Il superiore generale della Compagnia di Gesù, p. Arturo Sosa, considera la critica a papa Francesco e al sinodo dei vescovi come espressione di una lotta che esiste attualmente all’interno della Chiesa. «Penso – ha affermato – che la lotta dipenda dal fatto di volere o no la Chiesa sognata dal Vaticano II». Lo ha detto, il 16 settembre scorso, parlando ai giornalisti internazionali, a Roma. Papa Francesco è un «figlio del concilio Vaticano II» e sta facendo di tutto per la sua attuazione.
I sinodi non sono uno scisma
Con il concilio Vaticano II (1962-1965) convocato da Giovanni XXIII è iniziato un rinnovamento nella struttura della liturgia della Chiesa cattolica e un’apertura al dialogo con le altre confessioni e religioni.
Riguardo al sinodo, p. Sosa ha affermato che queste riunioni episcopali sono l’esatto contrario di uno scisma. Negli incontri dei vescovi si tratta di scambiarsi idee e trovare insieme delle soluzioni. Francesco sostiene la sinodalità proprio anche come mezzo per combattere il clericalismo.
Recentemente nella Chiesa cattolica ci sono state di nuovo critiche aperte a papa Francesco per avere convocato il sinodo per l’Amazzonia (6 – 27 ottobre 2019). In questo sinodo, tra le altre cose, si discuterà di nuove forme di pastorale nelle regioni con pochi sacerdoti, di rafforzamento dei diritti degli indigeni e della protezione dell’ambiente in America Latina.
Secondo quanto riferito dai media, i cardinali Walter Brandmüller e Raymond Burke si sono espressi criticamente sul documento di preparazione del sinodo, il cosiddetto Instrumentum laboris. Il card. tedesco, alla luce degli attuali dibattiti, vede il pericolo che venga messo in questione lo stesso celibato sacerdotale. Tutti i cardinali, perciò, dovrebbero preoccuparsi per come affrontare eventuali decisioni “eretiche” da parte del sinodo.
«Questi attacchi contro l’Instrumentum laboris del sinodo per l’Amazzonia sono gli stessi che si erano già sentiti riguardo all’Instrumentum laboris del sinodo dei giovani e più ancora riguardo a quello per la famiglia» – ha affermato p. Sosa. Francesco, comunque, è sereno e «farà ciò che è suo compito».
Manovre in vista del futuro
Già alla fine di agosto, p. Sosa aveva duramente denunciato l’esistenza di una cospirazione con l’obiettivo di indurre papa Francesco a dimettersi. «Ci sono persone dentro e fuori della Chiesa – ha affermato p. Sosa parlando al meeting per l’“Amicizia tra i popoli” a Rimini – le quali vogliono che papa Francesco si ritiri, ma egli non lo farà».
Questi «cospiratori» – ha aggiunto p. Sosa – perseguono una strategia che va oltre il pontificato di Francesco. Per questi gruppi si tratta, in particolare, «di influenzare la scelta e creare le condizioni affinché il prossimo papa non abbia a seguire la strada che Francesco ha indicato e percorso».
Per quanto riguarda i gesuiti – ha concluso p. Sosa – anche papa Francesco appartiene alla Compagnia di Gesù: «I gesuiti sono sempre al servizio del papa, comunque si chiami»; p. Sosa ha accennato anche al voto di obbedienza che i gesuiti emettono nei riguardi del capo supremo della Chiesa.
Intanto è stato ufficializzato che, nel prossimo sinodo per l’Amazzonia, si tratterà anche del problema dei preti sposati e dei nuovi ministeri per le donne nella Chiesa cattolica. È quanto risulta dal documento di lavoro appena pubblicato.