Decreto dell’arcivescovo di Palermo, mons. Corrado Lorefice, che sospende ad experimentum per un triennio l’ufficio di padrino e madrina nel battesimo e nella cresima.
Palermo, dalla Sede Arcivescovile, 31 gennaio 2023
Il ruolo del Padrino e della Madrina, in occasione della celebrazione dei Sacramenti del Battesimo e della Cresima, è un vero e proprio munus che la Chiesa affida ai fedeli che abbiano “l’attitudine e l’intenzione di esercitare questo incarico” (can. 874 §1,1) e che conducano una vita conforme alla fede e al compito che si assumono (cfr. can. 874 §1,3).
Nel corso del tempo convenzioni sociali e abitudini consolidatesi hanno compromesso l’autentico significato di questo ufficio esercitato a nome e per mandato della Chiesa. Confuso spesso con relazioni di parentela — se non addirittura con legami ambigui — e relegato, il più delle volte, al solo momento rituale, ha perso l’originario significato di accompagnamento nella vita cristiana del battezzato e del cresimato, riducendosi a semplice “orpello coreografico” in una cerimonia religiosa.
Da tempo, ormai, si discute sull’opportunità o meno di sospendere o abolire l’istituto del “padrinato”, ritenuto, di fatto, non obbligatorio dallo stesso Codice di Diritto Canonico, che a tal proposito rimanda a una valutazione discrezionale significata dalla clausola “per quanto possibile” (cfr. cann. 872 e 892).
Il superamento della cognatio spiritualis che, fondata su un’antica tradizione recepita dal Codice di Diritto Canonico del 1917, si instaurava tra padrini e figliocci, così come le mutate esigenze pastorali delle nostre comunità parrocchiali e la necessità di dare nuovo impulso alla prassi sacramentale, inducono a ripensare il ruolo del Padrino e della Madrina anche nella nostra Arcidiocesi.
Pertanto, alla luce di tali considerazioni:
VISTA la normativa liturgica vigente riguardo l’ufficio dei Padrini, come definita nelle Premesse al Rito del Battesimo dei Bambini (1970) al n. 6; nelle Premesse al Rito della Confermazione (1972) ai nn. 5-6 e nelle Premesse al Rito dell’lniziazione Cristiana degli Adulti (1978) ai nn. 8-10;
TENUTE PRESENTI le disposizioni del Codice di Diritto Canonico riguardanti l’ufficio dei padrini nella celebrazione del Battesimo (cfr. cann. 872 – 874) e della Confermazione (cfr. cann. 892 – 893);
CONSIDERATO che la normativa codiciale recepisce e precisa, ampliandole, le disposizioni dei libri liturgici, appena richiamate;
ALLA LUCE di esperienze analoghe avviate in diverse diocesi italiane;
SENTITO il parere del Consiglio Presbiterale nella sessione dell’ 1/03/2022 e del Consiglio Pastorale Diocesano in quella dell’ 11/03/2022;
CONSIDERATO che, ai sensi dei richiamati cann. 872 e 892, l’ufficio dei padrini nella celebrazione del Battesimo e della Confermazione, come detto in premessa, non ha carattere di essenzialità;
DISPONGO
- È sospeso «ad experimentum», dal 1 luglio 2023 e per la durata di un triennio, l’ufficio di Padrino e di Madrina nel Battesimo dei bambini, nella Confermazione degli adolescenti e degli adulti, nonché nell’lniziazione Cristiana degli adulti.
- Nei riti rispettivi si ometta tutto quanto riguarda i Padrini.
- I ministri ordinati, soprattutto i parroci, hanno la responsabilità di ottemperare alle presenti disposizioni e di illustrare adeguatamente ai fedeli le ragioni pastorali che hanno indotto a questa decisione.
- Gli Uffici Liturgico e Catechistico, insieme al Servizio Catecumenale, hanno mandato di monitorare e verificare, durante questo triennio, l’andamento della nuova prassi e, contemporaneamente, di studiare possibili nuove forme di accompagnamento che richiamino e recuperino il vero senso ecclesiale dell’ufficio del padrino e della madrina.
Padrini e madrine sono figure inutili, assolta la formalità non si fanno più vivi. Ma non è questo il punto principale: la cosa importante è che la scelta di aderire a una fede religiosa sia lasciata alla libertà del diretto interessato in età adulta e consapevole. No, quindi, al battesimo dei neonati e a qualsiasi imposizione di fede su individui non ancora in grado di esprimere la propria volontà.
Non sono d’accordo, la mia esperienza è di altro tipo, io sento per i miei figliocci di cresima e battesimo un grande senso di responsabilità e ricevo in cambio grande affetto, con i genitori degli stessi si rafforza il legame amicale. Felice di vivere in una diocesi che non ha abilito queste figure.
Finalmente si amplia il numero dei vescovi che hanno il coraggio di prendere giuste decisioni.
E gli altri? Si accorgono della realtà odierna?
Sono un parroco del nord: nulla cambia per padrini e madrine rispetto al sud.
Regna ” il vuoto ” a proposito di queste “figure”….
e che figura fanno dato che magari da decenni non mettono piede in chiesa e sono impacciati .
Orpelli? si.
Bigiotteria!
Mi meraviglio non lo abbiamo fatto prima al nord dove davvero sono figure ormai svuotate di senso, in un certo qual modo, ancora più che al sud. Personalmente plaudo all’idea.
Distinguerei: come orpello se ne può benissimo fare a meno. Ci sono situazioni però in cui risulterebbero utilissimi per cooperare all’educazione religiosa dei nuovi cristiani: quando per esempio i genitori vivono separati o uno solo dei due si dichiara credente o uno solo dei due è battezzato, e comunqueci troviamo di fronte a situazioni famigliari di grande fragilità religiosa