Per alcuni della curia vaticana, i vescovi e i cattolici tedeschi – dopo aver avviato insieme un «cammino sinodale vincolante» – starebbero approfittando del cosiddetto Rapporto MHG sulla pedofilia nella Chiesa e, allo stesso tempo, rompendo con il modello di Chiesa che – per secoli – è stato tradizionale, mettendo a rischio così anche la sua unità con le circa 6.000 diocesi sparse in tutto il mondo.
Un cammino sinodale vincolante
Secondo altri, meno timorosi, è vero che in questo «cammino sinodale vincolante» si stanno discutendo, votando e approvando importanti proposte che, di fatto, presuppongono una ridefinizione del sacerdozio; della presenza delle donne nella Chiesa; del potere e del suo esercizio all’interno dell’istituzione e anche della morale sessuale.
Ma la comunione di questa Chiesa non è in alcun modo messa in pericolo, semplicemente perché avvertono chiaramente che ci sono risoluzioni che – se approvate – possono essere attuate nelle rispettive diocesi o dalla Conferenza episcopale del paese senza compromettere, in alcun modo, detta unità.
Parimenti, che ve ne sono altre riferite, ad esempio, al celibato facoltativo dei preti, all’omosessualità o al sacerdozio delle donne, che devono essere discusse e, nel caso, votate nuovamente in un altro forum in cui si trovino – per lo meno, rappresentate – tutte le diocesi del mondo.
Questo spiega perché i vescovi tedeschi si siano impegnati a presentare e a difendere nel prossimo Sinodo mondiale, che si terrà a Roma nel mese di ottobre 2023, queste o altre proposte, nel caso siano accolte dal “Cammino sinodale” che, probabilmente, si chiuderà il prossimo settembre a Francoforte.
Cosa è successo o sta succedendo in Germania, perché, a cinque secoli dalla riforma luterana, in queste terre tornino a rullare, secondo alcuni, i tamburi di una possibile separazione scismatica e, secondo altri, dell’inevitabile e imperativo superamento di un modello di Chiesa che, ereditato dal Concilio di Trento (1545-1563), risulta oggi irrilevante per la causa del Vangelo?
Il clericalismo
La risposta, per quanto possa dispiacere a non pochi, è il Rapporto che, commissionato nel 2014 dalla Conferenza episcopale tedesca alle università di Mannheim, Heidelberg e Giessen – e noto come MHG, dalle iniziali di tali università –, aveva il compito di indagare sul coinvolgimento di sacerdoti, diaconi e religiosi negli abusi sessuali sui minori dal 1946 al 2014.
I vescovi tedeschi, affidando questa indagine a un’équipe esterna, cercavano di ottenere informazioni, il più possibili veritiere, su questo lato oscuro della Chiesa, sia per il bene delle persone colpite, sia per prendere – una volta rilevati gli errori commessi – le decisioni necessarie ed evitare il ripetersi di detti comportamenti. I risultati sono ben noti. Nel Rapporto, pubblicato dopo quattro anni di ricerca, sono state individuate 1.670 vittime di abusi sessuali su minori da parte del clero (il 4,4% di tutti quelli di quel periodo) e 3.677 vittime.
E, proseguendo con il compito assegnato, i ricercatori hanno indicato, come causa di tali delitti, in primo luogo il clericalismo che, attivato e facilitato da un «sistema gerarchico-autoritario», porta al dominio dei consacrati sui non consacrati e li colloca in una posizione di superiorità, essendo l’abuso sessuale una sua conseguenza estrema.
Una Chiesa con questo profilo, si afferma nel Rapporto, sanziona oppure trasferisce i colpevoli e copre o nasconde i fatti, ne impedisce la divulgazione e non tiene conto dei minori abusati. Procedendo in questo modo, non solo ci troviamo davanti a comportamenti scorretti di singoli individui, ma anche a un problema strutturale e sistemico che è urgente affrontare.
La morale sessuale
E, in secondo luogo, la morale sessuale, soprattutto per quanto riguarda l’omosessualità e la disciplina del celibato. Se è vero, si può leggere, che né la disciplina del celibato né l’omosessualità sono – alla luce delle ricerche svolte – fattori di rischio di abusi sessuali, è altrettanto vero che è urgente riconsiderare la posizione fondamentalmente contraria della Chiesa cattolica, prima dell’ordinazione di uomini omosessuali e promuovere la creazione di un ambiente aperto e tollerante, e poi, molto meglio di quanto sia stato fatto finora, fare attenzione alla libera volontà e alla maturità di coloro che optano per una vita celibe.
Ecco i dati e le cause più importanti che, accompagnate da una lunga serie di raccomandazioni, si trovano all’inizio del cosiddetto “Cammino sinodale vincolante” tedesco, concordato nel luglio 2019 dalla Conferenza episcopale tedesca e dal Comitato centrale dei cattolici tedeschi e inaugurato il 1° dicembre dello stesso anno.
Da allora sono state dibattute e formulate proposte sullo smantellamento delle strutture di potere e clericali della Chiesa; sulla corretta partecipazione dei laici e delle persone consacrate alla loro guida; sull’abolizione del celibato obbligatorio e sull’accesso delle donne a tutte le funzioni ecclesiali per metterle su un piano di parità con i maschi e… tanti altri argomenti.
Chi legge può immaginarsi un Rapporto e una risposta del genere nella Chiesa spagnola?
Piuttosto la chiesa tedesca lsi liberi dallo spirito del mondo ben significato dalla simonia della kirchensteuer. Quella è la vera fonte dei suoi mali, quella l’origine del suo clericalismo. Coi tanti danari raccolti in cambio dei sacramenti viene foraggiata una pletora di laici dipendenti di curie, parrocchie ed istituzioni varie. Così si è creato il corto circuito tra gerarchie e laici resi compiacenti coi salari. È un sistema cooptativo monocorde, formato dal vangelo küngiano. Una volta liberatasi da questo pesante fardello, questa Chiesa potrà veramente ascoltare la voce dello Spirito a beneficio suo e della Chiesa intera.
GRAZIE a DIO! Grazie per il cammino sinodale tedesco, che sta comunicando alla Chiesa tutta, la Libertà della Verità che è propria allo SPIRITO SANTO, il Quale è Libertà e Verità, perché è AMORE!