E dunque il papa ha detto che possiamo votare. È scritto proprio così, nel comunicato ufficiale della Segreteria generale del Sinodo uscito lo scorso 26 aprile: al prossimo Sinodo mondiale dei vescovi sulla sinodalità parteciperanno anche delle donne e queste donne avranno diritto di voto.[1]
E dire che il segretario generale del Sinodo, il cardinale Grech, in una conferenza stampa del settembre 2021, in occasione della presentazione del Sinodo sulla sinodalità, aveva sottolineato a chiare lettere che la questione del voto alle donne nell’Assemblea sinodale non lo lasciava sereno.[2] «Non è il voto che conta», aveva detto allora Grech; «non stiamo dietro ai voti», ha ribadito in questi giorni.
E, con il rinforzo del cardinale Hollerich, che del Sinodo è il relatore generale, Grech ha commentato il comunicato della Segreteria precisando che il voto alle donne, anche se rappresenta un cambiamento importante, non può essere certo considerato una rivoluzione.[3]
Come dargli torto? Su un totale di circa trecentosettanta partecipanti al Sinodo con diritto di voto, non saranno più di quaranta le mani femminili che, il prossimo ottobre, potranno alzarsi e votare – poco più del 10%.
Quaranta donne votanti: cinque religiose che, affiancando altrettanti religiosi, andranno a sostituire i «dieci chierici appartenenti a Istituti di vita consacrata» già precedentemente ammessi al Sinodo con diritto di voto; e trentacinque donne, consacrate o laiche, che rappresentano il 50% dei settanta membri non vescovi (sacerdoti, consacrate/i, diaconi, laici) provenienti dalle Chiese locali, che Francesco ha voluto introdurre al sinodo in sostituzione degli uditori ammessi in precedenza senza diritto di voto.
Quote rosa al 50% per i dieci religiosi eletti dalle organizzazioni che rappresentano le Superiore generali e i Superiori generali, quote rose al 50% per i settanta membri non vescovi. Il passo è piccolo, ma la crepa nel soffitto di cristallo comincia a intravedersi. E che, alla mossa del papa, abbiano fatto subito seguito le rassicuranti precisazioni del segretario e del relatore generale – «tranquilli, non è una rivoluzione!» –, dice chiaro quali timori circolino in Vaticano e dintorni.
Rivoluzioni silenziose
Fra i ricordi di famiglia conservo una fotografia della metà degli anni Settanta. Erano gli anni in cui nella scuola pubblica, grazie ai Decreti Delegati, facevano i primi passi gli organi collegiali. Ritti sulla scalinata d’accesso della mia scuola elementare, fieri e sorridenti dopo gli esiti della votazione, i primi neoeletti rappresentanti dei genitori si erano fatti fare una bella fotografia per immortalare l’avvenimento. La fotografia è emblematica: non ci sono mamme, ma soltanto papà.
Proprio in quegli stessi anni veniva avanti la riforma del diritto di famiglia: la legge 151 del 9 maggio 1975, facendo decadere la potestà maritale e la patria potestas, fondamenti tradizionali della famiglia patriarcale, apriva in modo deciso la strada che, in pochi anni, avrebbe portato al riconoscimento della condizione di completa parità della donna all’interno dell’istituto familiare.
A passi a volte timidi e a volte più azzardati, in cinquant’anni il volto della società è radicalmente cambiato; l’Italia del 2023 è molto, molto diversa da quella della fotografia con i rappresentanti dei genitori – solo maschi, solo padri – del 1974.
Nessuno, oggi, in Italia, si sognerebbe più di affermare che la rappresentanza possa o debba essere vincolata al genere – se sei maschio puoi, se sei femmina no. Nessuno, dopo Tina Anselmi Ministro del Lavoro e Giorgia Meloni Presidente del Consiglio dei ministri, dopo Fabiola Gianotti direttrice generale del CERN e Samantha Cristoforetti comandante della Stazione spaziale internazionale, potrebbe impedire ad una figlia di seguire la propria vocazione affermando con sicumera «questo non è un mestiere da donne!».
Nessuno, tranne gli uomini di Chiesa. Lì ci sono ancora luoghi e dimensioni proibite, per le donne.
