dzerjinski ad esempio, in Piazza Loubianka, è stato tolto allora. Si sarebbe potuto in quel momento ritirare il corpo di Lenin dal suo mausoleo, ma non è stato fatto. Cosa che non è successa neanche alla fine dell’epoca di Eltsin, anche se ci avevano pensato. Credo che le autorità abbiano timore anche oggi che i comunisti utilizzino l’evento per attizzare il malcontento popolare, per sollevare le folle. Meglio non dare occasioni. È bene attendere che l’ideologia comunista sia definitivamente tramontata. Allora il corpo di Lenin riposerà nella terra».
- Cf. Orthodoxie.com, 12 ottobre 2020. Nostra traduzione dal francese.