Una storia di pazienza
Nel 1972 – proprio quando la scuola andava aprendosi ai Decreti Delegati e la società civile alla riforma del diritto di famiglia – Paolo VI con Ministeria quaedam ribadiva la secolare proibizione dell’accesso delle donne all’altare: L’istituzione del Lettore e dell’Accolito, secondo la veneranda tradizione della Chiesa, è riservata agli uomini. Così al punto VII del motu proprio.
Come siano andate effettivamente le cose, lo sappiamo: abbiamo continuato a leggere la Parola durante le celebrazioni liturgiche, a servire come ministranti, a distribuire l’eucaristia, anche se il Diritto Canonico non lo permetteva.
C’è voluto papa Francesco, per allineare il Diritto Canonico alla realtà. Aprendo alle donne il ministero del lettorato e dell’accolitato e istituendo poi il ministero del catechista, papa Bergoglio ha conferito una veste ufficiale e istituzionale alla presenza delle donne nei nodi nevralgici del sacro e della trasmissione della Parola, superando pregiudizi secolari sull’impurità femminile.
Questo nel 2021. Adesso, a distanza di due anni, c’è un’altra apertura, per quanto timida: il voto alle donne nell’Assemblea Sinodale.
Piccoli passi, certo. Ma la storia delle donne è sempre stata una storia di pazienza, e non è il tempo che ci spaventa. Più che le rivoluzioni rumorose, con grancassa e bombarde, amiamo le rivoluzioni silenziose, quelle che iniziano in sordina, con minuscole, invisibili crepe nel soffitto, e piano piano, a piccoli passi, ti conducono in una storia tutta nuova fatta di libertà. Se non per te, se non per le tue figlie, almeno per le figlie delle tue figlie e dei tuoi figli.
«Vogliano le donne felici e onorate dei tempi avvenire rivolgere tratto tratto il pensiero ai dolori e alle umiliazioni delle donne che le precedettero nella vita, e ricordare con qualche gratitudine i nomi di quelle che loro apersero e prepararono la via alla non mai prima goduta, forse appena sognata felicità!» (Cristina Trivulzio di Belgiojoso, 1866).
Fra una manciata di decenni, o forse meno, chissà, le donne potranno fare i preti e i preti potranno avere una moglie. Ma di questo – tranquillo, cardinale Grech –, al prossimo sinodo di ottobre ancora non si parlerà.
[1] https://www.synod.va/content/dam/synod/news/2023-04-26_punto_stampa/2024.04.26_IT_FAQ_Partecipanti_Assemblea.pdf
[2] Cf. http://www.settimananews.it/chiesa/sinodo-donne/ NB: mio articolo dell’ottobre 2021
[3] https://www.vaticannews.va/it/vaticano/news/2023-04/sinodo-novita-modifiche-partecipazione-membri-laici-donne.html
Leggete il Terzo Segreto di Fatima sull’Apostasia di cattolici di ogni grado,guardate anche cosa disse la Madonna riguardo questo Terzo Segreto di Fatima…
Leggete il Terzo Segreto di Fatima sull’Apostasia di cattolici di ogni grado,guardate anche cosa disse la Madonna a Fatima Suor Lucia riguardo questo Terzo Segreto: ” Nel Tempo,una sola fede,un solo battesimo,una Sola Chiesa,Santa, Cattolica, Apostolica. Nell’Eternità, Paradiso! ”
Nel maggio 1994, 77 anni dopo la prima apparizione un sacerdote francese di nome Raymond Arnette stava ascoltando un cd intitolato “Misterium Fidei” con testi francesi e cantato da cori francesi. Mentre ascoltava devotamente , improvvisamente la musica svanì in sottofondo e una voce chiara che si percepiva del tutto e non come inspirazione interiore disse: “la Chiesa sanguinerà da tutte le sue ferite”. Poi è seguito questo testo: Ci sarà un Concilio malvagio pianificato e preparato che cambierà il volto della Chiesa. Molti perderanno la Fede. La Confusione regnerà ovunque.le pecore cercheranno invano i Pastori. Uno scisma strapperà la Santa Tunica di Mio Figlio. Questa sarà la Fine dei Tempi,predetta nelle Sacre Scritture e da me richiamata alla Memoria in molti luoghi. L’Abominio degli abomini raggiungerà il suo culmine e porterà il Castigo annunciato alla Salette. Il braccio di Mio Figlio che non potrò più trattenere, punirà questo povero mondo che deve espiare i suoi crimini. Si parlerà soli di guerre e rivoluzioni. Gli elementi della natura saranno scatenati e causeranno angoscia anche tra i migliori(i più coraggiosi). La Chiesa sanguinerà da tutte le sue ferite. Beati coloro che persevereranno e cercheranno rifugio nel Mio Cuore Immacolato, perché il Mio Cuore Immacolato Trionferà.” Dopo questo messaggio il Sacerdote Arnette ha sentito solo un altra frase: “Questo è il Terzo Segreto di Fatima.”
Quindi questo Sinodo sarà un Abominio.
“Il braccio di Mio Figlio che non potrò più trattenere, punirà questo povero mondo che deve espiare i suoi crimini.”
Carissimo Alex,
come si fa, anche lontanamente, a pensare che le braccia che si sono lasciate inchiodare in croce per tenero amore e amore verso uomini perfettamente sprovveduti e peccatori possano rivolgersi ora a punire qualcuno?
Il crimine relega l’uomo nel subumano,
ci può essere situazione peggiore per un essere
vivente? Eppure Gesù Cristo che odia il crimine come nessun altro, continuerà sempre ad amare l’essere umano e dare spazio al suo riscatto…
Sono duemila anni che ci diciamo cristiani, ma ancora facciamo fatica a seguirlo, il Cristo, preferiamo assumere il ruolo di satana e metterci di traverso ad ostacolare il suo “scandaloso” cammino verso la croce e parimenti verso le donne. Gesù ha iniziato un discorso “scandaloso” verso il mondo femminile che dopo 2000 anni aspetta ancora di essere concluso secondo le sue premesse e suggerimenti. Nessuno eccetto che Lui è Unità di misura di umanità piena e le decisioni che dovrebbero essere prese a favore della donna sono già impostate nel vangelo ma sono caparbiamente ostacolate da personaggi che sono convinti che mettersi di traverso sul cammino “scandaloso” di Cristo sia ancora un dovere!
innovazioni introdotte in vista del prossimo Sinodo dei Vescovi “hanno una portata notevole nel senso che le donne e i laici potranno votare. Però saranno scelti dall’alto, dallo stesso Papa”. Lucetta Scaraffia, storica, da sempre in prima linea perché le donne possano essere riconosciute in maniera sostanziale e significativa nella Chiesa, frena eventuali entusiasmi sulle novità introdotte nel prossimo Sinodo dei Vescovi di ottobre.
Secondo Scaraffia, “c’è una forte stretta di centralizzazione”. “Sarà lo stesso Papa ad indicare quali dovranno essere i rappresentanti dei dicasteri a prendere parte mentre prima erano i dicasteri a farlo – evidenzia all’Adnkronos la storica che al Sinodo e alle sue dinamiche ha dedicato anche un libro -. Le donne poi saranno il 50 per cento dei 70 membri non Vescovi che parteciperanno: restano sempre una minoranza, minoranza. Sono poi donne scelte dal Papa che non interpellerà le tante organizzazioni e associazioni femminili che ci sono nella Chiesa. Questa centralizzazione può diminuire tantissimo la portata innovativa. Trovo poi incredibile questo fatto del Papa sinodale che centralizza sempre di più”.
Da ilFarodiRoma
Mi raccomando pero’ votate solo come dice il papa: infatti tenete conto che i rappresentanti non vescovi al sinodo dei vescovi sono scelti personalmente dal papa, non eletti da nessuno .ilpapa si assicura cosi’ voti secondo la sua linea, non sia mai che alcuni vescovi non votino secondo i suoi desiderata ! Che bel successo ,che aria di liberta’ . Non vi accorgete dell’ astuzia gesuitica sotto l’ apparente ” rivoluzione” ? Vi accontentate di poco !
Quando il papa è un immobilista allora può essere anche un monarca assoluto, se, invece, il papa è un progressista o un riformatore moderato allora il papa non può essere un monarca assoluto e deve essere ostaggio dei cardinali. Dobbiamo metterci d’accordo su quale forma dare alla chiesa del futuro. Io sono per una monarchia costituzionale e parlamentare.